Opera dello scultore Rino Mordacci
Note di Paolo Bassani
In quaranta formelle bronzee il portale della Chiesa di Santa Maria
Assunta di Bolano ricorda la storia del paese
“La porta della storia”: i Bolanesi possono chiamare così la porta
della loro chiesa. Su essa, infatti, compendiata in dodici formelle, è scolpita
la storia del loro paese dalle origini ai giorni nostri, inserita nella storia
universale della salvezza.
L’intera opera che si compone di circa quaranta formelle di bronzo,
fu ideata dal parroco don Nilo Greco e mirabilmente realizzata dallo scultore
Rino Mordacci, grazie al mecenatismo dell’avvocato Mario Grossi, come si legge
nell’iscrizione latina posta sullo zoccolo.
Le formelle riportano pagine di storia bolanese e della Sacra Scrittura;
leggerle è facile attraverso il linguaggio artistico chiaro ed incisivo di
Mordacci.
Nelle prime due sono ricordate le antichissime origini
liguri-apuane dei primi abitanti del territorio bolanese e, quindi, la presenza
di Roma, testimoniata dai ritrovamenti di Viara e da Porta Stazone.
Nella terza e quarta sono rievocati gli Statuti, attraverso il giuramento
dei consoli Martino e Passatore, a conferma dell’importanza riconosciuta a Bolano
dai Vescovi-conti di Luni, e la riconquista del castello e il suo ripristino ad
opera di Enrico da Fucecchio.
Nella settima formella è illustrata la pace di Castelnuovo del 1306
(molto suggestiva l’immagine di Dante che lega le spade) a seguito della quale,
nonostante le proclamazioni di “statu quo”, si inizierà di fatto l’influenza
dei Malaspina su Bolano, anche se Castruccio Castracani (formella ottava)
riuscirà a riconquistarne ed includere il paese nel suo nuovo stato fino al
1328.
Il potere dei Malaspina, che a Bolano non brillò certo per buon
governo, ma che si distinse piuttosto per tirannide (formella nona), non riuscì
mai a sopire l’antica dignità e fierezza dei Bolanesi che si opposero sempre ad
esso con ogni mezzo, tanto che esultarono quando nel 1510 –su loro richiesta-
il genovese Banco di San Giorgio estese la sua amministrazione al paese.
La presenza di Genova è testimoniata nei due bassorilievi seguenti.
Nel primo Andrea Doria ascolta la supplica di Pietro Malaspina che rivendica i
suoi diritti sul territorio bolanese; nell’altro sono scolpiti i simboli della
Superba uniti a quelli di Bolano.
Nell’ultima formella è ricordato un fatto di cronaca o –se vogliamo-
di storia recente: la protesta bolanese del 1961 contro il trasferimento della
sede comunale; un episodio in qualche modo emblematico dell’antico carattere
bolanese.
Le dodici formelle che ripercorrono la millenaria storia di Bolano,
sono però soltanto una parte dell’opera che occupa quasi la superficie di dieci
metri quadrati, tanto è grande infatti la porta centrale della chiesa. Esse,
come s’è detto, si inseriscono sapientemente nel grande mosaico della storia
universale della Salvezza, rappresentata dalle due grandi formelle centrali: Adamo
ed Eva (a sinistra) simbolo della decadenza umana causata dal peccato, e (a
destra) la Natività
di Gesù –linea spartiacque della storia e segno di redenzione per tutti gli
uomini.
A compimento della storia della Salvezza sono poste le formelle di
Mosè ed Isaia (la Legge
e i Profeti, punti fondamentali del Vecchio Testamento) e, a cornice
dell’intera opera, gli Apostoli, testimoni ed essi stessi partecipi del Nuovo
Testamento.
Molto suggestive sono anche le formelle “minori” che danno respiro
all’opera: riportano ora animali biblici simboli del male (il serpente, lo scorpione)
o del bene (la colomba), ora immagini care alla tradizione cristiana (il grano
e l’uva).
“La porta della storia” è sicuramente una delle opere più significative
di Mordacci. Essa –da sola- è prova eloquente del talento e della maturità artistica
dello scultore spezzino e ne lascia una chiara testimonianza nel tempo.
Passeranno le stagioni,
gli anni e i secoli. Chi salirà a Bolano, oltre allo spettacolare scenario
della Magra, dei monti verdi e dei paesi, delle Alpi maestose d’Apuania, oltre
alle testimonianze di Viara, di Porta Stazone, degli antichi borghi, troverà,
innanzi ad una piazza acciottolata a stelle, sul volto sereno dell’antica
chiesa, “La porta della storia”.
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