lunedì 27 maggio 2019

CARLA BARONI: "DETTI E MOTTI" CON COMMENTO DI N. PARDINI


Carla Baroni. Detti e motti. Edizioni Stravagario. Latina. Pag. 318. Euro 15,00



Carla Baroni, cosa dire di tale scrittrice: polivalente, versatile, proteiforme, doppia laurea in Scienze Matematiche e Giurisprudenza, ha scritto di tutto e su di tutto: poesia, narrativa, saggistica, filastrocche… ma è soprattutto la poesia che alimenta l’ispirazione di Carla, ed è qui che dimostra tutta la sua vena creativa, facendo del mito e della vita, il campo di battaglia in  cui sparare tutte le cartucce. Niente le si può insegnare: profonda conoscitrice della metrica, la tratta in tutte le salse, facendo dell’endecasillabo il compagno irrinunciabile del suo cammino letterario. Mi piace ricordare qualche libro da lei pubblicato: Lo zufolo del Dio silvano, Mi giudichi sol Dio e mi perdoni,… Il treno corre, Rose di luce,… Il segreto di Dafne,… Scampoli di vita, una traduzione assieme alla madre Rina Buroni delle Bucoliche di Virgilio in endecasillabi…,  comunque tutti testi che hanno ricevuto riconoscimenti e premi di risonanza nazionale; tantissimi Premi: basta ricordare fra tutti il  Libero de Libero, che pochi possono vantare di avere conseguito. Di sicuro è cosa ardua mettersi qui a enumerarli… Una cosa posso dire che proprio quest’anno sono stato onorato di essere in sua compagnia  in una prestigiosa antologia di quattro valenti poeti nazionali: Pasquale Balestriere, Carla Baroni, Nazario Pardini, Umberto Vicaretti. Tutti e quattro legati da profonda amicizia e l’Antologia vuole essere un segno tangibile di questa unione. E posso aggiungere che tutti i suoi libri mi sono stati inviati dalla profonda ed emozionante amicizia che ci lega. E di questo sono orgoglioso e onorato. Quindi dire che io la conosco a fondo, e che conosco ogni suo battito cardiaco, ogni scarto emotivo e soprattutto la sua ineguagliabile e inesauribile verve scritturale, non è sicuramente eccessivo. A proposito mi piace riportare una tranche di un mio scritto su una sua opera: “Carla Baroni: Oltre la siepe buia dei pensieri. Blu di Prussia editrice. Monte Castello di Vibio (PG).
Oltre la siepe buia dei pensieri
si attestano le stelle dei tuoi cieli.
Dai vetri colorati dei tuoi muri
un angelo guerriero ora discende
la spada sguainata, una corona
di fiamme lo circonda ed il suo raggio
va sopra la mia ombra ad infierire.
Lo so che Tu di nuovo mi respingi
(…)
O se ci sei davvero, se tua figlia
son come tutti gli altri del Creato
fa’ che di nuovo sgorghino le lacrime
dal ciglio asciutto, che novello fonte
scaturito dall’anima indurita
mi lavi e mi battezzi adesso che
vago nel limbo priva d’una guida
Poesia incipitaria che con valore eponimo dà il via a questo poema di rivelazione umana. Una vera preghiera, ma non di quelle recitate per posa, per assuefazione, ma una preghiera che sgorga da un’anima laica alla ricerca di sé e del mondo in cui si trova. È questo il motivo focale che alimenta il corso della poesia di Carla Baroni. Lo sperdimento del nostro essere, la insoluzione dei tanti perché, delle tante vicende che ci spaesano e ci affliggono durante il misterioso dipanarsi della vita. La poetessa soffre di questa vicenda che le è toccata in sorte. Dà tutto il suo animo a quell’Ente che ci è in alto. Vorrebbe credere, appigliarsi ad una verità, ed è questo che chiede. Il suo soffrire lo trova ingiustificato, e vorrebbe che l’Alto Cielo la trattasse come tutti gli umani: una preghiera fortemente terrena, di grande coinvolgimento emotivo, soprattutto per chi, come me, conosce a fondo Carla. La sua parola corre limpida e sentita, fluente e spontanea; la sua veste è quella di un endecasillabo trattato in tutte le salse, arricchito da figure retoriche di energica valenza. Siamo presi da questo fiume limpido che corre verso un mare di infinita estensione. Un mare dagli orizzonti larghi, irraggiungibili, verso cui la Nostra dirige tutte le sue energie poematiche. Una narrazione che gioca tutto il suo contenuto su quello che è il fatto di esistere: anima tra agonia e amore:
Tu  mi punisci, anima indecisa
che vaga mesta tra agonia e amore
alla ricerca d’accecante raggio  (pg. 17).
La diversità:
(…)
Così ape vogliosa senza favo
le ali sporche di un polline non vero
sopravvivo nel credermi diversa
non per quel mio eterno zoppicare
ma per qualcosa che da Te proviene
e mi lasciasti anche rinnegandomi (pg. 20).
Il destino:
(…)
E saprò alfine il mio destino vero:
se regina degli inferi al baratto
d’un dì di gloria in questo vano mondo
o ritrovata agnella in pura Luce (pg. 22).
Il Bene e il Male:
Se il tempo è la memoria
e la memoria è il tempo
la romanza degli angeli caduti
ancor prima segnò le nostre vite,
segnò lo spartiacque, il limitare
fra il Bene e il Male, fra il cattivo e il buono
creature queste dello stesso fango
e soggette a perire, a frantumarsi
al primo colpo del destino crudo (pg. 25)…”
             
