mercoledì 4 novembre 2015

A. MARIA PACILLI: "IL FASCINO E LA SEDUZIONE"

Anna Maria Pacilli collaboratrice di Lèucade


Un saggio di notevole interesse letterario, storico, sociale, scientifico, questo che ci propone Anna Maria Pacilli: Il fascino e la seduzione, il titolo: tema condito in tutte le salse culturali: etimi, storia della lingua, curiosità, ricerca. Dacché la scrittrice ci introduce, con sagacia e intuizione emotiva, in un argomento per niente scontato, affidandosi ad un linguismo di grande potere attrattivo. Sta proprio qui la grandezza dell’Autrice: nel reperire, con ricerca scientifica e con metodo deduttivo, notizie bibliografiche; nel rielaborarle, e affidarle ad una prosa snella, affabulante, priva di armamentari retorici; apodittica, direi, conclusiva, semplicemente attraente e coinvolgente per la sua duttilità. Leggere questo saggio, farne tesoro, significa acquisire una visione ampia e attuale su una dovizia di autori e contenuti di polisemica significanza: la VI satira di Giovenale; la passione di Eppia e il gladiatore; le “Argonaute” di Apollonio Rodio; il “Diario del seduttore” di Soren Kierkegaard; il “The picture of Dorian Gray” di Oscar Wilde; Gustav Klimpt; “La seduzione è un’arma divina” di Willy Pasini; Messalina nelle vesti di Licisca; Plinio il Vecchio. Lavoro meticoloso e generoso di polivalenti informazioni; materiale su cui riflettere per proiettarsi oltre; per ampliare la nostra curiosità e non di meno la nostra sensibilità. Si conclude con una citazione che porta la firma di Saraval: Certo, la retta via è sicura, tranquillizzante, non ha imprevisti, la si può seguire con l’occhio fino all’orizzonte, ma due persone che procedano parallele su una loro retta non si incontrano mai, o, come insegna la geometria, solo all’infinito… Un modo per incontrarsi è deviare dalla propria retta o far deviare l’altro, dunque essere sedotti o sedurre. Saraval (a cura di), La seduzione – Saggi psicoanalitici, 1989). A voi la lettura e, se volete, benvenuti con le vostre considerazioni:

