venerdì 20 novembre 2015

MARIA RIZZI SU "IL CORAGGIO DI LEA" DI FRANCESCO CASUSCELLI



Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade



Francesco Casuscelli
                                                   
Francesco Casuscelli nella lirica intitolata “Il coraggio di Lea”, dedicata a Lea Garofalo, testimone di giustizia, vittima di ‘ndrangheta, mostra di voler rendere omaggio a una donna che ha saputo tenere alta la testa per anni, nonostante fosse nata e cresciuta nel mondo mafioso.
Per due motivi completamente diversi la poesia mi ha scossa nel profondo. Il nome della donna, caro al mio cuore da quando sono nata e divenuto ancor più caro nel tempo, e il momento storico nel quale il nostro Autore ha deciso di scrivere e pubblicare questo testo forte, sanguigno, e al tempo stesso caldo e ricco d’un’umanità struggente.

“Oggi l’albero della giustizia trae nutrimento
  dalle tue ceneri per far germogliare
  ancora il tuo coraggio”.

L’albero della giustizia sta ricevendo scosse violente. E’ sbattuto dal vento del dolore, della paura, del sangue e occorrono segnali di coraggio. Francesco, con ardito pudore ricorre alla vicenda di una donna, che asseriva di avere la ‘bestia nel cuore’, ovvero in casa sua. Il padre le era stato ammazzato quando aveva solo nove mesi, uno dei fratelli, Floriano, era un boss conosciuto non solo in Calabria e la donna quando venne interrogata dal Giudice riferì dell’attività di spacciatori dei fratelli e rivelò, senza esitazioni, che Floriano era stato ammazzato nell’ambito di faide familiari. Si espose in modo tale che i giudici ritennero indispensabile inserirla nel programma di protezione. Lea, nel 2009, decise spontaneamente di rinunciare a ogni tutela e tornò a vivere nel paese d’origine. Da quel momento si espose alle possibili vendette dei parenti e, in particolare dell’ex - compagno Carlo Cosco, che non esitò ad ammazzarla in modo brutale.

“Quell’uomo d’onore che non è più neanche uomo
  dopo aver baciato il tuo corpo
  ha avuto il coraggio efferato e cruento di ucciderti”.

La fine della donna è stata rivendicata dalla figlia Denise, che animata dallo stesso coraggio della mamma, ha testimoniato contro il padre.
Due donne, citate entrambe nei versi del Poeta, che ‘la bestia’ hanno deciso di stanarla, osando oltre il possibile. Lea ha sfidato il sistema del quale conosceva tutte le infamie ed è morta sicura che Denise avrebbe dato un senso al suo sacrificio. La storia di una donna capace di immolarsi per uscire dalla spirale del male, per garantire un futuro libero al ‘sangue del suo sangue’, vale da testimonianza e da insegnamento.
Credo che Francesco postando un documento così potente rivolga un esplicito invito a ognuno di noi. Non ci si salva nascondendosi, mostrando il proprio terrore. Si salva il senso del nostro attimo terreno rispondendo con dignità. Occorre sempre e comunque continuare a vivere senza nascondersi. Altrimenti ci riduciamo a ben poca cosa…
Ringrazio Lea Garofalo e la figlia Denise e soprattutto il nostro Autore, superbo esempio di poeta civile.

Maria Rizzi




Il coraggio di Lea

                                                        A Lea Garofalo                                                                                          testimone di giustizia,
                                                        martire di ‘ndrangeta


Oggi l’albero della giustizia trae nutrimento
dalle tue ceneri per far germogliare
ancora il tuo coraggio.
Tu hai visto, hai sentito ed hai parlato

Della tua forza noi ammiriamo il coraggio
Il coraggio di un amore che cercava una via d’uscita
Quell’amore divenuto criminale
nel suo essere brutale e malavitoso,
no, non poteva più essere famiglia.

Dovevi fermarlo prima che la sua ombra calasse
il tetro mantello sul tuo germoglio,
preservando per lei quel sole che ha brillato
soltanto un istante nella tua vita.

Quell’amore che non era amore
Sebbene desiderato e fortemente voluto,
ha avuto il coraggio di ingannare
distruggendo la tua felicità.

Quell’uomo d’onore che non è più neanche uomo
dopo aver baciato il tuo corpo
ha avuto il coraggio efferato e cruento di ucciderti.
La crudeltà di bruciarti
di abbandonare i tuoi resti al freddo,
di vivere negando, senza scrupoli
di mentire alla figlia da assassino della madre.

Quei mostri criminali non sanno
d’essere stati il mezzo
del tuo sacrificio per liberare
il futuro alla tua giovane figlia

Lea del tuo coraggio ammiriamo la forza
giovane donna macchiata d’infamia,
ignara compagna di ndrangheta,
testimone di giustizia e madre protettrice.

Nel tuo urlo tra le violenze
solo la morte ti ha salvata
sentiamo la speranza della tua libertà eterna.
Tu hai visto, hai sentito ed hai parlato, con coraggio!



Francesco Casuscelli

1 commento:

  1. E' un grande onore essere accolto in qusto luogo di poesia. Ringrazio Maria Rizzi che ha colto l'ardore emotivo, che mi ha spinto a scrivere la poesia ed ha descritto con precisione le vicende di cronaca relative alla vita di Lea Garofalo e della figlia Denise. Ringrazio anche il prof.re Nazario Pardini che accoglie sempre con gentilezza le mie poesie, donandomi uno frammento di cielo della sua isola.
    Francesco

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