giovedì 27 novembre 2014

U. CERIO SU: "NOTTE" DI E. MAZZUCA

Umberto Cerio collaboratore di Lèucade

Splendidi questi dodici versi di Emma Mazzuca -brevi ed incisivi- con cui vede e vive la notte. Una notte con la volta che chiude le sue tende fitte (o lunghe ed alte murate che serrano e impediscono la visione del mondo?) sul dilagante silenzio dell’oscurità. La notte delle paure. Che poi diventa innocua perché più non può far paura a chi ormai vive un’attesa inutile, perché senza speranza. Momenti di buio negli occhi  nel cuore e nella mente. Una notte che alla fine lascia ogni sensazione ed ogni risposta al lettore, per quel “trascesi i dubbi”. Sembra, così, che in questa  notte il buio si sia fatto più profondo e più dolorosamente duraturo. Ma rimane la silenziosa attesa che la speranza possa tornare con la luce dell’alba. E’ l’attesa e la speranza di tutti, al di là di ogni possibile dubbio. Vero, Emma?

Umberto Cerio



Notte 




Nera 
è 
la volta della notte
che
le cortine stringe
sul lacrimare
dell’ombre e del silenzio

ma la notte
non porta più paura
a chi
trascesi i dubbi
senza speranza attende

Emma Mazzuca

2 commenti:

  1. vero Umberto, la speranza non ci abbandona mai e, personalmente, posso aggiungere i sogni, malgrado la tristezza e i dolori che sono componenti del vivere, come puoi leggere da questa mia lirica


    Le parole

    Non le parole cambiano il destino!

    io le ho lasciate cadere ad una ad una
    nei laghi asciutti dell’indifferenza
    affondare nei deserti azzurri
    e nelle loro sabbie spente
    insensibili gli uni e le altre alle umane sofferenze

    le ho imbrattate col sangue del tramonto
    consumate piano piano per scoprire
    se c’era verità oppure inganno
    chiusa nel cerchio della mia stessa voce
    nell’attesa vana di un consenso

    ma è la realtà che sempre mi sorprende
    come un passero alla prima gelata
    ferma
    al crocevia del rimpianto dove fingo
    di dare un senso al mio presente
    e per rimedio esisto a corti passi

    ...tornare vorrei all’epoca dei sogni
    la serenità delle leggende
    a mille ipotesi d’incantamento
    coltivare quella inguaribile voglia di fuggire
    per ritrovarmi altrove nuovamente persa

    a notte - tornato il fatto chiaro
    ascoltarmi in un lungo colloquio col silenzio
    sapiente forse più d’ogni parola!

    Emma Mazzuca

    RispondiElimina
  2. Bella anche questa lirica, Emma, ma anch'essa intrisa di profonda tristezza, "come un passero alla prima gelata / ferma / al crocevia". E' vero, la realtà non è sogno, ma i sogni aiutano a vivere e a sperare -se si tenta di farli divenire realtà- in "mille ipotesi d'incantamento", quando il silenzio può essere "più sapiente" delle parole. Allunga i tuoi "corti passi" con "inguaribile voglia di fuggire". La notte sarà meno buia e avrà più fascino e più vitalità.
    Umberto Cerio

    RispondiElimina