Nazario Pardini 


Il fascino e la seduzione: affinità e differenze

Se mi si chiedesse il perché della scelta di questo argomento molte sarebbero le risposte possibili. Prima fra tutte la curiosità di saperne di più.
Il fascino a volte è nelle persone (o cose) intorno a noi e non ci rimane che arrenderci e subirlo, a volte risiede dentro di noi e lo esercitiamo all’esterno, più o meno consapevolmente. La seduzione ha spesso un grosso ascendente su di noi, da qualsiasi fonte ci arrivi: riconduce all’idea del nascosto, dell’ignoto, del proibito e, come tutto ciò che è proibito, ci attrae irresistibilmente. Ma riuscire a trovare delle definizioni che possano rendere a pieno l’idea e le caratteristiche di queste due “entità”, non è semplice.
Potremmo dire che tanto il fascino che la seduzione sono “armi” che la gente sfodera, banalmente, ogni giorno per raggiungere i propri scopi. Ma il fascino, a mio avviso, ha in sé qualcosa in più, di più sottilmente attraente. E’ un intreccio tra una dote innata, prerogativa di chi la esercita e come tale, difficilmente acquisibile se non la si ha per natura, e l’individuazione di tale dote da parte di chi questo fascino lo subisce.
Può esistere, e di fatto esiste, una bellezza oggettiva, ma non un fascino oggettivo. Ciò che qualcuno può trovare affascinante e ricco di attrattative, a qualcun altro può risultare assolutamente indifferente.
La seduzione, dal canto suo, non è banalmente una conquista erotica. Il termine deriva dal latino [se = a sé, ducere = condurre, guidare] ed indica la raffinata capacità, non solo erotica, di attrarre, un magnetismo in grado di distrarre l’attenzione dagli altri e di condurla verso di sé. “Sedurre”, in realtà, è una parola che in sé reca un significato ingannevole. Secondo questa convinzione che la farebbe derivare dal latino seducere (secum e ducere), avrebbe il significato di avvicinare, di accogliere, in senso protettivo. In realtà, un’altra etimologia dice che il termine seducere, composto dalla particella se(d) (a parte, via) e dal verbo ducere (condurre), significa letteralmente ‘sviare’, ‘far deviare dalla retta via’, indurre l’altro a prendere, come canta De André, La cattiva strada. Secondo questa accezione, seduzione è ciò che fa deviare dalla retta via, trascinando verso la “perdizione”.
La “Treccani”, alla voce seduzione, recita: azione diretta a indurre al male, mediante allettamenti, e il risultato di tale azione; corruzione.
Nel linguaggio corrente, poi, sedurre ha perso la sua origine etimologica del “condurre a sé” o del “tra-viare”, per diventare sinonimo di verbi meno peccaminosi come attrarre, piacere, interessare (siamo soliti dire, ad esempio,“sono stato sedotto dalla scenografia di quel film”, “quel libro mi ha sedotto…”).
Storia della seduzione
Già nell’antichità assistiamo alle prime prese di posizione in campo sentimentale, tant'è che Giovenale, poeta latino del I secolo a. C., in una delle sue satire, la numero VI, esprime una feroce arringa contro la donna, nell’ambito del matrimonio. A tal proposito, egli sconsiglia l’amico Postumo di contrarre matrimonio, dipingendo a tinte fosche l'universo femminile, popolato di figure in cui dominano il vizio e la perversione, tanto che consiglia all’amico di suicidarsi piuttosto che di sposarsi. Le donne che lui dipinge sono avide, meschine, egoiste, piene di voglie sessuali , infedeli, assassine. Prima fra tutte, Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, che ogni notte lasciava il palazzo reale per recarsi in un lupanare, preferendo una povera stuoia al talamo del Palatino, ed assumendo le “vesti” di  Licisca offriva generosamente il suo ventre mai sazio, completamente depilata, i capezzoli dorati, gli occhi segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, a marinai e gladiatori. Secondo il racconto di Plinio il Vecchio una volta sfidò in gara la più celebre prostituta dell’epoca e la vinse nell’avere venticinque concubitus (rapporti) in 24 ore.  Fu proclamata invicta e, a detta di Giovenale, “lassata viris, nondum satiata, recessit
L’ autore descrive tutti i difetti che rendono sgradevoli le donne, come l’eccessiva cultura, che le spinge a parlare greco, a discutere circa l'Eneide, o a correggere "un'amica ignorante per errori che il marito non rileverebbe", l'amore per lo sport, il sadismo della matrona crudele, che chiede al marito di far crocifiggere un servo solo allo scopo di soddisfare il proprio piacere, la natura passionale di Eppia, la moglie di un senatore, che fugge con un gladiatore. Comportamenti, questi, che appaiono come “deviazioni” della donna subordinata al marito, priva di cultura e di interessi intellettuali, e dedita solo ai lavori domestici. La seduzione e il fascino utilizzati dalle donne dell'epoca per il proprio piacere sono visti come tutt’altro che positivi.
