mercoledì 18 novembre 2015

GIOVANNI DINO: "LA NASCITA DI UNA IDEA"



Giovanni Dino: La nascita di una idea. Fondazione Thule Cultura. Bagheria (Palermo). 2015. Pg. 32



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Un poemetto di grande meditazione, e di urgente impostazione ontologica dove Giovanni Dino si pone e pone a noi tutti domande e questioni che invitano a riflessioni di carattere esistenziale, etico, sociale, umano, e metafisico. Una perlustrazione orizzontale e verticale della condizione umana. La nascita di una idea, il titolo. E a proposito mi piace riportare un frammento della prefazione di Elio Giunta: “Il titolo annuncia un’ipotesi morale circa la nascita dell’idea, di qualsivoglia idea che conti, ma poi in fondo la parola idea si risolve in un sintagma dietro cui è possibile tutto lo snodarsi degli elementi della nostra consapevolezza esistenziale.”. Il Poema si dipana su una versificazione generosa e duttile che è tesa a concretizzare un animo intento ad analizzare la plurivocità di tale questione: “Le idee pur venendo dallo stesso magma/ possono saltare/ da una religione/teologia/filosofia all’altra…”.  E i versi si inanellano in molteplici misure: da trisillabi, a quinari, a senari, fino ad estensioni ipermetriche, tanta e varia è la materia che debbono vivacizzare: idee per fare la guerra, per migliorare una condizione, per creare bene, (il bene è bene solo se produce bene), la loro provenienza, le idee che hanno fatto uomo l’homo, (Ma cosa sono le idee?), le idee che possono salvare, che possono uccidere, la visione metafisica e il rapporto dello scrittore con l’Aldilà: “… Il mondo è nelle sue mani/ nella sua intelligenza/ come prima della sua comparsa/ era nel ventre di Dio”, fino ad una conclusione amara su ciò che l’Autore pensa del rapporto fra l’uomo e l’amore: “Dell’amore l’uomo non sa proprio nulla/ è solo un abile ignorante/ un teorico tirocinante/ Dell’amore conosce appena il guscio/ lo scheletro fossilizzato nella ritualità/ galatei/ che recita sul palco dei giorni”. Non è azzardato definire questo poemetto un percorso etico-estetico di semantica filosofica. Ma quello che c’è di veramente bello è la fluidità e la semplicità con cui il Poeta sa tradurre la molteplicità dei suoi input esistenziali in un lirismo che vince e convince.           


Nazario Pardini

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