venerdì 14 novembre 2014

N. PARDINI DA "NEL MIO MONDO" DI F. VACCHETTA


Flavio Vacchetta: Nel mio mondo puntoacapo Editrice. Novi Ligure (AL). 2014

Un mondo dal quale il Poeta prende le dovute distanze perché non sente suo

Poesia schietta, originale, personalissima, il cui verso, fedele agli schizzi ironici e melanconicamente adagiati su uno spartito di ermeneutica fattura, si adegua ad un verismo di fortissima identità analitica. Un realismo spietato, crudo, impietoso, dove tutto è ridotto ai minimi termini, ad un minimalismo sventrato e poi ricucito e portato alle stelle. Ed è con l’ago della Poesia, quella vera, quella nuova, quella sentita e rimuginata, quella in cerca di verbi che concretizzino un sentire misto di dolore e indifferenza, di sarcasmo e di amore, che Vacchetta cuce i vari stati d’animo: arte, religione, vita coniugale, male… dolore. C’è la vita, il suo problematico andare fatto di riflessioni, meditazioni, e inquietudini; quelle che scaturiscono da una netta frattura fra ciò che siamo in una realtà non di rado opprimente e quello a cui ambiamo o quello che non possiamo essere; intendiamoci bene, è fortemente umano ambire a trasformazioni che vadano oltre quella siepe che ci delimita; oltre una situazione che riscontriamo veramente riduttiva per non dire insignificante e  assolutamente inappagante. Il fatto sta che quegli orizzonti sono così distanti dal nostro parametro ontologico che provocherebbero in noi un senso di miseria e di pochezza da lasciarci avviliti se non si affrontassero con lo sguardo un po’ distaccato e ironico tipo quello del Nostro.
È sufficiente avvicinarsi alla poesia eponima da  cui trae il titolo la piccola silloge ber capire quale è il mondo rovesciato, per dire così, del Poeta: un mondo dove gli uccelli nidificano in volo, e dove l’acqua è colonia dei re:

… gli uccelli nidificano in volo
ed i morbidi leoncini
prolificano al rovescio
le gazze ladre tremano
al canto del gallo petrino
l'acqua è colonia dei re
e le regine
sono sul trono,
invisibili (Nel mio mondo)      

Un mondo dal quale il Poeta prende le dovute distanze perché non sente suo, sebbene vi sia immerso fino agli occhi, più nel male che nel bene; sebbene in alcuni momenti del suo poema riveli persino una certa sfumata nostalgia di cose e persone, di amori e relazioni. Pur sempre detti con animo ferito da un presente acerbo e a lui nemico. Il tutto, comunque, descritto e pitturato con un realismo vivace; con una verità che rasenta l’inverosimile tanto è vera; con lo sguardo curioso e disincantato di un uomo di fronte ad un cane fra le viti, o a un mezzogiorno che ti sputa in faccia il sole. È inutile dire che il linguaggio è azzardato e visivo, basta leggere queste poesie contro per il loro assemblaggio emotivo-verbale per rendercene conto. Il poeta non vuole cadere nel tranello del canto melico-pastorale, nel canto panico-arcadico, in cui è rischioso tenere un ritmo di poesia nuova, di scrittura e composizione altra. Sì, se ne parla di natura, viti, paesaggi, mare, mandorlo in gemme ma non dipende dal fatto che Vacchetta la contempli con sperdimento panico. Il discorso naturistico serve solo da espediente, da contraltare.   Parlare di metaforicità è poco, qui c’è un’attenzione particolare alla parola che viene innestata con prepotenza, quando meno te lo aspetti.  Una cura dei verbi che si fa slancio oltre la sintassi e punta cospiratrice di azzardi etimo-creativi. Il memoriale stesso viene toccato en passant,  ma pur sempre con un verso che nasconde in sé tutta l’energia di un brandello di vita di rara potenza evocatrice:

e tu anna appena potevi
cantavi inni alla villacolombè
polvere e festa
ballavi d'alto
parlavi d'altro
su canti festosi
la violenza, affermavi, non vincerà

in presenza d'amore in love

Mode tv cilestrine, sassi in argento nel tempo di carta,  strade chemiradioterapiche, ombre di latte; il tutto scaraventato in un interrogativo che ha tutto il sapore di un amara constatazione sull’esistere; a che vale inebriarsi di ricordi quando la realtà è così deprimente? Forse potrebbe essere un’alternativa, quella del patrimonio memoriale, un’edenica alternativa alle sottrazioni del giorno e dell’ora; a quelle di una routine che deprime. Ma l’Autore, pur con il punto di domanda, dà tutto per scontato:  

Inebriarsi di ricordi
inveleniti da problemi nuziali
infastidirsi perché?