Anche ai tempi dell'Antica Grecia troviamo sotterfugi amorosi di cui ci parla Apollonio Rodio, poeta del IV sec. a.C., nelle sue Argonautiche, in cui Giasone per recuperare il vello d'oro, verrà aiutato da Medea, figlia del re Eeta, la quale in cambio dell'aiuto si farà sposare dall'eroe greco. Anche in questo caso, una donna è maestra, di magia e di inganno, carica di passionalità e di impulsività. Ella, dopo essersi innamorata di Giasone, non può fare altro che seguire il suo amato, aiutandolo nelle tre prove che gli vengono poste per riprendere il Vello d'oro.
Sulle orme della seduzione, Soren Kierkegaard (1813-1855), scrisse nel 1833 il “Diario del seduttore”, il cui protagonista è Giovanni, che, per conquistare  la giovanissima Cordelia adotta un raffinato gioco estetico e cerebrale. Il filosofo attraverso il seduttore mette in contrapposizione etica ed estetica, affermando che si vive pienamente la felicità solo con l'estetica, perché l'etica porta con sè legami, responsabilità e consapevolezze che inducono l'uomo a porsi troppi interrogativi nel corso del tempo. Kierkegaard individua due diversi tipi di seduttori: quelli intellettuali e quelli sensuali. Il diario del seduttore rappresenta un chiaro esempio di seduzione psichica, mentre nel Don Giovanni di Mozart, che viene discusso nel corso del testo, si può identificare un esempio di seduzione sensuale: la prima più difficile da attuare, la seconda più alla portata di tutti. L’ arte seduttiva di Giovanni non va mai oltre l'uso di semplici parole. Cordelia, sedotta nella sua ingenuità, buona fede, bontà, innocenza, non si rende conto della propria fragilità. "Eppure ti chiamo mio seduttore, mio impostore, mio nemico, mio assassino, fonte della mia sventura, tomba della mia letizia, baratro della mia infelicità. Io ti chiamo mio e mi dico tua...". La seduzione non fa altro che utilizzare, come tante altre qualità, le parole "Arte è, in rapporto all'emozione, l'essere quanto più possibile percettivi, sapere quale impressione si dà e quale impressione si riceve da ogni fanciulla. In tal modo si può anche essere innamorati di molte fanciulle in una volta, perché si può essere differentemente innamorati di ognuna di esse". La seduzione è un "gioco estetico", in cui il seduttore tesse le sue regole, senza che la sua vittima le conosca.
Anche Dorian Gray è una icona della seduzione. Oscar Wilde (1854-1900), pubblica quella che verrà definita " un'esibizione di estrema decadenza e una storia misteriosa", meglio nota come The Picture Of Dorian Gray, che narra di un giovane di straordinaria bellezza, ricercato dalla più alta società londinese. Tutti lo amano e vogliono stare in sua compagnia. Lord Henry Wotton lo introduce alla filosofia di una vita di piacere basata sulla Giovinezza e sulla Bellezza. L'artista Basil Hallward dipinge un ritratto di Dorian che catturi in modo meraviglioso l'incredibile e straordinaria sensualità del giovane uomo. Dorian, impressionato da quella sua così grande bellezza, spera di non dover invecchiare oltre. Il suo desiderio è esaudito: la sua vita dissoluta ed immorale ( Dorian causa il suicidio della sua fidanzata Sibyl e uccide lo stesso Basil) non lascia segni sul suo viso, ma sfigura il ritratto, che mostra le impronte della decadenza morale. Disgustato dal suo stesso ritratto, Dorian alla fine cerca di distruggerlo ma, appena ci riesce, muore. Dopo la sua morte, il ritratto riassume la sua autentica bellezza, mentre i segni d'età e la corruzione fisica appaiono sul corpo di Dorian. Il Ritratto di Dorian Gray si configura come un eccellente capolavoro della letteratura inglese e come una vera e propria celebrazione del culto della bellezza. Se letto con superficialità, il romanzo sembrerebbe non avere alcuna base morale. Dorian conduce il tipo di vita edonistica che non tiene conto di considerazioni morali e di sentimenti umani ordinari ­ il suo dedicarsi al piacere causa la morte di tre persone. Un'esperienza, quella estetica, che non sempre si rivela giusta e retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca del piacere, ovvero l'edonismo, dall'altro uno stile di vita disinibito e dissoluto che porta allo sfacelo morale e, nel caso di Dorian Gray, al crimine.
"Those who find ugly meanings in beautiful things are corrupt without being charming. This is a fault." ["coloro che scorgono cattive intenzioni nelle belle cose sono corrotti, senza essere interessanti. Questo è un difetto."] "Those who find beautiful meaning in beautiful things are the cultivated. For these there is hope." ["quanti scorgono buone intenzioni nelle belle cose sono spiriti raffinati. Per essi c'è speranza."].
  Oscar Wilde ci mostra dunque come non sempre la seduzione porti profitto nella vita degli uomini.
