domenica 1 novembre 2015

SONIA GIOVANNETTI: "LEGGENDO GIANNI RESCIGNO"


Sonia Giovannetti collaboratrice di Lèucade


Leggendo Gianni Rescigno di Sonia Giovannetti

Ho avuto il piacere, sabato 24 ottobre, di condurre il convegno in onore del poeta Gianni Rescigno. E’ stato, per me, un viaggio emozionante e commovente nel suo “Racconto infinito”.
Non ho conosciuto Gianni di persona ma, come è consentito ai grandi autori, abitava già nella mia identità di lettrice, occupava già il luogo prezioso dove custodisco la poesia e dal quale attingo suggestioni rare.
Dopo aver presentato l’evento e la figura di Gianni Rescigno, trasportata dall’emozione che avvertivo, ho voluto dedicare a lui alcuni miei versi, che avevano visto la luce agli esordi della mia scrittura poetica, composti per ringraziare i grandi poeti, tutti quei giganti (parafrasando Bernardo di Chartres) a cui ero salita in spalla, che hanno formato e accompagnato il mio cammino sulla strada della poesia.


Il viaggio della parola
(ai Poeti)

Sei stato vicino a me poeta
quando ne avevo più bisogno.
Mi hai riscaldato e accarezzato
quando tremavo.

Tu eri negli orizzonti
nelle sere e nelle notti
che bussavano ai vetri
col grande vento.

Eri nel mio silenzio
nel tacere delle ore deserte
nel cercare ali di luce
          nelle mattine d'argento.

Eri e sei, poeta, il raggio
che illumina il cielo.
E la penna con cui scrivo
va e torna da te, grata.

Consola, la parola.
Oh sì, quanto consola!


Un inno alla parola, il mio. La parola, tanto cara a chi ne ha cura e rispetto. La parola, che non solo consola il canto dei poeti, ma riesce – quando è appropriata, curata, allevata con amore come figlia della lettura – ad elevarsi sopra le cose, sostando in un tempo senza tempo, il tempo dell’anima.
I poeti questo sanno fare: viaggiano sulla linea del tempo, aggrappati alle grandi ali della parola, alla ricerca incessante del senso, e procedendo così verso l’ignoto s’inoltrano in territori inesplorati, dove ogni voce è vibrazione immortale.
Gianni questo lo sapeva e lo faceva bene. Ci ha lasciato, come patrimonio prezioso, versi intrisi di un’umanità acuta e dolente, che solo un occhio come il suo, così attento e sensibile alla condizione umana nelle sue svariate sfaccettature, ha saputo esprimere con rara acutezza.
Una poesia, la sua, legata alla vita e al mistero dell’Essere. Una pietas e una malinconia consapevole, capace di coinvolgere il lettore e condurlo, con garbo e sensibilità, alla meditazione, all’introspezione di chi vuole essere e non solo esistere. Un’arte poetica colma di spiritualità dove l’uomo sembra chiamato al recupero di quelle condizioni di elevazione dello spirito che permettono, attraverso il rispetto e l’amore per il Creato, di oltrepassare la materia stessa e guadagnare – forse – la salvezza. Un canto legato alla terra e alla natura, che invoca un’armonia profonda tra uomo e ambiente, tra sogno e realtà. Un appello, il suo, a ricostruire un’etica fin troppo alterata dagli atti umani, a fondare una più profonda comunione - oltrepassando l’aspetto fenomenico delle cose -   tra la terra e il cielo, tra il corpo e lo spirito.
Ho toccato con mano la particolarità e l’estrema raffinatezza dei suoi Canti che esaltano e danno forma al significante del verso, combaciando con la forza dell’intendimento di vita dell’uomo.
Di questo ho avuto modo di dialogare, nel corso della serata, anche con la signora Lucia, moglie di Gianni, alla quale mi sono avvicinata in punta di piedi, per non turbarla. Da lei, dal suo ricordo, abbiamo appreso molto.
Ho avuto prova concreta di quello che l’esperienza mi ha insegnato a pensare. Sono stata sempre convinta che la vita acquista senso solo se è sostenuta dalla memoria, e che è il ricordo a riconsegnare, a distanza, la vita nella sua interezza.
Il ricordo, che restituisce verità alle persone e alle situazioni, è un’incursione nel nostro essere più profondo e può fare il miracolo che un’assenza non sia mai una vera assenza. Niente più della memoria ci permette di vivere ancora con le persone che hanno contato nella nostra vita. Continuiamo così a dare amore, a ricevere ancora amore.
La mia memoria ora, mentre trascrivo la serata di sabato, va esattamente alle ultime mie parole, che riporto qui, così come le ho pronunciate a fine convegno:
“…dopo l’ultima poesia di Gianni: “La Preghiera dei poeti” che ci ha ulteriormente avvicinato al Cielo, cala il sipario su questa giornata trascorsa in compagnia del poeta che è riuscito ad abbattere le barriere del tempo e dell'oblio, continuando, come lui stesso afferma, ad “abitare nel nostro cuore” e ci ha incoraggiato con messaggi di speranza e d'amore. Grazie ancora alla famiglia, a tutti voi che, con la vostra presenza, avete reso possibile tutto questo e a tutti gli amici che sono stati con noi con il pensiero.
Mi voglio congedare immaginando il poeta a recitare i suoi versi, a testimonianza della sua presenza tra noi:

