Anna Maria Pacilli collaboratrice di Lèucade |
Un
saggio di notevole interesse letterario, storico, sociale, scientifico, questo
che ci propone Anna Maria Pacilli: Il fascino e la seduzione, il titolo:
tema condito in tutte le salse culturali: etimi, storia della lingua, curiosità,
ricerca. Dacché la scrittrice ci introduce, con sagacia e intuizione emotiva,
in un argomento per niente scontato, affidandosi ad un linguismo di grande
potere attrattivo. Sta proprio qui la grandezza dell’Autrice: nel reperire, con
ricerca scientifica e con metodo deduttivo, notizie bibliografiche; nel
rielaborarle, e affidarle ad una prosa snella, affabulante, priva di
armamentari retorici; apodittica, direi, conclusiva, semplicemente attraente e
coinvolgente per la sua duttilità. Leggere questo saggio, farne tesoro, significa
acquisire una visione ampia e attuale su una dovizia di autori e contenuti di
polisemica significanza: la VI satira di Giovenale; la passione di Eppia
e il gladiatore; le “Argonaute” di Apollonio Rodio; il “Diario del seduttore”
di Soren Kierkegaard; il “The picture of Dorian Gray” di Oscar Wilde; Gustav
Klimpt; “La seduzione è un’arma divina” di Willy Pasini; Messalina nelle vesti
di Licisca; Plinio il Vecchio. Lavoro meticoloso e generoso di polivalenti informazioni;
materiale su cui riflettere per proiettarsi oltre; per ampliare la nostra curiosità
e non di meno la nostra sensibilità. Si conclude con una citazione che porta la
firma di Saraval: Certo,
la retta via è sicura, tranquillizzante, non ha imprevisti, la si può seguire
con l’occhio fino all’orizzonte, ma due persone che procedano parallele su una
loro retta non si incontrano mai, o, come insegna la geometria, solo
all’infinito… Un modo per incontrarsi è deviare dalla propria retta o far
deviare l’altro, dunque essere sedotti o sedurre.
Saraval (a cura di), La seduzione – Saggi psicoanalitici, 1989). A voi la
lettura e, se volete, benvenuti con le vostre considerazioni:
Il fascino e la seduzione: affinità e
differenze
Se mi si chiedesse il perché
della scelta di questo argomento molte sarebbero le risposte possibili. Prima
fra tutte la curiosità di saperne di più.
Il fascino a volte è nelle
persone (o cose) intorno a noi e non ci rimane che arrenderci e subirlo, a
volte risiede dentro di noi e lo esercitiamo all’esterno, più o meno
consapevolmente. La seduzione ha spesso un grosso ascendente su di noi, da
qualsiasi fonte ci arrivi: riconduce all’idea del nascosto, dell’ignoto, del
proibito e, come tutto ciò che è proibito, ci attrae irresistibilmente. Ma
riuscire a trovare delle definizioni che possano rendere a pieno l’idea e le
caratteristiche di queste due “entità”, non è semplice.
Potremmo dire che tanto il
fascino che la seduzione sono “armi” che la gente sfodera, banalmente, ogni
giorno per raggiungere i propri scopi. Ma il fascino, a mio avviso, ha in sé
qualcosa in più, di più sottilmente attraente. E’ un intreccio tra una dote
innata, prerogativa di chi la esercita e come tale, difficilmente acquisibile
se non la si ha per natura, e l’individuazione di tale dote da parte di chi
questo fascino lo subisce.
Può esistere, e di fatto
esiste, una bellezza oggettiva, ma non un fascino oggettivo. Ciò che qualcuno
può trovare affascinante e ricco di attrattative, a qualcun altro può risultare
assolutamente indifferente.