 Gustav Klimt (1862-1918), pittore austriaco, grazie dotato di un linguaggio pittorico di puro istinto occulto e sensuale, descrive in Giuditta una sensualità di donna perversa e sfrenata. La protagonista del quadro venne identificata sin dall'epoca di Klimt con Salomè, in cui il culto e la ricerca della bellezza si uniscono ad un forte presagio di caducità della natura umana ed al decadimento del corpo. Il Bacio è sicuramente il quadro più celebre di Klimt. Ciò che lo rende un'autentica e splendida summa delle opere dell'artista è l’equilibrio con il quale i diversi aspetti del suo linguaggio vengono a comporsi: un equilibrio perfetto, ma al tempo stesso precario e sottile, tra il naturalismo dei volti e delle mani e l'astrattismo delle vesti, tra l'assolutezza del fondo d'oro e i particolari del prato fiorito, tra la forte carica erotica e la potente atmosfera cosmica. Isolati dal resto del mondo in un abbraccio che è fusione sensuale e spirituale al tempo stesso, gli amanti del Bacio celebrano il trionfo del potere risolutore dell'eros, in grado di portare armonia nei conflitti tra uomo e donna e tra persona e natura. Alla diversa decorazione delle vesti dei due amanti, modulata sulle varie tonalità dell'oro, è affidato il ruolo di segnalare, l'irrinunciabile diversità dei sessi: secondo un codice simbolico ampiamente diffuso le forme dure e angolose, i rettangoli, sono connaturate al mondo maschile; quelle morbide e curvilinee, i cerchi concentrici, al mondo femminile. Nell'arte di Klimt la donna occupa un posto decisamente primario, è l'idea stessa di eros, quell'eros che è al tempo stesso amore e morte, salvezza e perdizione. In Klimt la donna assume un ruolo di decisa superiorità rispetto all'uomo, tenendo le redini di quel gioco amoroso che rinnova continuamente la vita e la bellezza.
Nell'ambito della letteratura italiana, il maggiore esponente del Decadentismo che fece della sua vita un'opera d'arte è Gabriele D'Annunzio (1863-1938), che nel suo celebre romanzo Il Piacere (1889), assunse il fascino come modello di vita. Il protagonista, il conte Andrea Sperelli Fieschi d'Ugenta, ultimo discendente di una nobile famiglia, passa dall’amore per le donne e la vita mondana, alla solitudine dell'arte, che diventa un programma estetico ed un modello di vita, a cui Andrea Sperelli subordina tutto il resto, giungendo alla corruzione fisica e morale ("bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte. La superiorità vera è tutta qui"). Andrea scopre che l'unico amore possibile è quello dell'arte: "l'amante fedele, sempre giovine mortale; eccola fonte della gioia pura, vietata alle moltitudini, concessa agli eletti; ecco il prezioso alimento che fa l'uomo simile a Dio". Questa attrazione per l'arte viene rappresentata dalla sua inclinazione verso la poesia, che "può rendere i minimi moti del sentimento; può definire l'indefinibile e dire l'ineffabile; può abbracciare l'illimitato e penetrare l'abisso; può inebriare come un vino, rapire come un'estasi; può raggiungere infine l'Assoluto". Il culto "profondo e appassionato dell'arte" diventa per Andrea l'unica ragione della sua vita.
Per Willy Pasini nel suo “La seduzione è un’arma divina” (2012), la seduzione è una “truffa”: è una messinscena, una sorta di fascinazione collettiva, che gioca un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni e domina ogni forma di espressione sociale, la moda, la pubblicità, il mondo dello spettacolo, la letteratura, condizionando i rapporti interpersonali. La sua peculiarità è di non essere completamente spiegabile attraverso motivazioni scientifiche. Ha lo scopo di suscitare desiderio per una persona o per un determinato oggetto, offrendo in cambio la promessa di soddisfare un bisogno affettivo oppure un’esigenza materiale. Se usata correttamente può diventare un prezioso strumento che ci aiuta a conquistare la fiducia degli altri, ma anche a migliorare i nostri rapporti con loro, consentendoci di entrare maggiormente in contatto con chi ci sta intorno, risultando una chiave di comunicazione molto efficace. Di solito la seduzione “amorosa” affonda le sue radici nel nostro inconscio, ma, allo stesso tempo, è condizionata soprattutto dall’aspetto fisico, che, d’altronde, è quello che per primo ci appare di qualcuno. Chi seduce fa leva sul bisogno che ciascuno di noi si porta dentro di sé, fin dall’infanzia, di essere elogiato. La seduzione, dunque, per Pasini assume una doppia valenza, negativa, quando si gioca con le emozioni e i desideri altrui: può riguardare i sentimenti, quando il seduttore irretisce per capriccio, ma senza lasciarsi coinvolgere, il sedotto, che si trova prima o poi disarmato e sofferente, disilluso rispetto a quello che credeva essere il proprio sogno realizzato; può riguardare la vendita di un oggetto che viene presentato nella sua luce migliore e che magari non corrisponde al reale; può riguardare la politica, promettendo ai futuri elettori ciò che non si sarà in grado di mantenere. Nel suo significato positivo, invece, la seduzione è “comunicazione”, è un dialogo tra due persone che mettono in campo le proprie capacità morali e psicologiche per stabilire un legame: “sedurre” qualcuno significa riservargli attenzione per conoscerlo meglio, non ingannarlo e sperimentare su di lui il proprio potere.
