martedì 10 novembre 2015

CLAUDIO FIORENTINI ESPONE A MDINA


Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade





CLAUDIO FIORENTINI ESPONE A MDINA


La Mdina, Biennale di Malta, si inaugura venerdì 13. Mdina è una città storica situata nel punto più alto dell’isola. Vi sono passati i Fenici, i Romani, i Saraceni (a loro è dovuto il nome) per poi, nel 1530, essere insediata dai Cavalieri di San Giovanni. Distrutta da un terremoto nel 1693, fu poi lentamente ricostruita. Oggi, la Biennale, è ospitata nei vari edifici e nelle piazze della città. Il lavoro di Claudio Fiorentini sarà esposto nella cappella dell’Annunciazione del museo della Cattedrale, proprio di fronte a un quadro del settecento che rappresenta, appunto, l’Annunciazione. Il Dogma da una parte, e dall’altra questo lavoro, che presenta così:
“Il significato della PAROLA” esplode da un fondo rosso che non invade gli altri colori. Intorno all’esplosione un collage di vari Templi, offuscati da una nebbia blu e dalla confusione della realtà. Ogni Tempio rappresenta una serie di interpretazioni, ma la verità non ha spiegazioni e va ben oltre la nostra comprensione. Sei tele affiancate, dimensioni: 200*180.
Utilizzando diversi materiali (carta stampata, giornali, colla, stucco murale, sabbia…), vernice ad acqua e colori ad olio, l’espressione del concetto è riassunta in tre parole: “Scavando nel Khaos”. La verità sgorga da qualcosa che non può essere né spiegata né riprodotta, tuttavia la verità è in ciascuno di noi. Questa ricerca esplode quando il processo creativo rivela il caos (Khaos per l’artista), per portare un nuovo ordine, e il mistero rimane pur sempre coperto da un velo.

P.S.: tra gli artisti che espongono c’è anche Dario Fo


2 commenti:

  1. Complimenti per la scelta del luogo, così gravido di storia e di cultura. Ed anche per il quadro, di cui possiamo solo intuire la forza comunicativa. WORD – rosso-. che esplode da una congerie caotica e spezzata…: ma la fotografia credo non renda la drammaticità delle scelte simboliche e pittoriche del’artista. Rosso. che colore drammatico e potente!
    “Perche' i colori non potrebbero essere fratelli dei dolori, se gli uni e gli altri ci attirano verso l' eterno?". Con questo domanda chiudeva un testo di Hugo von Hofmannsthal riecheggiando alcune riflessioni fatte precedentemente da Goethe, che diceva del rosso:
    “L’azione di questo colore è particolare come la sua natura. Dona un’impressione tanto di gravità e dignità che di clemenza e grazia, produce la prima nel suo stato scuro e concentrato, la seconda nel suo stato chiaro e rarefatto. Così la dignità della vecchiaia e l’amabilità della giovinezza possono vestirsi di un unico colore.” . Confermava Kandinskij- ne Lo spirituale dell’arte:
    “La scelta del colore o di una linea non dipende dall’arbitrio dell’artista, ma dal principio della necessità interiore ( principio di origine romantico)che coincide con l’efficacia espressiva.”
    K , analizzando il linguaggio della visione, si chiedeva se esistesse una grammatica delle forme e dei colori,e faceva il tentativo di definire il senso, vale a dire il suono interiore dei segni e dei colori. Il colore come personificazione di un sentimento- il colore come rivelazione dell’altrove restituisce al discorso un’emozione magica …il colore divincolandosi dagli schemi chimici si rivela come l’elemento irreale delle cose, la metafora del loro mistero.

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  2. Ringrazio il guardiano del faro di Lèucade, Nazario Pardini, per questo approdo, e ringrazio anche Maria Grazia Ferraris per questo interessante commento (se posso, lo copierò sul mio sito)...
    Claudio Fiorentini

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