Pochi versi per un tributo immenso al congedo, al vento forte che soffia e trascina in quella che definisci 'alcova'. Il nostro umano, fugace passaggio, nel tuo immaginifico canto spirituale, diviene preludio dell'eternità. Un messaggio salvifico, cara Fulvia, che tocca le corde del cuore e rende 'lieve il peso' non solo dell'ultimo saluto' ma di ogni giorno che ci è dato in dote. Grazie. La lirica è un gioiello. Ti abbraccio insieme al nostro immenso Condottiero.
Cara Maria Rizzi ti ringrazio del commento, dell'attenzione che hai avuto nei miei confronti e della considerazione fantastica in cui tieni questa lirica. Trattasi di un momento emozionale, un sentimento istintivo che spesso si libera in poesia, in questo periodo talmente provato dall'umanità malata e gravata, peraltro, di perdite improvvise. Nella culla di Severino Boezio sono, nella percezione della "presenza dell'attimo fuggitivo" con delicatezza partecipo, nella doppia veste significativa -concreta e astratta- della parola assunta, la mia testimonianza, sentendo vivere ciò che è dentro e fuori di me. (((E a tal proposito, riprendo una frase, tra le tante a me care, dello splendido pittore Vincent Van Gogh:" Dipingo per non pensare, non penso a niente. Mi sento in ciò che è fuori e dentro di me."))) Coltivo l'auspicio che, del mio dire, il fruitore sperimenti una serenità intensa e salvifica partecipativa dell'evento in essere; e di questa nuova pandemia. Ringrazio il professore Nazario Pardini: in una e-mail, in forma colloquiale, attraversando dedicate sue parole, questa poesia in nuce, si è liberata dal suo bozzolo e sfarfalla adesso sul blog. Grata per questa gradita sorpresa, Maria, ti stringo forte anch'io. Fulvia
Pochi versi per un tributo immenso al congedo, al vento forte che soffia e trascina in quella che definisci 'alcova'. Il nostro umano, fugace passaggio, nel tuo immaginifico canto spirituale, diviene preludio dell'eternità. Un messaggio salvifico, cara Fulvia, che tocca le corde del cuore e rende 'lieve il peso' non solo dell'ultimo saluto' ma di ogni giorno che ci è dato in dote. Grazie. La lirica è un gioiello. Ti abbraccio insieme al nostro immenso Condottiero.
RispondiEliminaCara Maria Rizzi ti ringrazio del commento, dell'attenzione che hai avuto nei miei confronti e della considerazione fantastica in cui tieni questa lirica. Trattasi di un momento emozionale, un sentimento istintivo che spesso si libera in poesia, in questo periodo talmente provato dall'umanità malata e gravata, peraltro, di perdite improvvise. Nella culla di Severino Boezio sono, nella percezione della "presenza dell'attimo fuggitivo" con delicatezza partecipo, nella doppia veste significativa -concreta e astratta- della parola assunta, la mia testimonianza, sentendo vivere ciò che è dentro e fuori di me. (((E a tal proposito, riprendo una frase, tra le tante a me care, dello splendido pittore Vincent Van Gogh:" Dipingo per non pensare, non penso a niente. Mi sento in ciò che è fuori e dentro di me.")))
RispondiEliminaColtivo l'auspicio che, del mio dire, il fruitore sperimenti una serenità intensa e salvifica partecipativa dell'evento in essere; e di questa nuova pandemia. Ringrazio il professore Nazario Pardini: in una e-mail, in forma colloquiale, attraversando dedicate sue parole, questa poesia in nuce, si è liberata dal suo bozzolo e sfarfalla adesso sul blog.
Grata per questa gradita sorpresa, Maria, ti stringo forte anch'io. Fulvia