Si può continuare, anche, nella lettura; ma il tono non cambia e si passa da analisi introspettivo-fisiologiche:

Più imbranato del sottoscritto
c’è solo l'imprecazione
e la corretta defecazione

a La collera dell’amore:

trovo un numero di telefono
per godere del corpo
di una giovane ungherese
che ci faccio?

da considerazioni sulle tristi vicende della vita:

ho la bocca chiusa dal gelo
come cintura che serri
viceversa rovescerei
improperi e parolacce
rivolte al terribile tumore
a lui, non voglio dare
alcuna soddisfazione

a quelle sulla morte:

il sipario in disparte
stamane sono al funerale di angela barison
significa incidente
come inavvertitamente inciampare
in uno zerbino
per lasciarci la pellaccia
non la pelliccia badate bene....

Ma sempre col solito sarcasmo che caratterizza questa poesia pregna di una storia troppo umana; di una storia vissuta, decantata, rievocata, e raccontata con urticante acredine e con parole, anche, che potrebbero creare sconcerto in certi artisti cosiddetti “benpensanti”. Raccontata con rocamboleschi giochi istintivi da un essere che fa di tutto per non rifugiare sotto il tappeto la polvere del suo dolore e il sentimento di indifferenza o di sfida con lo spettro della morte. 

Nazario Pardini


ESTRATTO DA:

Altre Scritture

puntoacapo Editrice di Cristina Daglio
Via Aldo Massiglia 3/4, 15067 Novi Ligure (AL)
www.puntoacapo-editrice.com
ISBN 978-88-6679-3

Flavio Vacchetta
NEL MIO MONDO
puntoacapo


NEL MIO MONDO



GUIDACI SIGNORE NEL CANTO DI VITA
SIGNORE DEL CIELO
INESTINGUIBILE TRAMONTO
RIPOSO PER LE MEMBRA
RISTORO DI ANIME
SCENDI FRA NOI UOMINI
NELLA FEDE DEI CREDENTI
PROCLAMATI UNICO SIGNORE
DI CUORE E SPIRITO
E CONCEDI CHE LA NS SPERANZA
SIA ANCORATA AL TUO CUORE
ALLELUIA


NEL MIO MONDO

gli uccelli nidificano in volo
ed i morbidi leoncini
prolificano al rovescio
le gazze ladre tremano
al canto del gallo petrino
l'acqua è colonia dei re
e le regine
sono sul trono,
invisibili


NELLA MIA LANGA

un cane tra le viti
un paesaggio che ti straccia
il petto
il mezzogiorno ti sputa
il sole in faccia
il marciapiede bollente
un pugno in stomaco
è la mia LANGA
una bandiera
al vento
qui sono innanzi i piatti di casamolino
aristocratici bartolomeo e giuseppe
li ascolto come coltre distinta,lieve
e sfarinata di frittata di mele e mirto
e tu anna appena potevi
cantavi inni alla villacolombè
polvere e festa
ballavi d'alto
parlavi d'altro
su canti festosi
la violenza, affermavi, non vincerà
in presenza d'amore in love
ora siamo ancora sciupati
come sciroppo sciroppato
da mode tv cilestrine
sassi in argento nel tempo di carta, il nostro
si percorre unicamente strade chemiradioterapiche
immersi in ombre di latte
ci immergiamo in voglie amare
impedite e mielose
del bene
diciamo: cosa è?
Inebriarsi di ricordi
inveleniti da problemi nuziali
infastidirsi perché?