La seduzione, dal canto suo, non è banalmente una conquista
erotica. Il termine deriva dal latino [se = a sé, ducere = condurre, guidare]
ed indica la raffinata capacità, non solo erotica, di attrarre, un magnetismo
in grado di distrarre l’attenzione dagli altri e di condurla verso di sé. “Sedurre”,
in realtà, è una parola che in sé reca un significato ingannevole. Secondo
questa convinzione che la farebbe derivare dal latino seducere (secum e ducere), avrebbe il
significato di avvicinare, di accogliere, in senso protettivo. In realtà, un’altra etimologia dice che il termine seducere, composto dalla
particella se(d)
(a parte, via) e dal verbo ducere
(condurre), significa letteralmente ‘sviare’, ‘far deviare dalla retta via’,
indurre l’altro a prendere, come canta De André, La cattiva strada. Secondo questa accezione,
seduzione è ciò che fa deviare dalla retta via, trascinando verso la
“perdizione”.
La
“Treccani”, alla voce seduzione, recita: azione diretta a indurre al male,
mediante allettamenti, e il risultato di tale azione; corruzione.
Nel linguaggio corrente, poi, sedurre ha perso la sua
origine etimologica del “condurre a sé” o del “tra-viare”, per diventare
sinonimo di verbi meno peccaminosi come attrarre, piacere, interessare (siamo
soliti dire, ad esempio,“sono stato sedotto dalla scenografia di quel film”,
“quel libro mi ha sedotto…”).
Storia della seduzione
Già nell’antichità
assistiamo alle prime prese di posizione in campo sentimentale, tant'è che
Giovenale, poeta latino del I secolo a. C., in una delle sue satire, la numero
VI, esprime una feroce arringa contro la donna, nell’ambito del matrimonio. A
tal proposito, egli sconsiglia l’amico Postumo di contrarre matrimonio,
dipingendo a tinte fosche l'universo femminile, popolato di figure in cui
dominano il vizio e la perversione, tanto che consiglia all’amico di suicidarsi
piuttosto che di sposarsi. Le donne che lui dipinge sono avide, meschine,
egoiste, piene di voglie sessuali , infedeli, assassine. Prima fra tutte,
Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, che ogni notte lasciava il palazzo
reale per recarsi in un lupanare, preferendo una povera stuoia al talamo del
Palatino, ed assumendo le “vesti” di
Licisca offriva generosamente il suo ventre mai sazio, completamente
depilata, i capezzoli dorati, gli occhi
segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, a marinai e gladiatori. Secondo il racconto di Plinio il Vecchio una volta sfidò in
gara la più celebre prostituta dell’epoca e la vinse nell’avere venticinque concubitus
(rapporti) in 24 ore. Fu proclamata invicta
e, a detta di Giovenale, “lassata
viris, nondum satiata, recessit”
L’ autore descrive tutti i
difetti che rendono sgradevoli le donne, come l’eccessiva cultura, che le
spinge a parlare greco, a discutere circa l'Eneide, o a correggere
"un'amica ignorante per errori che il marito non rileverebbe",
l'amore per lo sport, il sadismo della matrona crudele, che chiede al marito di
far crocifiggere un servo solo allo scopo di soddisfare il proprio piacere, la
natura passionale di Eppia, la moglie di un senatore, che fugge con un
gladiatore. Comportamenti, questi, che appaiono come “deviazioni” della donna
subordinata al marito, priva di cultura e di interessi intellettuali, e dedita
solo ai lavori domestici. La seduzione e il fascino utilizzati dalle donne
dell'epoca per il proprio piacere sono visti come tutt’altro che positivi.
Anche ai tempi dell'Antica
Grecia troviamo sotterfugi amorosi di cui ci parla Apollonio Rodio, poeta del
IV sec. a.C., nelle sue Argonautiche, in cui Giasone per recuperare il vello
d'oro, verrà aiutato da Medea, figlia del re Eeta, la quale in cambio dell'aiuto
si farà sposare dall'eroe greco. Anche in questo caso, una donna è maestra, di
magia e di inganno, carica di passionalità e di impulsività. Ella, dopo essersi
innamorata di Giasone, non può fare altro che seguire il suo amato, aiutandolo
nelle tre prove che gli vengono poste per riprendere il Vello d'oro.