Il “tempo” e i modi della seduzione sono oggi notevolmente cambiati: l’amore e la seduzione sono figli di internet, delle chat e dei social network. Conoscersi virtualmente e poi fisicamente avviene di corsa, in tempi notevolmente accelerati rispetto alla realtà, senza pause. Il seduttore non tiene conto dei tempi dell’altro, ma soltanto delle proprie necessità. Oggi la seduzione online e le cyberconquiste sono in continuo aumento. Le modalità seduttive attuate in rete propongono la possibilità di variare e “camuffare” la propria identità, per assumere quella che più ci piacerebbe avere per sedurre e si tende ad immaginare chi c’è dall’altra parte del monitor di un pc, assimilandolo ai propri desideri e alle proprie fantasie. In realtà, nei nuovi comportamenti amorosi si ha fretta di concludere rapidamente, per cui ci si corteggia sempre meno.
La seduzione positiva per essere efficace, invece, deve dosare ritmi differenti, iniziando con rapidità, procedendo successivamente con lentezza e tornando ad essere rapida nelle fasi conclusive. Esiste, poi, come sostiene Francesco Alberoni, una profonda differenza tra essere seduttore ed essere seducente: il seduttore cerca di attrarre l’altro adottando un comportamento basato sull’apparenza più che sulle reali abilità personali; chi è seducente, invece, attrae l’altro per le proprie doti interiori, con il suo modo di fare.
I primi segnali del gioco della seduzione li troviamo nella natura: nel mondo animale l’olfatto, i colori, il canto, la danza e il corpo sono mezzi per sedurre. Nell’uomo l’olfatto è diventato sempre meno prioritario rispetto alla vista e al tatto, pur conservando una sua valenza specifica. Nella specie umana il ruolo seduttivo spetta alla donna, mentre negli animali è predominio maschile.
Come nasce la seduzione? Secondo Pasini sarebbe sempre esistita, è la prerogativa più importante che avremmo per la sopravvivenza della specie. Sarebbe un istinto che anche i bambini posseggono sin dalla nascita ed è un istinto bilaterale: la madre seduce il bambino prendendosi cura di lui ed il bambino seduce la madre o chi si prende cura di lui, suscitando tenerezza e desiderio di protezione. Questa è la seduzione che, secondo Freud, farebbe parte della normale relazione madre-figlio. Crescendo, il bambino diventato adolescente ed infine adulto, impara i meccanismi seduttivi per attrarre l’attenzione degli altri e condurli a sé.
Le donne e gli uomini adottano meccanismi seduttivi differenti. Gli strumenti della seduzione femminile variano dai profumi, alla cura della propria immagine, al modo di vestire, a volte seduttivo, quando lascia poco all’immaginazione, a volte seducente, quando si basa sul gioco “immagino” più che vedo, agli accessori di moda, ai gioielli, alla lingerie, allo sguardo, al portamento, al colore dei capelli, al tono di voce. Fino ad arrivare alla chirurgia estetica per ringiovanire o perfezionare un corpo che cede ai segni del tempo. Essere in forma ed esibire un corpo armonioso e seducente oggi è diventato quasi un obbligo sociale. Secondo Pasini l’arma della seduzione principalmente femminile è rappresentata dall’intuito, che si basa sul conoscere i propri desideri segreti e mettersi nei panni dell’altro.
La seduzione maschile avviene tramite il potere, anche se non tutte le donne ne sono attratte e tramite il corpo, spesso più che con le parole, cioè con gesti, atteggiamenti, la scelta del look adatto. La seduzione maschile, però, più che con l’apparenza, si esprime con l’azione: non è importante mostrare, ma saper fare. In tutto ciò si assiste nei tempi odierni ad un fenomeno: si ha sempre più voglia di esibire se stessi all’esterno del rapporto duale, l’extimità, ha sostituito l’intimità, più centrata, invece, sull’esibirsi sì, ma per sé, nell’ambito della coppia .
Certo, la retta via è sicura, tranquillizzante, non ha imprevisti, la si può seguire con l’occhio fino all’orizzonte, ma due persone che procedano parallele su una loro retta non si incontrano mai, o, come insegna la geometria, solo all’infinito… Un modo per incontrarsi è deviare dalla propria retta o far deviare l’altro, dunque essere sedotti o sedurre. Saraval (a cura di), La seduzione – Saggi psicoanalitici, 1989).