LABOR LIMAE

sullo sfondo il guidatore che, bianco,
intreccia animelle su binari
invece, l'uomo del lampione nudo
soffre di un forma congenita di formicolio al pisello
e dunque s'insabbia a dovere
per non dovere vedere
sa che attende il percorso dei colori
gli spettri razziali come cori
frasi stupide e stupite
sostanza palpebrata
dicono che fare poesia
significa alzare i toni dagli altari
senza cadere in scomunica--
nella vita
mete e sorpassi
manca il cartello del pipistrello
in agguato sugli sbagli, affogato




LA COLLERA DELL'AMORE

vedo esplodere una collera
in erosione del vulcano
una testa di cane
al confine dell'amore
tale è l'emozione che assale
alla notizia dell'assioma ipofisario
ora a dismisura tutto affossato
in una specie di baratro
in linea d'aria col
dolore dell'anima
la storia comune
di uno di noi
è notte fonda
resiste radio classique
che sparirà tra le stelle
ora art-de-vivre
trovo un numero di telefono
per godere del corpo
di una giovane ungherese
che ci faccio?
Componendo quel numero
lo specchio si svuoterà
e rimarranno scaglie negli occhi
ho deciso....
nessun compromesso
non desidero fare lo zerbino
a nessuno
la pioggia oggi
è sublime
mi ha convinto
che ci rovista il cuore
senza danni particolari
m'appartengo al mare
più di quanto non creda
m'allontano ma
inconsapevolmente
lo riacciuffo, in sorpasso
a pelo d'acqua
mi manca il suo respiro
fa tutt’uno colla mia natura
mai dovrà soffrire
od essere incompreso


La coperta

ti affacci sulla mia bianca coperta
infreddolita di baci
ti abbassi
solleticandomi le gote, che docili
si svegliano dal lungo sonno
poi, come molla
ti infili nella fessura dei respiri
l'erba è sveglia
la coperta sciolta

MELCHISEDEK

l'abisso dilania
panico
lenta onda
macigno in testa
ruota epedermide
con pustole, ulcere
fingo un muggito
pesante di terra
mi scruto
m'annuso
rapacemente
viaggio di mente
delirio di cervello
una scorza sottovuoto
un trapasso di silenzio
di soprassalto, tu
proprio tu
anestetico raffioramento
per annusarti
sei amara con me
oh vita
si dicevano ammalati
ma di bene, specialmente
a letto dormivano
con gardenie sul petto
nei loro letti
cercavano erba
nella necropoli
trovarono fughe di gas
nei fossi

*
Per stare bene in piedi
occorre, caro amico
sapersi inginocchiare

*
triste e al buio
eccomi cadere
offuscato dal vuoto
di spine
avverto come un senso
di annegare in gola
il destino tra le mie braccia
con grida
nella stanza n.4
della neurochirurgia del santacroce
s'accende una luce gialla
che sa di stop
fiorj mi dice che
nel lutto trovi
di più e di tutto
ho la bocca chiusa dal gelo
come cintura che serri
viceversa rovescerei
improperi e parolacce
rivolte al terribile tumore
a lui, non voglio dare
alcuna soddisfazione
ormeggiano tra le lenzuola
le nostre intime vite
non definibile chi tremi
o chi consoli
posseggo un lavandino
che tira come un vaporetto
sopra c’è lo specchio
con fiale per dormire
in ospedale non cè la tv
a forza di tagli
si ritraggono pure
le foglie
qui, invece di guarire
gli ammalati
ci si invecchia di corpo
la luce sempre costantemente
affievolita pare accoltellata
qui si soffre come
fenicotteri privi di piume
lenzuola bucate
le voci sfuocate
pensare che in questo luogo
il corpo dovrebbe indistintamente
adagiarsi come candido fogliame....
sul letto impavido del dolore
le nubi al mattino
raggiungono le acacie
tra i filari in plastica
tu mi ferisci, diceva
senza spada
il passato
(di verdura)
noi stessi siamo spaventati
come cani da guinzaglio
la recessione c'indebolisce
imbavagliandoci la bocca
beh che dire, direi
sono i nostri tempi
belli e dispiaciuti
che dire si voglia
questa giornata
sa di valore di carta
poco importa
se poco conta