Sulle orme della seduzione,
Soren Kierkegaard (1813-1855), scrisse nel 1833 il “Diario del seduttore”, il
cui protagonista è Giovanni, che, per conquistare la giovanissima Cordelia adotta un raffinato
gioco estetico e cerebrale. Il filosofo attraverso il seduttore mette in
contrapposizione etica ed estetica, affermando che si vive pienamente la
felicità solo con l'estetica, perché l'etica porta con sè legami,
responsabilità e consapevolezze che inducono l'uomo a porsi troppi
interrogativi nel corso del tempo. Kierkegaard individua due diversi tipi di
seduttori: quelli intellettuali e quelli sensuali. Il diario del seduttore
rappresenta un chiaro esempio di seduzione psichica, mentre nel Don Giovanni di
Mozart, che viene discusso nel corso del testo, si può identificare un esempio
di seduzione sensuale: la prima più difficile da attuare, la seconda più alla
portata di tutti. L’ arte seduttiva di Giovanni non va mai oltre l'uso di
semplici parole. Cordelia, sedotta nella sua ingenuità, buona fede, bontà,
innocenza, non si rende conto della propria fragilità. "Eppure ti chiamo
mio seduttore, mio impostore, mio nemico, mio assassino, fonte della mia
sventura, tomba della mia letizia, baratro della mia infelicità. Io ti chiamo
mio e mi dico tua...". La seduzione non fa altro che utilizzare, come
tante altre qualità, le parole "Arte è, in rapporto all'emozione, l'essere
quanto più possibile percettivi, sapere quale impressione si dà e quale impressione
si riceve da ogni fanciulla. In tal modo si può anche essere innamorati di
molte fanciulle in una volta, perché si può essere differentemente innamorati
di ognuna di esse". La seduzione è un "gioco estetico", in cui
il seduttore tesse le sue regole, senza che la sua vittima le conosca.
Anche Dorian Gray è una
icona della seduzione. Oscar Wilde (1854-1900), pubblica quella che verrà
definita " un'esibizione di estrema decadenza e una storia
misteriosa", meglio nota come The Picture Of Dorian Gray, che narra di un giovane
di straordinaria bellezza, ricercato dalla più alta società londinese. Tutti lo
amano e vogliono stare in sua compagnia. Lord Henry Wotton lo introduce alla
filosofia di una vita di piacere basata sulla Giovinezza e sulla Bellezza.
L'artista Basil Hallward dipinge un ritratto di Dorian che catturi in modo
meraviglioso l'incredibile e straordinaria sensualità del giovane uomo. Dorian,
impressionato da quella sua così grande bellezza, spera di non dover
invecchiare oltre. Il suo desiderio è esaudito: la sua vita dissoluta ed
immorale ( Dorian causa il suicidio della sua fidanzata Sibyl e uccide lo
stesso Basil) non lascia segni sul suo viso, ma sfigura il ritratto, che mostra
le impronte della decadenza morale. Disgustato dal suo stesso ritratto, Dorian
alla fine cerca di distruggerlo ma, appena ci riesce, muore. Dopo la sua morte,
il ritratto riassume la sua autentica bellezza, mentre i segni d'età e la
corruzione fisica appaiono sul corpo di Dorian. Il Ritratto di Dorian Gray si
configura come un eccellente capolavoro della letteratura inglese e come una
vera e propria celebrazione del culto della bellezza. Se letto con
superficialità, il romanzo sembrerebbe non avere alcuna base morale. Dorian
conduce il tipo di vita edonistica che non tiene conto di considerazioni morali
e di sentimenti umani ordinari il suo dedicarsi al piacere causa la morte di
tre persone. Un'esperienza, quella estetica, che non sempre si rivela giusta e
retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca
del piacere, ovvero l'edonismo, dall'altro uno stile di vita disinibito e
dissoluto che porta allo sfacelo morale e, nel caso di Dorian Gray, al crimine.
"Those who find ugly meanings in beautiful things are corrupt
without being charming. This is a fault."
["coloro che scorgono cattive intenzioni nelle belle cose sono corrotti,
senza essere interessanti. Questo è un difetto."] "Those who find beautiful meaning in
beautiful things are the cultivated. For these there
is hope." ["quanti scorgono buone intenzioni nelle belle cose sono
spiriti raffinati. Per essi c'è speranza."].
