IL "REALISMO UMANIZZANTE" DI EDDA CONTE
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
In questa lirica "composta"
Edda Conte, poetessa del "profondo" e dello "sfondo",
affronta la complessità e il travaglio della nostra dimensionalità
contemporanea.
L'attualismo si snoda dall'affresco
stagionale (autunnale) del rimpianto per un momento di brillii cromatici
commoventi riferiti a presenze naturali (siepi... tigli... foglie... uccelli
migratori...), all'offusco di un autunno inoltrato (novembre) a confronto.
Il sole si appanna improvviso, le viti
si denudano, la memoria si disperde, la paura prevale.
Sono tensioni temporali che la
sensibilità poetica di Edda coglie con acuta incisività emotiva in attese,
assenze, ansie crescenti, dubbi, perché senza ritorni...
E tutto il "paradigma" del
Creato si ripiega in sé in una simbiotica compresenza di "esseri"
dove l'umano si annulla nell'indifferenza dell' indistinto dominato dal timore
del contagio dilagante e inarrestabile.
Le "presenze" naturali, in
una retrospettiva tempistica gioiosa (tigli... spighe... vento...) pulsano
d'amore e vitalità continuativa nell'ottica di una "primavera"
rigogliosa e promettente.
Nulla a che vedere con l'attualismo di
un "autunno" tiranno e imprevedibile che impedisce ogni
manifestazione di concreta spiritualità individuale e collettiva fino a creare
nuove problematiche umorali, psicologiche, fisiche nel quotidiano sociale a
ricaduta.
Il "nessuno" di Edda indica
L'effetto più devastante è drammatico di un "silenzio" triste e
timoroso; l'assenza forzata ferisce la dialettica spirituale negando il ricordo
e la positività di un qualsiasi pensiero necessario alla sopravvivenza; l'
"essere", nudo, cerca con affanno un appiglio sovrannaturale per
intuirsi ancora partecipe dell'esistente; ma ogni sforzo sembra unificarsi
innanzi a una tragedia terrestre incontenibile.
Edda Conte, tuttavia, non si arrende e
cerca con ogni strumento liricamente espressivo di superare gli ostacoli della
contemporaneità (sua e nostra) estremamente sofferta e fluttuante.
I "perché" devono trovare una
risposta, i dubbi devono sciogliersi innanzi ad una "realtà"
alternativa/positiva che anche la "liricità" può meritare: positività
di una speranza e fiducia in un gesto (fiammella) divino, ultimo confine.
L' "Essere" negli ultimi due
versi del composto trova la comprensione alternativa più profonda e si pone
quale reattività percettibile di un "presente" fecondo di fede e di
compattezza ontologica che non può scivolare nelle tormente del regressivo, nè
in oscure aspettative del progressivo (futuribile).
È solo il "presente" dunque
l'obiettivo etico-teologico della Poetessa che si appella alla solidità storica
di un "evento" straordinario e inconcepibile, ma decisivo per la sola
"salvezza" che l'essere umano può invocare e traguardare.
Il "presente", mai superato,
significa anche spighe dorate, papaveri sussurranti, tigli in fiore, sorrisi
d'amore, rinascita dell'umano che riconquista il suo osservatorio-balcone,
tripudio di sole nel mare, fuga da depressive "visioni" nefaste,
ribaltone della "terra" che si separa e scalda a rivivere...
È il "presente" di un "realismo
lirico" che Edda Conte trasmette nei suoi componenti narrativo/poetici,
trasformando dicotomie e dissonanze autunnali in unità di scenari omogenei.
La testimonianza di una devozione all'Essere
superiore che origina il nostro destino sino all'ultimo dettaglio e percorre
questi versi di Edda "compattati" da una "filosofia"
umanizzante di assoluto spessore etico-poetico.
Se vogliamo ancora "rileggere" troviamo un totalizzante complesso di "naturalità" rappresentate da dialettiche parallele, ma convergenti nella "scintilla" dell'origine e della fine.
Marco
dei Ferrari
Come sempre i commenti di Marco dei Ferrari arricchiscono i miei testi,perché come scrittore poeta e soprattutto amico di vecchia data sa riconoscere l'anima nelle mie parole e ne amplia il significato.
RispondiEliminaRingrazio l'amico e lo scrittore.
Edda Conte