domenica 22 novembre 2020

CARLA BARONI SU UMBERTO CERIO

 

CARLA BARONI SU UMBERTO CERIO

 

Umberto Cerio, non lo conoscevo o meglio l'avevo incontrato anch'io a Quarrata dove avevo ricevuto solamente una segnalazione. Probabilmente, pranzando a tavoli diversi, non c'eravamo scambiati gli indirizzi che però spesso rimangono inutilizzati nei nostri taccuini e pertanto non c'era stato scambio di corrispondenza o di telefonate. Ma, poi, ne avevo sentito parlare per quella querelle sul “Gabbiano bianco” testo che era stato plagiato abbondantemente da un'altra poetessa partecipante allo stesso premio. Tuttavia, non mi pare che Cerio abbia fatto scenate, proclami, diffide come molti altri al suo posto, tanto che la stessa poetessa ebbe successivamente altri riconoscimenti al medesimo concorso. Io stessa rivolsi questa domanda ad uno degli organizzatori: “Ma la premiate ugualmente dopo quello che è successo?” E mi fu data una risposta abbastanza sconcertante come se la colpa del fattaccio fosse di chi era stato copiato. Del resto io, nella stessa occasione, avevo chiesto di conoscere la seconda poesia della concorrente straniera, poesia che sembrava trattasse di un bambino nato nella stiva di una nave il giorno di Natale ossia un tema identico a una mia lirica che era piaciuta molto all'organizzatore di un premio ligure tanto da farla stampare su delle cartoline inviate poi in massa nel periodo festivo. Naturalmente la mia richiesta non fu mai esaudita.

Ora di Umberto Cerio posso dire molto poco, non conoscendo il suo percorso poetico, ma solo quei poche lacerti che vedo oggi su Leucade dove il gabbiano bianco richiamato in varie poesie assurge via, via all'anima del poeta, al suo io, ad Angelo custode o a nume protettore. È il tramite tra il conoscibile e il non conoscibile, è un lessema su cui si radicano pensieri diversi traghettati dalla simbologia fondante del bianco ossia purezza e volo ossia libertà. Un librarsi tra i ricordi e il presente per quell'aspirazione al bello, alla giustizia, a quei valori che neanche l'età e la malattia avevano offuscato. Una bella lezione di vita che solo un grande poeta poteva dare.

Che il tuo gabbiano bianco ti sia stato, Umberto, compagno fedele nel tuo ultimo volo. 

Carla Baroni

1 commento:

  1. Caro Nazario, grazie ma avrei voluto che questo mio modesto contributo fosse inserito sotto l'appassionato ricordo di Pasquale Balestriere sull'amico scomparso. Non meritavo tanto onore! E quindi doppiamente grazie.

    Carla Baroni

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