CONSIDERAZIONI DI MORTE

verrà stanne certo e tranquillo
non urlando ma accarezzandomi
verrà non dubitare con cori di saluti
amichevoli e senza particolari segni di molestia
verrà di certo senza leggere il contatore del gas
o dell'acqua e senza pagare rata del tuo dannato mutuo
verrà tranquillo che verrà senza considerare se ho
fatto il testamento olografo
poi, delicatamente ma marcatamente
mi chiuderà la porta in faccia,senza
chiedere scusa, con febbrile inesperienza
in ricerca di fondamenta
trovo macerie e mattoni
colme di escrementi canini
mentre testimonio che assai
ero rimasto vivo, a quei tempi
lentamente, se si vuole,si ridiventa vivi
dal fatto che l'aria non è più la stessa
ed oggi,dico oggi, sento gridare e parlare nessuno
e, fra poco, e ciò mi rallegra
chiuderanno la scena
il sipario in disparte
stamane sono al funerale di angela barison
significa incidente
come inavvertitamente inciampare
in uno zerbino
per lasciarci la pellaccia
non la pelliccia badate bene....


AMORE

spiegami ciò che fai
se è equivoco trovarti nudo
e perché hai espressioni così leggere..
spiegami perché sei causa di divisioni
o perché preferisci le reggicalze ai collant?
Dimostrami che non è vero il detto
“vietato toccare” e che la prima volta
che fai l'amore non è necessariamente la migliore
infine e concludo dimostraci
la tua essenziale concretezza
e crederemo in te (per chi già non lo fa)
mi ama più DIO o la morte?
Sono in eterna contesa, direi
tutti e due
com'è profondo stasera il silenzio...
rivedo con nostalgia e gioia
il lumino di papà, mamma, guido
nulla ed in nessuno modo può darmi fastidio
s'impara
a disimparare
dalla vita
penso spesso alla morte
a quell'istante di vita
mi dico che è un tranello
quel momento che dalla nascita
ti attende con trepidazione
e che all'alba assurda
di un giorno sconosciuto
ridiventerà un gioco
non ci credo che non rivedrò
i miei cari defunti
tanta è la voglia di incontrarli
avrei, Signore delle anime belle
troppe cose da chiederti
ma non posso farlo
perché il passato non è presente
ma, giurerei che il futuro
è un'altra cosa
infatti, se sei dentro di me
dormo sogni tranquilli
vento che mi parli delle tue fogliettine
che mi fai trepidare di dolcezza
e asciughi la mia sudata fronte spaziosa
fa che la mia morte
sia un tuo sereno respiro di pace
bello è sapere che la poesia
trionfa su sensazioni deludenti
la stanza è bastarda
come la gonna col ventre....
hai visto la cornice?
Ma io sono in piscina
annego in acqua
mi salvano le scarpe...
tu ed io diversamente
che facciamo?
Rappresentiamo nudi equivoci
di sporcizia o equivoci
di pura espressione?
Dimmelo tu
siamo divisi da diverse lingue
da fredda neve in ora tranquilla
eppure stufi di disegnare il concreto
forse cè qualcosa che non quadra
dimmelo tu
per favore......
siamo luci blindate
milioni di luci al buio
un sogno che sa d'assedio
e la notte che ci divora
e che io… adoro
Signore fidati di me
come io di te
accogli i miei pentimenti migliori
oltre i giardini lowe...
oggi esiste il sole
sul mio cuore di selvaggio
tu mi dici, correttamente,che
rappresento un orso burlesco,
io ti rispondo di tagliarmi le unghie dei piedi
poiché la mia pancia non me lo consente
in maniera adeguatamente corretta
poi mi chiedi il menu per la cena
io giro la domanda a fioranna
è l'epilogo di un giorno fantastico
passato insieme a due persone ammalate
oggi non voglio abbandonarle
il mare è azzurro dall'infanzia
la poesia è il mio abbraccio
coll'universo
e permette di relazionarci
a dovere meditiamo,gente
meditiamo
e poi
la luce delle case
vanno al mare
sempre, lo invoco,sempre
gesti, abissi, segreti
su questa nave da battaglia
le isole m'invadono
rendono a sprazzi
cocci eterni..
e per finire
le cicale del colombè
cicaleggiano festose
fino al visibile
della mia sana campagna
colla poesia non si gioca
brezza di dolcezza
sull'aria rigorosa
senza di essa, la rovina
chiara e tonda
sul tavolo, distesa
amen



