venerdì 6 novembre 2015

CLAUDIO FIORENTINI: "LA SIGNORA DI ROKUJO"


Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade


LA SIGNORA DI ROKUJO
Autore: Haroumi Setouchi (Haroumi Jakucho)

Regia: Massimiliano Milesi
Compagnia: Compagnia Sipari D'Oriente
Cast: Carla Aversa, Luca Avallone, Giancarlo Vitaterna
In scena al Teatro Elettra di Roma



Uno spettacolo letterario, denso, che si dipana con moto magmatico, volando su un linguaggio ricco, consistente, scuro. Carla Aversa, che ha una voce meravigliosa, impressiona per la sua capacità interpretativa e per la capacità di ripetere a memoria un testo titanico. A differenza degli spettacoli che di solito vediamo, in questo il dialogo è pressoché inesistente perché vive di narrazione. Il lavoro di regia e lo studio del testo, che facile non è, propongono un insieme avvolgente dove lo spettatore è chiamato in causa e deve impegnarsi per seguire ogni parola, ogni respiro senza il beneficio della pausa. Tuttavia lo spettatore è partecipe dal primo all’ultimo momento e viene coinvolto dal personaggio principale che non è altri che la passione. Si inizia quindi un viaggio nel mondo femminile, dove l’amore ferito, ma pur sempre integro, la fa da padrone, ed ogni passaggio delinea un’emozione diversa, ma sempre legata dal leit motiv. La paura, il tradimento, la gelosia, il dolore, l’intimità perduta, tutto si sviluppa senza che l’amore sia vinto. Solo la morte può porre termine a questo tormento, che offre come vittima sacrificale ogni istante della vita della donna all’uomo, o meglio, a un principe bellissimo che contraccambia con la fisicità e con il sogno. La donna è spettatrice del tormento dell’uomo, e intanto si strugge nel suo, che accompagna lo spettatore fino al compimento del racconto.
Alternare le letture alla recitazione segmenta la pièce rendendola fruibile, il movimento di scena degli attori inserisce una dinamica minima e lenta che rappresenta giustamente lo scorrere della vita, che scorre a modo suo, senza sosta, fino alla comprensione che nulla è stato vano sebbene tutto abbia avuto inizio e tutto termini nell’abisso della solitudine.
La passione e le emozioni della donna si delineano tutte come in una proiezione di diapositive su un piano orizzontale, un bianco e nero lineare che sa di dover rinunciare al colore perché così è scritto nel libro del destino.
Nell’insieme lo spettacolo è molto equilibrato; la scenografia e le proiezioni, insieme agli stacchi sonori e musicali, sottolineano la desolazione di una donna che lotta con se stessa fino allo stremo, e la conclusione ci porta a dire che lei, la perdente, esce vittoriosa dalla sua lotta perché ha vissuto fino in fondo, ha portato la sua passione a compimento rimanendo fedele alla sua voce fino alla fine. E questa vittoria si misura con la dignità.
Complimenti, quindi, per aver affrontato con grande maestria un testo tanto difficile. Ho molto apprezzato il coraggio di attori e regista, e la capacità di tessere con le parole un cammino interiore senza corrompere pudore e sentimento.
Vi auguro un grande successo

Claudio Fiorentini



Setouchi Harumi è nata nel 1922 ed è originaria di Tokushima, antica città dell’isola Shikoku.
Dopo aver avuto un marito, una figlia, ed una storia d’amore con un giovane studente, decide diventare monaca e si ritira in un tempio buddista a ovest di Kyoto.
E’ famosa per aver scritto grandi romanzi riguardanti i temi dell’amore e del tradimento.





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