mercoledì 4 novembre 2015

"PASOLINI L'ULTIMO PROFETA" READING POETICO


2 commenti:

  1. Dietro ogni commemorazione c’è qualcosa di mostruoso, c’è la morte, c’è la reazione a questa morte, il rifiuto di qualcosa di ineluttabile.
    In questa commemorazione c’è qualcosa di pesantissimo che ci lega alla terra, che ci impedisce di sollevarci: è la storia, sono gli eventi legati a all’omicidio di Pier Paolo Pasolini, un senso di ingiustizia che ci accompagna.
    Come affrontare questa pesantezza che ci pietrifica e ci sprofonda nella terra delle polemiche, dei pettegolezzi, lontana da qualunque bellezza e verità?
    Noi vogliamo volare leggeri, come voliamo quando ascoltiamo le parole di Pier Paolo Pasolini, come ci sentiamo elevare quando vediamo i suoi film, quando leggiamo i suoi articoli.
    Il corsaro è un guerriero che, se necessario, affronta una flotta intera pur di essere se stesso, pur di portare a termine quella che lui considera la sua missione.
    Noi siamo qui per spirito corsaro, per sfida ai luoghi comuni e all'ipocrisia. Prendo in prestito da Italo Calvino alcune immagini delle lezioni americane, in particolare quella su “La Leggerezza”. La nostra avventura sarà simile a quella di Giasone, che cerca gli strumenti più adatti per portare a termine la sua sfida: le scarpe alate, lo scudo che riflette, il falcetto affilatissimo. La bellezza che ci fa volare, l’arte che riflette la realtà ma non è la realtà, la chiarezza di parole affilatissime che taglia la testa al mostro del potere.
    La nostra azione porterà alla conquista di una verità che è il contrario di ciò che abbiamo sentito finora su Pasolini. L’essere qui è l’atto di un’avventura nella quale vogliamo decapitare il mostro dell’ipocrisia, dell’omologazione, mostro che sacrifica vite umane per difendere strutture e istituzioni ormai obsolete, anzi che obsolete lo sono sempre state.
    Da questa avventura potranno scaturire molte cose, come dall’avventura di Giasone scaturirono il cavallo Pegaso, che porta l’eroe in salvo e il cui colpo di zoccolo farà scaturire la fonte sul monte delle Muse, l’Elicona, che dona l’ispirazione ai poeti. Il sangue di Medusa decapitata diverrà corallo rosso, splendido ornamento.
    La verità non è quella del tribunale, la verità noi la sappiamo: in Italia e nel mondo, nella letteratura e nel pensiero del novecento, ma Pasolini entra anche in questo millennio con la sua capacità eccezionale di analisi, non si può prescindere dal pensiero e dall'opera del poeta friulano.
    Quello che era un sentimento mostruoso, commemorare una morte, diventa qualcosa di meraviglioso. Diventa un’azione eroica che ci porterà ad avere la leggerezza di un uccello e non quella di una piuma potata dal vento. La nostra leggerezza sa dove andare, come gli uccelli protetti nell'oasi naturale che accoglie il monumento commemorativo attorno al quale oggi ci siamo riuniti. E una coincidenza appropriata: le nostre parole, i nostri pensieri sono come questi uccelli, sanno dove andare e devono essere protetti perché non si ripeta quello che è successo con Pier Paolo Pasolini: l’essere ucciso per un gioco politico schifoso e miope.
    Come questa riserva protegge dei fragili animali dall'essere uccisi, così vogliamo proteggere le idee di Pier Paolo Pasolini e farle rivivere.

    Luca Giordano

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  2. Luca caro, leggerti é ascoltare il proprio cuore divenire anarchico; é entrare nel vivo delle verità attraverso le funi che sai gettare con levità per invitarci a entrare nella storia, a leggerla in modo diretto e libero. Sono consapevole della storia di Pasolini. Stiamo percorrendo da alcuni anni un sentiero che ci conduce vicini alla grandezza della suo Opera di regista, di autore, di Poeta e di Uomo, ma il tuo Verbo resta la voce più alta e più incisiva che si possa ascoltare. Sono fiera di esserti Amica!
    Maria Rizzi

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