Ma veniamo al nuovo regalo di Carla, quello che stasera  mi è arrivato e che dimostra ancora di più, ce ne fosse bisogno, la plurivocità di una scrittrice che merita il riconoscimento dei critici e della stampa per la duttilità del suo dire, per la generosità della sua ricerca, e per la validità della sua azione creativa. La Baroni raccoglie, secondo l’ordine alfabetico, in un libro di ben 318 pagine, detti e motti che magari abbiamo sulle labbra senza saperne l’origine. Un lavoro di indagine; di studio; un prodotto di  notevole impegno culturale che io ho già inserito in biblioteca accanto agli altri della sua vasta produzione,  emozionato di averla vicina, lì, davanti a me, con tutta la sua anima. 

Nazario Pardini     


DAL TESTO

Dulce et decorum est pro patria mori: è dolce e onorevole morire per la propria patria. La frase si trova nelle Odi di Orazio nelle quali il poeta latino incitava i giovani a emulare gli avi.    
                                                    
Andare in malora ossia andare in rovina. Deriva dal latino mala hora (cattiva ora) che era il periodo di tempo che andava dalle due alle quattro di notte e in cui  si era constatato avvenisse il maggior numero di decessi.

3 commenti:

  1. RICEVO E PUBBLICO
    Caro Nazario, grazie, grazie, grazie per il tuo ampio excurcus sulla mia attività. Una critica così elogiativa non poteva essere fatta che da un grande amico quale sei tu. Comunque mi sono gonfiata come una rana pronta allo scoppio per la vanità e tu dovresti tenere conto anche delle esiziali conseguenze che un tuo scritto può provocare.
    Con questo libro mi sono divertita perché, con la mia ricerca, ho imparato cose che non avrei mai immaginato. Da che cosa derivano “fare la cresta”, “andar per pampogne” o “ la Madonna del petrolio” detti che io uso quotidianamente? Perché tu sai che è proprio il divertimento ciò che anima il mio scrivere qualunque sia l'oggetto e la forma di un mio testo: mi fa trascorrere ore serene senza sentire la solitudine e spesso dimenticando i miei mali. E lo scrivere poi, mi ha ha fatto conoscere persone che mi sono diventate grandi amiche come te e Pasquale.
    E allora grazie allo scrivere, agli amici, al blog “Alla volta di Leucade”, e soprattutto a Nazario che danno ancora un senso alla mia esistenza.

    Carla Baroni

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  2. Ha veramente ragione Nazario quando, riferendosi a Carla, parla di "plurivocità". Perché -è indubbio - la Baroni, autrice peraltro molto prolifica, ha tante voci, nel senso che la sua produzione artistica è meravigliosamente variegata nelle forme, nei toni, nei registri e negli esiti. Questa continua sperimentazione di modi diversi di scrittura, oltre a denunciare vivacità intellettuale, depone a favore di una mentalità aperta e giovanile, lontana mille miglia da una riposata standardizzazione. E tutto ciò a dispetto di qualche acciacco che talvolta si fa sentire, ma di cui Carla respinge gagliardamente l'attacco.
    Un abbraccio a lei e a Nazario
    Pasquale Balestriere

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    Risposte
    1. Caro Pasquale, grazie. E'proprio in queste piccole cose - la condivisione di un apprezzamento lusinghiero - che si vede la vera amicizia. Lunga vita a te e a tutto il trio CANAPA.

      Carla

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