lunedì 10 novembre 2014

PAOLO BASSANI: "LA PORTA DELLA STORIA", DI RINO MORDACCI


Paolo Bassani collaboratore di Lèucade

LA PORTA DELLA STORIA
 Opera dello scultore Rino Mordacci
Note di Paolo Bassani




In quaranta formelle bronzee il portale della Chiesa di Santa Maria Assunta di Bolano ricorda la storia del paese

“La porta della storia”: i Bolanesi possono chiamare così la porta della loro chiesa. Su essa, infatti, compendiata in dodici formelle, è scolpita la storia del loro paese dalle origini ai giorni nostri, inserita nella storia universale della salvezza.
L’intera opera che si compone di circa quaranta formelle di bronzo, fu ideata dal parroco don Nilo Greco e mirabilmente realizzata dallo scultore Rino Mordacci, grazie al mecenatismo dell’avvocato Mario Grossi, come si legge nell’iscrizione latina posta sullo zoccolo.
Le formelle riportano pagine di storia bolanese e della Sacra Scrittura; leggerle è facile attraverso il linguaggio artistico chiaro ed incisivo di Mordacci.
Nelle prime due sono ricordate le antichissime origini liguri-apuane dei primi abitanti del territorio bolanese e, quindi, la presenza di Roma, testimoniata dai ritrovamenti di Viara e da Porta Stazone.
Nella terza e quarta sono rievocati gli Statuti, attraverso il giuramento dei consoli Martino e Passatore, a conferma dell’importanza riconosciuta a Bolano dai Vescovi-conti di Luni, e la riconquista del castello e il suo ripristino ad opera di Enrico da Fucecchio.
Nella settima formella è illustrata la pace di Castelnuovo del 1306 (molto suggestiva l’immagine di Dante che lega le spade) a seguito della quale, nonostante le proclamazioni di “statu quo”, si inizierà di fatto l’influenza dei Malaspina su Bolano, anche se Castruccio Castracani (formella ottava) riuscirà a riconquistarne ed includere il paese nel suo nuovo stato fino al 1328.
Il potere dei Malaspina, che a Bolano non brillò certo per buon governo, ma che si distinse piuttosto per tirannide (formella nona), non riuscì mai a sopire l’antica dignità e fierezza dei Bolanesi che si opposero sempre ad esso con ogni mezzo, tanto che esultarono quando nel 1510 –su loro richiesta- il genovese Banco di San Giorgio estese la sua amministrazione al paese.
La presenza di Genova è testimoniata nei due bassorilievi seguenti. Nel primo Andrea Doria ascolta la supplica di Pietro Malaspina che rivendica i suoi diritti sul territorio bolanese; nell’altro sono scolpiti i simboli della Superba uniti a quelli di Bolano.
Nell’ultima formella è ricordato un fatto di cronaca o –se vogliamo- di storia recente: la protesta bolanese del 1961 contro il trasferimento della sede comunale; un episodio in qualche modo emblematico dell’antico carattere bolanese.
Le dodici formelle che ripercorrono la millenaria storia di Bolano, sono però soltanto una parte dell’opera che occupa quasi la superficie di dieci metri quadrati, tanto è grande infatti la porta centrale della chiesa. Esse, come s’è detto, si inseriscono sapientemente nel grande mosaico della storia universale della Salvezza, rappresentata dalle due grandi formelle centrali: Adamo ed Eva (a sinistra) simbolo della decadenza umana causata dal peccato, e (a destra) la Natività di Gesù –linea spartiacque della storia e segno di redenzione per tutti gli uomini.
A compimento della storia della Salvezza sono poste le formelle di Mosè ed Isaia (la Legge e i Profeti, punti fondamentali del Vecchio Testamento) e, a cornice dell’intera opera, gli Apostoli, testimoni ed essi stessi partecipi del Nuovo Testamento.
Molto suggestive sono anche le formelle “minori” che danno respiro all’opera: riportano ora animali biblici simboli del male (il serpente, lo scorpione) o del bene (la colomba), ora immagini care alla tradizione cristiana (il grano e l’uva).
      


“La porta della storia” è sicuramente una delle opere più significative di Mordacci. Essa –da sola- è prova eloquente del talento e della maturità artistica dello scultore spezzino e ne lascia una chiara testimonianza nel tempo.
       Passeranno le stagioni, gli anni e i secoli. Chi salirà a Bolano, oltre allo spettacolare scenario della Magra, dei monti verdi e dei paesi, delle Alpi maestose d’Apuania, oltre alle testimonianze di Viara, di Porta Stazone, degli antichi borghi, troverà, innanzi ad una piazza acciottolata a stelle, sul volto sereno dell’antica chiesa, “La porta della storia”.


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