Bibliografia: · · · · · · · ·
Opera, letteratura-testi-cultura latina 3, a cura di Giovanna Garbarino, 2004,
Diario del seduttore, Soren Kierkegaard, 1974, Biblioteca Universale Rizzoli;
Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde, 1989, Oscar Classici Mondadori ; Comunicarte, a cura di Omar Calabrese, 2009, Le Monnier ;
Il Piacere, Gabriele D'Annunzio, Oscar Mondadori ; 2001
 La storia, a cura di Aurelio Lepre, 2010, Zanichelli.

Anna Maria Pacilli 








2 commenti:

  1. Sempre grazie Prof.Pardini. è un onore condividere con tutti voi le mie riflessioni

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  2. Interessantissimo saggio su un argomento che andrebbe tanto dibattuto, come il fascino e la seduzione, meriterebbe molto interesse. Mi limito a dire (per mancanza di spazio) che la tematica andrebbe notevolmente approfondita e trattata, perché affonda le sue radici nel radicamento dell' essere x il suo simile : l'immaginazione ad es. ha il suo ruolo seduttivo nella psicologia femminile, mentre nel maschio affiora più verosimilmente la parte sensuale. I ruoli s'intersecano, ma hanno pari attrattive. Il rapporto duale si manifesta invece attraverso i 5 sensi che spesso hanno origini differenziate, perché individuabili e tracciabili attraverso l'artificio della mimetizzazione interiore che porta l'individuo ad edulcorare il suo atteggiamento all'esterno. Stiamo assistendo ad un continuo assalto in campo cibernetico e telematico di contatti virtuali che hanno la caratterizzazione di un fascino alterato proprio nel disvelamento della psiche...ma ci sarebbe ancora tanto da dire...Complimenti ad Annamaria Pacilli, per il suo lungo e dettagliato saggio sull'argomento.
    Ninnj Di Stefano Busà

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