Oscar Wilde ci mostra dunque come non sempre
la seduzione porti profitto nella vita degli uomini.
Gustav Klimt (1862-1918), pittore austriaco,
grazie dotato di un linguaggio pittorico di puro istinto occulto e sensuale,
descrive in Giuditta una sensualità di donna perversa e sfrenata. La
protagonista del quadro venne identificata sin dall'epoca di Klimt con Salomè,
in cui il culto e la ricerca della bellezza si uniscono ad un forte presagio di
caducità della natura umana ed al decadimento del corpo. Il Bacio è sicuramente
il quadro più celebre di Klimt. Ciò che lo rende un'autentica e splendida summa
delle opere dell'artista è l’equilibrio con il quale i diversi aspetti del suo
linguaggio vengono a comporsi: un equilibrio perfetto, ma al tempo stesso
precario e sottile, tra il naturalismo dei volti e delle mani e l'astrattismo
delle vesti, tra l'assolutezza del fondo d'oro e i particolari del prato
fiorito, tra la forte carica erotica e la potente atmosfera cosmica. Isolati
dal resto del mondo in un abbraccio che è fusione sensuale e spirituale al
tempo stesso, gli amanti del Bacio celebrano il trionfo del potere risolutore
dell'eros, in grado di portare armonia nei conflitti tra uomo e donna e tra
persona e natura. Alla diversa decorazione delle vesti dei due amanti, modulata
sulle varie tonalità dell'oro, è affidato il ruolo di segnalare,
l'irrinunciabile diversità dei sessi: secondo un codice simbolico ampiamente
diffuso le forme dure e angolose, i rettangoli, sono connaturate al mondo
maschile; quelle morbide e curvilinee, i cerchi concentrici, al mondo
femminile. Nell'arte di Klimt la donna occupa un posto decisamente primario, è
l'idea stessa di eros, quell'eros che è al tempo stesso amore e morte, salvezza
e perdizione. In Klimt la donna assume un ruolo di decisa superiorità rispetto
all'uomo, tenendo le redini di quel gioco amoroso che rinnova continuamente la
vita e la bellezza.
Nell'ambito della
letteratura italiana, il maggiore esponente del Decadentismo che fece della sua
vita un'opera d'arte è Gabriele D'Annunzio (1863-1938), che nel suo celebre
romanzo Il Piacere (1889), assunse il fascino come modello di vita. Il
protagonista, il conte Andrea Sperelli Fieschi d'Ugenta, ultimo discendente di
una nobile famiglia, passa dall’amore per le donne e la vita mondana, alla
solitudine dell'arte, che diventa un programma estetico ed un modello di vita,
a cui Andrea Sperelli subordina tutto il resto, giungendo alla corruzione fisica
e morale ("bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte. La
superiorità vera è tutta qui"). Andrea scopre che l'unico amore possibile
è quello dell'arte: "l'amante fedele, sempre giovine mortale; eccola fonte
della gioia pura, vietata alle moltitudini, concessa agli eletti; ecco il
prezioso alimento che fa l'uomo simile a Dio". Questa attrazione per
l'arte viene rappresentata dalla sua inclinazione verso la poesia, che
"può rendere i minimi moti del sentimento; può definire l'indefinibile e dire
l'ineffabile; può abbracciare l'illimitato e penetrare l'abisso; può inebriare
come un vino, rapire come un'estasi; può raggiungere infine l'Assoluto".
Il culto "profondo e appassionato dell'arte" diventa per Andrea
l'unica ragione della sua vita.