Mi nutro di silenzio.

Quando sarò padrone d'una stella
nessuno s'accorgerà della mia partenza.

(da: Nessuno può restare di Gianni Rescigno)

Sonia Giovannetti



9 commenti:

  1. Io c'ero.
    E, credetemi, Sonia Giovannetti ha saputo condurre l'evento conciliando il garbo dell'ospite premuroso con l'eleganza dell'accorto cerimoniere.
    Ora qui, nel salotto di Leucade, con stile impeccabile mi fa rivivere quei magici momenti colorando di autentiche, nuove emozioni il tratto della sua penna. L'estro di Sonia non incappa nel deja vu raccolto durante il pomeriggio di sabato ma, salendo sulle spalle dei giganti, riesce ad esaltare con un raggio di luce nuova la figura di Gianni Rescigno, cantore sublime che dà forma al “significante del verso”.
    Grazie Sonia per averci donato, con l'eleganza del tuo discorrere, un pomeriggio indimenticabile all'insegna della Cultura che non muore ma si diffonde con la buona volontà degli artigiani dell'Arte.
    Grazie per il tuo “inno alla Parola”, per quei versi indirizzati all'uomo Poeta, amico dei nostri sogni limpidi o amari, vigile accorto “negli orizzonti nelle sere e nelle notti che bussavano ai vetri col grande vento”.
    Grazie per il buon esempio che sai infondere ai giovani con il tuo essere sempre presente laddove la Cultura chiama a raccolta chi la vuole salvaguardare.
    Noi tutti – direttivo, soci, amici e sostenitori del Circolo I.P.La C., – ti siamo vicini!

    Roberto Mestrone

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  2. Carissima Sonia, amica autentica, la sera del Convegno in onore del caro Gianni Rescigno, c'ero anch'io e mi unisco con parole di autentica infinita ammirazione, a quelle del nostro Presidente, Roberto Mestrone.
    Sei stata la Conduttrice ideale della serata. La donna ricca della raffinatezza e della grazia, di cui spesso parlo, capace di reggere l'intero evento in punta di piedi, con la grandezza, dimostrata da questo intervento, della Poetessa e con l'abilità di chi sa muoversi sul palco in ogni situazione. "Anima Fugit" ha avuto te come traghettatrice, il nostro Presidente come introduttore e Sandro Angelucci e Franco Campegiani come superbi relatori. Il segreto della grande riuscita della festa in onore di un Poeta magnifico é stata proprio la presenza di quattro autentici Poeti.
    Sandro era stato suo grande amico, voi sembravate tutti vicini al cuore di Gianni con le giuste parole, con il potere inconfutabile della Poesia, con la
    volontà del renderLo per sempre vivo!
    Non voglio togliere nulla ai bravissimi musicisti e ai due lettori: Loredana d'Alfonso e Paolo di Santo, ma la padrona di casa é il motore e tu sei stata un miracolo d'armonia! Con l'affetto che sai....
    Maria Rizzi

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  3. I quattro autentici Poeti sono stati davvero un miracolo d'armonia!

