giovedì 19 novembre 2015

TRIBUNA LETTERARIA: ESTER CECERE "ISTANTANEE DI VITA"




Ester Cecere
ISTANTANEE DI VITA
Edizioni Kairòs, Napoli,
2015


La Nuova Tribuna Letteraria. Anno XXV – N. 120


                         
Sono quadri realizzati con poche efficaci pennellate, i racconti di Istantanee di vita di Ester Cecere: tele di parole costruite con fotogrammi epifanici d'esistenza catturati da occhio addestrato a scrutare segreti ed essenza di eventi, persone e natura. Biologa, abituata a catalogare e a "nominare" le cose con scientifica esattezza, Cecere sente che la vita contiene scorci altri di verità, decifrabili e riferibili solo con l'ausilio di strumenti diversi, meno affini alla ragione e più adatti a scandagliare risorse, abissi e nebbie dell'anima. La realtà non è governata dalla logica; i vissuti non sono scanditi pigliano, abbattono, deviano... E creano solitudini incomprensioni dolore. La scrittura è un estremo tentativo di risposta al disordine che tende a consegnare il singolo ai capricci di un vento indomabile e ostile. La scrittrice ne è convinta. Perciò rappresenta lacerti di realtà, in apparenza normali e quasi inadeguati a farsi materiale di narrazione, che invece si rivelano campionatura fedele di vite e di quotidianità. Scrivere serve a ritrovarsi, dunque; a riscoprirsi permeabili alle emozioni; a prendere coscienza della propria singolarità e del proprio ruolo... È questo il messaggio del libro. Ne danno prova i personaggi intorno ai quali si snodano i fatti: Silvana, docente e pittrice che, per l'ennesima volta, scopre di avere scambiato "lucciole per lanterne"; Miriam, amareggiata per avere capito che la società, assetata di denaro, è anaffettiva; Gabriella, delusa e sull'orlo del suicidio, che recupera la voglia di ricominciare dopo aver osservato il sole con sguardo nuovo... Sentimenti e affetti sono la zattera a cui affidare i propri giorni. Cecere lo sa. A ribadirlo sono altri segni presenti nelle sue storie: il gabbiano affetto da botulismo, restituito al volo dalle cure amorevoli della sua soccorritrice e da un medico umano e competente; il capodoglio che, agonizzante, affronta la morte più sereno grazie alle carezze di Patrizia e dalla sua vocina rassicurante; Vincenzo, che aspetta sereno la morte, convinto di ritrovarsi, finalmente, con sua figlia la cui scomparsa immatura ha segnato per sempre i suoi giorni...
In Istantanee di vita non ci sono svolte improvvise, colpi di scena, espedienti tecnici sofisticati di cui l'arte del racconto è avvezza a fare uso. Ester Cecere non ritiene di doversene servire. La scrittura, sobria misurata e rapida, nulla concede, infatti, a virtuosismi tesi a mascherare e a truccare la sostanza messa in scena. Che, proprio per questo, fa breccia nel lettore, coinvolgendolo e spingendolo a immedesimarsi negli eventi, a sentirsi parte viva e autentica della rappresentazione.

Pasquale Matrone


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