A MIA MOGLIE ANNA

quante volte ci siamo
mandati giornalmente a quel paese
per il vestire o la messa
per poi discutere senza senso
uno in camera da letto l'altra da camera opposta
quindi per stesso orario due sveglie diverse
saponi profumi smalto per unghie
dentifricio sempre piu duro causa la non chiusura
acqua di giò profumo di cleto olezzo di tota netina
i nostri viaggi all'estero
roma lourdes medjuogorje
ci manca la transiberiana e compostella
all'aereoporto ci chiedonodocumenti
noi ci baciamo
quello è il ns unico documento.....
alla sera m'inginocchio e prego
in silenzio davanti alla madonnina
mi fa vedere una croce color mogano
ottimamente rivestita in pietre preziose
la toccai, era piuttosto pesante
avrebbe dovuto avere un bel prezzo
io le sfiorai il viso caro
toccai le tenere guanciotte
allora capii
ma lei non era più

*
Signore fa che i pensieri
che sfioro con la mente
diventino santi

II


*
L'alba sta salendo
tesa come imprigionata
se la fortuna
ha indebolito lo sterno
il sangue ha
indebolito i fianchi
il mondo si piega
sin a toccare
una donna bilingue
lo spogliarello per il lettone
la bocca per il siciliano
ora hanno il corpo
tra loro dita
inizia l'inseminazione
del ventre
cedendo a due mari
per un attimo e......vai
sarà una nidiata di sangue
increspature dorate
ebbene le vergini
hanno il potere
di riportare i tumulti
in promesse
come le linee di seta-rosa
congiunte


ANIMA MEA

anima del mattino
sbigottita, cupa
t'incupi, ironica
come pagliaccio
di chi era
l'assenza persa
disincanto
folletto che vola?
Eri forse nato
tardi?
Immagino la scrittura
più amorevole
che da cassetto...
importanza è nostra
indugio per caso
come gessato
quindi vegeto di buio
e fingo di luna..
tutto il vuoto
che non ci sei..
la persona che sia Tito
o Stalin o Breznev
Obama o Merkel
dilatandosi genera.. burla
amore di sole
se ne và
et voilà...
la titubanza in amore
trema al passo
è strana
sfugge dopo
ancora
la scoperta
incomincia
dal silenzio?
Ho un turbamento
di onde
per una seppia frantumata
hai pensato forse?
D'inerzia puoi riprendere..
se cedi l'impronta
tutto è sabbia
già------
capovolto
e a ritroso
scombinati istanti
di pena
attesa in cassetta
delle lettere
m'accontento
se ti trovo
tu resti immobile
cercata e trovata
e vai.......
sole inghiottito da luna
preciso mio turbamento
che l'anima attesa
non ci sia.......
cerco uso di parole
armonico
indicibile
mi sa di ragnatele
da vivi…

*
L'ave maria dura circa 40 minuti
dalla chiesetta di sampietro
alla biforcazione dei "carabini"
minuziosamente mariana
è la strada campestre
provate a sporgervi
e vedrete che ci sostiene in solido
da una interminabile luce
ci aspetta senza fine



LA POESIA

se non fosse etichettata come dannata
sarebbe, o meglio, avrebbe
la possibilità d'essere beata
ora entra in gioco l'opinione forense
dei qualificati colleghi
la poesia è sempre reperibile
ad un patto che è quello di non ledere
gli interessi legali e gli onorari
e siccome questo concetto non è ben
compreso dai benpensanti
viene cacciata od espulsa che dir si voglia
con sistemi demo.critici..(dicono)
a bordighella
la vita bella
vento in collina
è quanto contiene
la mia vita
curva di mare
sospesa tra
mandria e gregge
dalla mia terra
sbuca la poesia
dal mare sgranato
il mio sangue
madonnina mia
ti porterei al mare
od al fiume
e dal vento, da te,
farmi salvare
i continenti saranno il frutto
del matrimonio fra bianchi e neri
gli universi il frutto
tra nebulose e buchi neri


