lunedì 23 novembre 2015

LUCA GIORDANO: "INTERPRETAZIONI" ALL'ENOTECA LETTERARIA VIA QUATTRO FONTANE



Interpretazioni

La forza debole della parola e il potere nascosto nell’immagine

Ieri All’Enoteca Letteraria in via delle Quattro Fontane 130, con un gruppo di amici si è svolto “Interpretazioni”, un reading di poesie ispirate alle foto di Silvia Fiori

Silvia è un’artista “per passione” ma quella passione seria, al modo di Schopenauer, che in un famoso aforisma spiega come, per chi ama l’arte, non creare reddito dalle proprie opere, non vada assolutamente a discapito della qualità della sua produzione.
Ieri è avvenuto qualcosa di particolare, per una sintonia che spesso si crea in un luogo accogliente come l’Enoteca Letteraria di Torino Puccica, per l’amicizia che legava gli autori delle poesie, per la simpatia e la cordialità di Maria Rizzi, per la bravura di lettrice di Loredana D’Alfonso, siamo stati bene, e questo non è poco. C’è stato qualcosa di più, le poesie nate direttamente dagli scatti di Silvia Fiori o solamente accostate alle foto per una coincidenza di argomento, avevano un surplus di armonia e bellezza.
Massimiliano Maccaroni, Maurizio Bacconi, Davide Cortese, Patrizia Pallotta, Franco Paolucci, Paolo Buzzacconi, Alfonso Angrisani, Roberto De Luca, Angiolina Bosco, Sonia Giovannetti, Gino Guglielmi si sono succeduti nelle letture esprimendo in poesia quello che le immagini avevano suggerito loro o accostando delle poesie già scritte a quelle stesse immagini.
La bellezza della serata la si é capita sul finale, quando Paolo Buzzacconi ha letto la splendida lettera del padre marito francese che ha scritto “non avrete il mio odio”.
Penso che il senso di scrivere, ma anche di qualunque atto artistico, sia riassunto in questa lettera.
Sono parole portate alla loro essenza fondamentale: dare senso alla vita. Non c’è altro scopo nell’opera d’arte. Le parole usate con il sentimento meraviglioso del cuore dell’autore sono diventate belle, stupende. È un esempio di estetica nata spontaneamente, di un’estetica potenziale che alberga in ciascun uomo, di cui ciascuno è portatore, ma che non tutti sappiamo esprimere, perché non tutti sappiamo scendere nel fondo del nostro cuore.
Ogni parola in quella lettera ha un suo posto, un suo significato, un rispetto che le è dovuto, ma che spesso, soprattutto in una società dove l’uso delle parole è piegato alle necessità del mercato,  non viene colta. Noi abbiamo negli occhi le immagini di violenza il dolore della Francia, che per motivi affettivi ci sono entrate nel cuore più di altre.
Mi permetto un excursus. C’è chi ha detto che non è giusto essere più sensibili per le morti che avvengono in Francia piuttosto che per quelle che avvengono in un altro paese del mondo. Non credo sia vero, se a essere ferito è un familiare o un amico, una persona vicina a te, il sentimento che avrai sarà maggiore, se invece ad essere colpita sarà una persona sconosciuta sarà minore. Non siamo persone neutre, il sentimento non si misura con la quantità di violenza o di efferatezza. Siamo esseri parziali comunque, allora io preferisco la parzialità che mi fa sentire vicini i francesi oggi, e che domani spero mi faccia sentire vicino tutti gli uomini del mondo, piuttosto che un’imparzialità, che alla fine potrebbe diventare motivo di freddezza verso gli uni e verso gli altri. Ho diversi amici in Francia e a Parigi e sono stato preoccupato per loro e questo fa la differenza, perché noi non vogliamo bene a un concetto ma a un uomo, a una donna, a uno sguardo.
Ritorno all’idea principale di questo scritto: la forza delle parole unite alle immagini. Perché c’è una corrispondenza fra immagini e parole come portatori di concetti che aiutandosi le une con le altre potrebbero dare un risultato maggiore della somma algebrica delle due.
Interpreto la bellezza e la profondità della serata con questa idea che ha espresso uno dei suoi partecipanti, Alfonso Angrisani. Nella poesia le parole sono una composizione, come una composizione musicale, hanno delle regole che si devono mettere al servizio del sentimento. La composizione è riuscita proprio per questo equilibrio tra ragione e sentimento.
Che forza può avere una parola? Essa è più forte di tutti gli eserciti del mondo! Con quel breve scritto Antoine Leiris, questo il nome dell’autore della splendida lettera, è stato più forte dei terroristi, delle loro armi! E le immagini? Il vero potere delle immagini non è quel potere esplicito che hanno le immagini da macelleria che ogni tanto vediamo, le immagini forti, ma è il potere nascosto nell’evocare un simbolo, nell’accennare un’idea, è difficile da ottenere nelle immagini perché esse tendono all’esplicitezza. La discrezione e la bellezza degli scatti di Silvia Fiori, la forza nascosta delle parole che avevano le poesie recitate ha fatto sì che la serata non fosse solo incontro bello, ma anche la prospettiva di quanto possa essere interessante la commistione tra parole e immagini.

Luca Giordano


1 commento:

  1. Sono grata a Silvia Fiori per averci concesso di realizzare una serata diversa, di commistione foto - poesia; agli undici poeti che si sono ispirati ai suoi scatti scrivendo liriche dense di pathos, di ricordi, di emozioni, a Tonino Puccica, che continua a ospitarci con raro calore, a Luca per quest'articolo di 'pancia, di cuore e di testa, e rivolgo un pensiero particolare al nostro Paolo Buzzacconi per aver chiuso l'evento con la lettera di Antoine Leiris. Come afferma Luca si é trattato di un evento che ha messo in risalto il potere della parole e delle immagini. E a mio umile avviso, la parola può divenire strumento per scatenare rancori o meraviglioso atto di coraggio e di invito alla pace. Grazie a tutti e al Magnifico Nazario, che ci ospita Suo Scoglio incontaminato.
    Maria Rizzi

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