Per Willy Pasini nel suo “La seduzione è
un’arma divina” (2012), la seduzione è una “truffa”: è una messinscena, una
sorta di fascinazione collettiva, che gioca un ruolo fondamentale nella vita di
tutti i giorni e domina ogni forma di espressione sociale, la moda, la
pubblicità, il mondo dello spettacolo, la letteratura, condizionando i rapporti
interpersonali. La sua peculiarità è di non essere completamente spiegabile
attraverso motivazioni scientifiche. Ha lo scopo di suscitare desiderio per una
persona o per un determinato oggetto, offrendo in cambio la promessa di
soddisfare un bisogno affettivo oppure un’esigenza materiale. Se usata
correttamente può diventare un prezioso strumento che ci aiuta a conquistare la
fiducia degli altri, ma anche a migliorare i nostri rapporti con loro,
consentendoci di entrare maggiormente in contatto con chi ci sta intorno,
risultando una chiave di comunicazione molto efficace. Di solito la seduzione
“amorosa” affonda le sue radici nel nostro inconscio, ma, allo stesso tempo, è
condizionata soprattutto dall’aspetto fisico, che, d’altronde, è quello che per
primo ci appare di qualcuno. Chi seduce fa leva sul bisogno che ciascuno di noi
si porta dentro di sé, fin dall’infanzia, di essere elogiato. La seduzione,
dunque, per Pasini assume una doppia valenza, negativa, quando si gioca
con le emozioni e i desideri altrui: può riguardare i sentimenti, quando il
seduttore irretisce per capriccio, ma senza lasciarsi coinvolgere, il sedotto,
che si trova prima o poi disarmato e sofferente, disilluso rispetto a quello
che credeva essere il proprio sogno realizzato; può riguardare la vendita di un
oggetto che viene presentato nella sua luce migliore e che magari non
corrisponde al reale; può riguardare la politica, promettendo ai futuri elettori
ciò che non si sarà in grado di mantenere. Nel suo significato positivo,
invece, la seduzione è “comunicazione”, è un dialogo tra due persone che
mettono in campo le proprie capacità morali e psicologiche per stabilire un
legame: “sedurre” qualcuno significa riservargli attenzione per conoscerlo
meglio, non ingannarlo e sperimentare su di lui il proprio potere.
Il “tempo” e i modi della seduzione sono oggi
notevolmente cambiati: l’amore e la seduzione sono figli di internet, delle
chat e dei social network. Conoscersi virtualmente e poi fisicamente avviene di
corsa, in tempi notevolmente accelerati rispetto alla realtà, senza pause. Il
seduttore non tiene conto dei tempi dell’altro, ma soltanto delle proprie
necessità. Oggi la seduzione online e le cyberconquiste sono in continuo
aumento. Le modalità seduttive attuate in rete propongono la possibilità di
variare e “camuffare” la propria identità, per assumere quella che più ci
piacerebbe avere per sedurre e si tende ad immaginare chi c’è dall’altra parte
del monitor di un pc, assimilandolo ai propri desideri e alle proprie fantasie.
In realtà, nei nuovi comportamenti amorosi si ha fretta di concludere
rapidamente, per cui ci si corteggia sempre meno.
La seduzione positiva per essere efficace,
invece, deve dosare ritmi differenti, iniziando con rapidità, procedendo
successivamente con lentezza e tornando ad essere rapida nelle fasi conclusive.
Esiste, poi, come sostiene Francesco Alberoni, una profonda differenza tra essere seduttore ed essere seducente: il seduttore cerca di
attrarre l’altro adottando un comportamento basato sull’apparenza più che sulle
reali abilità personali; chi è seducente, invece, attrae l’altro per le proprie
doti interiori, con il suo modo di fare.
I primi segnali del gioco della seduzione li
troviamo nella natura: nel mondo animale l’olfatto, i colori, il canto, la
danza e il corpo sono mezzi per sedurre. Nell’uomo l’olfatto è diventato sempre
meno prioritario rispetto alla vista e al tatto, pur conservando una sua
valenza specifica. Nella specie umana il ruolo seduttivo spetta alla donna,
mentre negli animali è predominio maschile.
Come nasce la seduzione? Secondo Pasini sarebbe
sempre esistita, è la prerogativa più importante che avremmo per la
sopravvivenza della specie. Sarebbe un istinto che anche i bambini posseggono
sin dalla nascita ed è un istinto bilaterale: la madre seduce il bambino
prendendosi cura di lui ed il bambino seduce la madre o chi si prende cura di
lui, suscitando tenerezza e desiderio di protezione. Questa è la seduzione che,
secondo Freud, farebbe parte della normale relazione madre-figlio. Crescendo,
il bambino diventato adolescente ed infine adulto, impara i meccanismi
seduttivi per attrarre l’attenzione degli altri e condurli a sé.