A MEMORIA DI FIORANNA

è dolce
pur nella tua
malattia
viso sereno
comodo di sdraio
mani divertite
occhi aperti
al buio
i capelli
che spuntano
dopo la chemio
l' infermiere
reca orecchino
al lobo destro
mentre snocciola
mandorle
tra i suoi dentini
arrivano i cugini
per farti visita
ma nell'entrare in obitorio
la porta a vetri
si scheggia
come cavalli
di un branco obliquo
che ti fissano
singolarmente
fiorj, il peso eccessivo
di nuovo esiste la tentazione
del forno per il pane
la frutta la deponi
sulle ginocchia
graffiate dalla radio
bacerai tuo marito guido
stasera dalle labbra
di vino chinato
e ti stenderai supina
a lui accanto
cuore a cuore
gli leggerai l'odissea
come gioco rinchiuso
e non importa se hai i riccioli
impastati di farina
     

QUEL BAMBINO

che avete davanti ora
che vi incontrava ogni giorno
lo incontrerete nuovamente
sempre
e poi sempre
nei vostri sogni
identificatelo come il sottoscritto
dicevo, tempo fa
dalla culla al nulla
dalla neve al mare melodioso
dalla luce dei tuoi occhi
alla sabbia della pioggia
quando piove tu canti per me
dal ricordo si gonfia il pianto
dal sole che arruffa i capelli
dallo stormo della Pastorale
portate qui le vostre lacrime
oh donne sagge
che io possa asciugarvele
come un tempo quando
cresceva il mare
ed i gabbiani erano osservati
ora io unisco
utile e dilettevole
splendi sole splendi
e spandi tuo calore
pace e pace a voi tutti
il mare vi abbandoni e vi conservi
fratelli miei
no, come puoi dire,fratello
che non ti amo?
Sei forte fratello
forte di fortezza
siamo sicuri
di donarcelo....
poi..dico..che ti amo
vieni qui amore mio
accanto a me
sappi che ti amo
che ho un annuncio per te
buio allontanati da me
no disturbare la mia quiete
e la pace del mio amore
buio sapore di vita


LA MIA COMPAGNA
MI ACCOMPAGNA
NELLA SANA MIA CAMPAGNA

capelli scompigliati
tumultuosi e prorompenti
anima depositata
su guance ben espresse
urlavi incessantemente
e sommerso d'amore
vero che tu canti per me?
Ho udito e mi sveglio

*
Vedo vado dove voglio
penso di non volere
se turbi la quiete
dimmelo senza fragore
tu dimmelo a riguardo
della posizione
in cui scagli la pietra
in verità vi dico
ve lo dico in verità
sei tu che mi consigli
fare proposte
d' eccellenza
il meridiano
si apposta
in sogno
spera sempre
nel signore
stà in silenzio
senza sosta
sei bulla
e parsimoniosa
lesta e testarda
ma ti amo
all'infinito
nel senso che amare
significa rispetto
e reciproca fiducia
sei grande
e furioso
sparito e mail
anche se tu limiti
i danni consentiti
santità è credere
che i miracoli,tramite dio
puoi farli anche tu
oggi dio è ospite al quirinale
pensate, che pulizia, di quei politici
sei giuda o pietro?
Fa o signore
che il silenzio
esploda nelle mie orecchie
i miei riferimenti:
acciughe liguri
aglio piemonte
cassata sicilia
fare e tacere
ecco fatto
supera il sapore del sapere
col sapone al vapore
ho mangiato banane
mi hanno detto che ogni banana
consumata costa la vita
di un bambino
ho vomitato tutto

DOLCE MARIA
BELLA CARA
MAMMA MIA

la prosa racconta
la poesia vive
santità è tentare
di accettare volontà di dio
tanto più crescono le tempeste
tanto più dio è vicino
tanto più sei peccatore
tanto più dio è misericordia
la mia miseria
la TUA misericordia

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