Lino D'Amico,
collaboratore di Lèuca
L’ombra dell’Autunno
(24 Settembre 2020)
sulla via del mio peregrinare,
scivola il tempo, senza luogo,
e mute si sciolgono le ore
mentre si spegne il giorno,
… ed è già ieri.
Palpiti di profughi silenzi,
rinnovano pensieri stanchi,
bisbigliano… raccontano
di impervi sentieri ciottolosi
ed erti,
di orme lasciate per chi vorrà
ascoltare,
di foglie secche accartocciate
a terra
che vorticano… si rincorrono
indifese,
prede inerti d’alitar di
brezza.
Poi si arrestano, ricoprono un
seme
che s’addormenta
e attende Primavera
per germogliare a nuova
essenza
nella serenità di un altrove
dove non si abbrunano le sere,
e mai il tempo s’appassisce
nel tempo.
nello scorrere della recita del
tempo,
e cerco approdo a un’isola che
non c’è,
nel sospiro di profughe
emozioni
celate nel fruscio di ogni attimo.
Il silenzio racconta…
bisbiglia,
alita cenci di inquieti pensieri,
inerti come foglie secche
ghermite da artiglio di vento
ostile,
tra nebbie di evanescenza
vestite.
Si smarriscono nel nulla di un
altrove
luci scolorate di quei ricordi…
verdi praterie, rincorrersi
d’aquiloni,
sottili parvenze che circuiscono
un sogno stupefatto nato ieri.
Giorni senza inizio e senza
fine,
miraggi che graffiano il
divenire
dove, insicuri, corrono passi
di dolore,
barriere vuote di realtà,
eco di silenzi e sguardi non
vissuti.
Il tramonto già s’imbruna,
cinge il sudario delle colpe
e postula perdoni muti
affinché l’alba di domani
sia benevola e profumi di
certezze.
Un cantico sull'autunno dolce come melodia. Lino sulla scia di Nazario, leva nell'aria note malinconiche dense di pathos, di saudade, di fasci di luce a illuminare il paese della memoria. Splendida l'immagine del 'vorticar di foglie', sempre più padrone dell'ars poetica il mio amico:
RispondiElimina"rinnovano pensieri stanchi,
bisbigliano… raccontano".
Anche la seconda lirica ci consente di salire sul deltaplano di versi seducenti, che decollano dalla stagione autunnale e spaziano in cieli perduti, desiderati. Forbito, ricco di assonanze, di forza espressiva il linguaggio del Poeta scandisce la difficoltà di questo tempo:
"Giorni senza inizio e senza fine,
miraggi che graffiano il divenire
dove, insicuri, corrono passi di dolore"
con versi che incidono graffi nei cuori straziati e sfidano l'incurabile male dell'indifferenza. Soave la musica di Lino e profondamente didattica. Lo ringrazio ancora e lo tengo stretto.
Due bellissime poesie per le quali anch'io ringrazio l'amico Lino . L'autunno della natura e della vita; rimpianti, tristezza, ma anche la coscienza di aver lasciato qualcosa: un insegnamento che chi avrà orecchie potrà ascoltare. Ogni fine ha sempre il suo lato malinconico e a volte doloroso..., ma nulla finisce davvero e per sempre. E infatti tra queste foglie secche già cova il seme della Primavera. Tutto, diceva Socrate nel Fedone, procede per opposti e la morte non farà certo eccezione. “ La natura può essere zoppa solo da una parte?” E' improbabile ...e dunque ci sarà una rinascita per tutto ciò che muore, in un luogo migliore dove il tempo è annullato. Appare come un sogno la vita quando siamo sulla linea del tramonto : un rincorrersi di speranze, di emozioni, di progetti che si traducono in un fastello di ricordi. Le nostre colpe ce le porteremo addosso: bellissima, emozionante l'immagine del silenzio che bisbiglia inquieti pensieri. L'età avanzata porta con sé una maggiore predisposizione ad ascoltarsi: forse perchè siamo più soli e poco ci distrae, forse perchè siamo più coscienti del poco tempo che ci resta, forse perchè anche se l'occhio a volte vede meno, la coscienza vede di più e soppesa . IL silenzio e il suo duplice volto : nemico perchè pensare spesso fa male, amico perchè ci dà la possibilità di capire, di cambiare – non è mai troppo tardi- . L'immagine del sudario che avvolge le colpe si intreccia con quella della speranza nel perdono. Torna dunque il tema della speranza che è davvero l'ultima a morire: la speranza nel perdono e di conseguenza nella rinascita. E il silenzio e la riflessione sono un dono proprio per questo. Perchè il perdono deve venire da due parti: da Dio e da noi stessi.
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