OMNES SANCTI
a mio padre che considerava
la festa dei Santi
la più importante nel nostro
cammino di fede
Svela ora il Cielo oltre le umane nuvole
in palmenti smeraldo
ali bianche per noi palpitanti
ancora d’amore nella città di Dio.
Voi siete i Santi dell’Ecclesia tutta
i sacerdoti della domestica liturgia
e mia madre e mio padre
e le madri i padri dei figli più offesi
siete i Santi giardinieri nelle aule del sapere
e i samaritani nelle opificine del patire
e gli operai del fare
in pagine semplici di vita
scritte con occhi accesi di riverberi
echi dalla montagna dei beati.
Tutti umili pellegrini, nel vivere
gemmato il senso della breve sosta
insieme ora là in radure di sole
a far festa di luce
in armonia di note nell’estasi divina.
Ora voi sapienti di cielo e terra
fili lucenti riceventi messaggini
di noi figli esuli dal Padre
illuminate, di grazia, la città dell’uomo
smarrita in un deserto virale
greve per scorie sociali ed ombre interiori
voi illuminate con aureole d’amore
le vostre umane orme-exempla
per noi da calcare fino al culmine
del monte là ove il Maestro effonde
parola-promessa-consolazione eterna
a chi diviene sulla terra viola
ulivo mirto sorgiva colomba
radice di cielo
pure nell’universo naufragio.
1
novembre 1998
1
novembre 2020
Maria Luisa mia,
RispondiEliminale tue tre liriche scandiscono il cammino di fede percorso dal 1998 a oggi in onore dei tuoi genitori e del testimone, che con amore immenso, ti hanno
passato. La cifra stilistica ha toni epici, grandiosi, inimitabili e lo asserisco senza alcuna enfasi, con onestà intellettuale. Di fronte ai tuoi versi mi sono sentita inadeguata.La festa di Ognissanti è stata celebrata dai tuoi 'come la più importante dell'anno' e
questo assunto è già segno di anime d'immenso respiro. Per dirla con Sant'Agostino: "La gioia di aver avuto gli amori è più grande del dolore di averli perduti", i tuoi versi lo confermano con toni immaginifici, e nella lirica "Omnes Sancti" introduci con levità pulsante
lo strazio del presente:
"Ora voi sapienti di cielo e terra
fili lucenti riceventi messaggini
di noi figli esuli dal Padre
illuminate, di grazia, la città dell’uomo
smarrita in un deserto virale
greve per scorie sociali ed ombre interiori"
La fatica del vivere ricorre anche nelle altre liriche, evocando Montale e i grandi della nostra Letteratura. Nel leggerti ho preso coscienza, una volta di più, che l'esistenza scorre come un respiro e dentro lascia la nostalgia del perduto e la consapevolezza dell'esempio da seguire. Ogni giorno che passa tesse il filo invisibile dei ricordi e questi ultimi non muoiono mai, al massimo si addormentano.Sei Donna d'Amore, amica mia, tesa ad arco verso gli altri. Ti ammiro infinitamente e ti stringo a me, insieme al nostro infaticabile Nazario.
Belle e incisive le liriche di Maria Luisa Toffanin ispirate alla festa di tutti i Santi. Oltre ad essere un atto d'amore dedicato ai suoi cari, omaggia le "ali bianche per noi palpitanti" , "i sapienti di cielo e terra", la moltitudine che canta la gloria del Signore.
RispondiEliminaLiriche che diventano preghiera, per dare luce quaggiù, ad una umanità smarrita e sofferente.
Congratulazioni e un caro saluto al Prof. Pardini, Nume tutelare dell'Isola
Loredana D'Alfonso
Cara Loredana, grazie per questa tua pausa sulle mie poesie, te ne sono molto grata. Ti dirò che, condividere con gli altri in questo momento questi attimi felici, è proprio un privilegio. Con gratitudine, Maria Luisa
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