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  4. Cara Maria Rizzi, caro Roberto Mestrone, grazie!
    Mi regalate parole troppo generose. Il convegno è stato una grande emozione per tutti e il merito è della poesia di Gianni Rescigno. Tutti insieme siamo saliti su quelle ali grandi che ci hanno permesso di sorvolare spazi infiniti.
    Grazie a Nazario Pardini per aver permesso la condivisione del mio contributo. Un caro saluto a tutti.
    Sonia Giovannetti

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  5. Come spesso accade in ciò che riguarda la poesia, nella presentazione che hai fatto era presente un ossimoro, facile-difficile.
    Facile perché il poeta per cui hai condotto la serata ha scritto testi profondi e magnifici, quindi che tengono da sé. Difficile perché la propria inadeguatezza può risaltare di più, ma tu, lieve e gentile, hai addolcito i difetti dei microfoni, hai lasciato spazio alla bellezza, che è il compito centrale di un evento come questo, hai presentato restando poetessa.
    Complimenti, ma del resto ti conosco bene e me l’aspettavo.

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  6. Veramente bellissimo, emozioni pure allo stato puro. Grazie IPLAC, grazie Nazario.

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  7. Carissimo Luca, anch'io conosco te e la tua onestà intellettuale nel dire, fare e pensare. Ogni tua parola, in virtù di quanto detto, è per me motivo di gioia. Grazie, Luca Giordano.
    Approfitto di questo spazio per ringraziare anche a coloro (fondamentali compagni di viaggio) che, con i loro interventi e con le loro letture, hanno ricordato con maestria Gianni Rescigno e mi riferisco a: Sandro Angelucci che ha curato e voluto il convegno, Franco Campegiani, Giacomo Panicucci, Loredana D'Alfonso e Paolo Di Santo.
    Grazie anche a Maria Rizzi per il momento delicatissimo che ha condiviso con la Signora Lucia.
    Sonia Giovannetti

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  8. A lei, Sonia Giovannetti, valente dispensatrice di parole preziose per rendere omaggio a un “raggio che illumina il Cielo”, giunga il mio plauso. C'è chi filosofeggia sulla tutela dei Valori che tengono in piedi la Società che barcolla e poi non muove un passo a difesa della vera Cultura.
    Voi avete dimostrato che il palco di un teatro può ospitare degnamente l'anima di un poeta e non solo bellimbusti da cabaret, procaci veline o stonati canzonettari.
    Speriamo che Iplac ci conceda il bis.
    I padroni di una stella meritano la nostra ammirazione.
    Ci sarò anch'io, pur abitando molto lontano da Roma.

    Annetta Anselmi.

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  9. Gentilissima, Annetta Anselmi, non posso che ringraziarla - con particolare gioia - del generoso omaggio che lei dona alla mia persona e alle parole che ho dedicato a un poeta, che ha trasportato la poesia non solo nella forma scritta. Gianni Rescigno ci ha trasmesso la poesia del vivere (a me tanto cara) anche con la sua esistenza e con la parola abituata a vestirsi di senso con l’abito della grande umanità.
    Quel “raggio” poetico che sa disporsi sulla linea dell’umano, così peculiare dei poeti autentici e delle persone che hanno lo sguardo rivolto all’ascolto del proprio essere, intraprende il viaggio di conoscenza, di sé e del mondo al tempo stesso. Dote rara che io seguo e inseguo, come il faro “che illumina il Cielo” e che rappresenta la vera bellezza.
    Non ho il piacere di conoscerla personalmente, cara Annetta, ma riconoscerla nel sentire comune dell’importanza della parola - così vicina agli uomini e ai poeti che ho appena descritto - mi fa sentire migliore nel luogo dove alto vola il verso, che non vuole mai uscire dal luogo prezioso per il quale è nato e che dà senso ad un linguaggio puro.
    Giunga a lei la mia ammirazione per avere, insieme a noi, alzato lo sguardo verso la stella dei grandi poeti.

    Sonia Giovannetti

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