Le donne e gli uomini adottano meccanismi
seduttivi differenti. Gli strumenti della seduzione femminile variano dai
profumi, alla cura della propria immagine, al modo di vestire, a volte
seduttivo, quando lascia poco all’immaginazione, a volte seducente, quando si
basa sul gioco “immagino” più che vedo, agli accessori di moda, ai gioielli,
alla lingerie, allo sguardo, al portamento, al colore dei capelli, al tono di
voce. Fino ad arrivare alla chirurgia estetica per ringiovanire o perfezionare
un corpo che cede ai segni del tempo. Essere in forma ed esibire un corpo
armonioso e seducente oggi è diventato quasi un obbligo sociale. Secondo Pasini
l’arma della seduzione principalmente femminile è rappresentata dall’intuito,
che si basa sul conoscere i propri desideri segreti e mettersi nei panni
dell’altro.
La seduzione maschile avviene tramite il
potere, anche se non tutte le donne ne sono attratte e tramite il corpo, spesso
più che con le parole, cioè con gesti, atteggiamenti, la scelta del look
adatto. La seduzione maschile, però, più che con l’apparenza, si esprime con
l’azione: non è importante mostrare, ma saper fare. In tutto ciò si assiste nei
tempi odierni ad un fenomeno: si ha sempre più voglia di esibire se stessi
all’esterno del rapporto duale, l’extimità, ha sostituito l’intimità, più
centrata, invece, sull’esibirsi sì, ma per sé, nell’ambito della coppia .
Certo,
la retta via è sicura, tranquillizzante, non ha imprevisti, la si può seguire
con l’occhio fino all’orizzonte, ma due persone che procedano parallele su una
loro retta non si incontrano mai, o, come insegna la geometria, solo
all’infinito… Un modo per incontrarsi è deviare dalla propria retta o far
deviare l’altro, dunque essere sedotti o sedurre.
Saraval (a cura di), La seduzione – Saggi psicoanalitici, 1989).
Bibliografia: · · · · · · ·
·
Opera,
letteratura-testi-cultura latina 3, a cura di Giovanna Garbarino, 2004,
Diario del seduttore, Soren
Kierkegaard, 1974, Biblioteca Universale Rizzoli;
Il ritratto di Dorian Gray,
Oscar Wilde, 1989, Oscar Classici Mondadori ; Comunicarte, a cura di Omar
Calabrese, 2009, Le Monnier ;
Il Piacere, Gabriele
D'Annunzio, Oscar Mondadori ; 2001
La storia, a cura di Aurelio Lepre, 2010,
Zanichelli.
Anna Maria Pacilli
Sempre grazie Prof.Pardini. è un onore condividere con tutti voi le mie riflessioni
RispondiEliminaInteressantissimo saggio su un argomento che andrebbe tanto dibattuto, come il fascino e la seduzione, meriterebbe molto interesse. Mi limito a dire (per mancanza di spazio) che la tematica andrebbe notevolmente approfondita e trattata, perché affonda le sue radici nel radicamento dell' essere x il suo simile : l'immaginazione ad es. ha il suo ruolo seduttivo nella psicologia femminile, mentre nel maschio affiora più verosimilmente la parte sensuale. I ruoli s'intersecano, ma hanno pari attrattive. Il rapporto duale si manifesta invece attraverso i 5 sensi che spesso hanno origini differenziate, perché individuabili e tracciabili attraverso l'artificio della mimetizzazione interiore che porta l'individuo ad edulcorare il suo atteggiamento all'esterno. Stiamo assistendo ad un continuo assalto in campo cibernetico e telematico di contatti virtuali che hanno la caratterizzazione di un fascino alterato proprio nel disvelamento della psiche...ma ci sarebbe ancora tanto da dire...Complimenti ad Annamaria Pacilli, per il suo lungo e dettagliato saggio sull'argomento.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà