giovedì 19 novembre 2020

ANTONIO SPAGNUOLO LEGGE: "DAGLI SCAFFALI DELLA BIBLIOTECA" DI NAZARIO PARDINI

SEGNALAZIONE VOLUMI = NAZARIO PARDINI

 


****Nazario Pardini : “Dagli scaffali della biblioteca” – Ed. Miano – 2020 – pagg. 120 - € 12,00


Il ricamo poetico che Nazario Pardini va tessendo nell’arco di questi anni si arricchisce di un volume tutto da centellinare, per il ricco solfeggio che si eleva tra le pagine e per la personale capacità di offrire in lettura variegate pulsioni di analisi esistenziale. Il ritmo che si trova nella vertigine emotiva è un ritmo che si fa e si disfa in un magma di punti esclamativi e punti sospensivi, di soste interrogative e sussurri dialettici, talmente inquietante, vuoi per la ricerca linguistica che l’autore cerca di maneggiare vuoi per il tormentato ed accelerato complesso creativo che lo distingue, da sorprendere il lettore a ritornare con piacere ai passi già sorseggiati.
Qui le sezioni sono tre. La prima “Ricordi che pungono” intreccia diverse memorie, che dalla sorpresa di un Natale da rivivere ad occhi semichiusi si fermano al sogno del padre bambino, dalle porte consunte della casa della sua fanciullezza giungono al cinquantesimo anniversario di matrimonio del fratello, dalla stanca penna che non ha più inchiostro sufficiente ai nipoti gemelli rinchiusi nel box a giocare. Nella seconda “Dagli scaffali della biblioteca” il piacevole scorrere di incontri, proposti con la fascinosa spontaneità della sorpresa, ci accosta ai grandi come Platone e Dante, D’Annunzio e Saba, Ungaretti e Caproni, Foscolo e Montale, Aleramo e Quasimodo, in un susseguirsi di versi, quasi tutti endecasillabi, che ne fanno un dorato poemetto. Tutti i poeti che Nazario incontra hanno un cipiglio severo ed alto, pronti a raccontar di loro o ben disposti a concedere illuminazioni, nel significativo ritmo armonioso che contraddistingue le vite abbandonatesi ad un moto emotivo-psicologico.
Nell’astrarsi dalla vita ci si rende conto che tale astrazione non è né felicità, né riscatto, né tanto meno assopimento all’inerzia che dissecca le menti. La terza sezione: “Dieci poesie d’amore” infatti si matura, nella luminosità, tutto l’iter che un poeta percorre, ammaliato dal sorriso catturato con la rete da pesca o dalla fuga del tempo che accompagna la timidezza giovanile, dallo sciogliersi rapido dell’autunno alla splendida età che brillava quanto il mare.
In Pardini la scorrevolezza del dettato riporta con destrezza quelli che sono i momenti focali del raccontarsi, nella maniera equilibrata e mai evanescente, quasi come energico tentativo esplorativo per immagini di forte tensione partecipativa.
ANTONIO SPAGNUOLO

 

1 commento:

  1. Rivolgo le più sentite congratulazioni al caro Antonio Spagnuolo, che affresca l'Opera del nostro monumentale Nazario con penna fluida, sicura, luminosa. Affresca le tre sezioni nelle quali è diviso il testo senza citazioni, senza ricorrere a lungaggini, soffermandosi sull'essenza del volume e degli intenti dell'Autore. Dimostra quanto un vero, Grande Poeta ne sappia leggere un altro con gli occhi giusti, cogliendo i simboli, descrivendo le atmosfere e i personaggi, scivolando sull'olio dell'amore con rara padronanza. Un'esegesi magistrale, che conferma il suo talento e accresce - se mai fosse possibile - la mia stima. Lo ringrazio per questa lezione e mi permetto di salutarlo con un abbraccio, che estendo, ovviamente al nostro Nazario, Autore di tanta Opera.

    RispondiElimina