domenica 22 novembre 2020

SERENELLA MENICHETTI: "INEDITI"

Serenella Menichetti,
collaboratrice di Lèucade

NON LASCIARMI!

 

Al violento vento ondeggiando

danza armonica la tua chioma percorre.

Il possente tronco e le radici forti

ben salda a terra ti trattengono.

Uccello smeraldo, dalle molteplici ali

che cielo aneli.

Con la complicità del vento

grandi voli osi.

Mentre scuoti la tua immensa chioma

odo alzarsi lamenti.

Chissà se s'oda pure in cielo il tuo dolore.

Povero grande uccello ferito:

Sei il coraggio.

Sei il rifugio.

Sei il riparo.

Sei la forza.

Sei la tranquillità.

Sei la bellezza.

Sei l'armonia.

Sei la vita.

Eppure:

La bestia rossa attacca la tua fibra.

Ed oggi ti aggredisce e ti dilania.

Creatura solida e vincente, non soccombere.

Sputa la tua tenacia, fai fugare la bestia.

Senza la tua armonia non mi lasciare.

Antica Palma di una vita amica!


Serenella Menichetti

 

LA RICAMATRICE DI PAROLE

Era rimasta, anche dopo che suo padre e sua madre erano mancati. Era rimasta in quel luogo singolare. Il suo luogo.

Ormai da quasi mezzo secolo, lo abitava.

Nonostante l'ingiunzione di sfratto. Tosca, continuava ad occupare la Torre.

Le avevano promesso un appartamento in centro. Sarebbe stata vicino ad altre persone.

- Non le pesa la solitudine?- chiese l'impiegata, guardando l'orologio.

Tosca, non rispose. Non poteva certo dire, di non essere sola, perché i piccioni e il vento le facevano compagnia. Non avrebbe compreso.

Non rispose neppure, quando le fu detto che avrebbe dovuto abbandonare la Torre.

I piccioni non la lasciavano. Alcuni si appollaiavano, sul tavolo vicino a lei.

Altri svolazzavano nella stanza, fermandosi sulla cima della credenza per guardarla dall'alto. Subito dopo, iniziavano il loro concerto.

L'amico vento, s'insinuava nelle piccole finestre, del piano alto. Irrompeva nella stanza, facendo vorticare tutto ciò che trovava.

Dal pavimento, la polvere, in movimento circolare, saliva in alto.

Quando vento e sole s'incontravano, le piccole particelle, diventavano oro.

Tosca, seduta sulla soglia, le guardava ballare.

Era a lui, che affidava i lavori appena terminati.

Il vento li sollevava, per accompagnarli all'esterno.

Essi, volteggiavano in aria, leggeri e lievi come farfalle. 

Per ricadere sui davanzali delle finestre del paese. Per adagiarsi sull'erba dei prati. Sui rami degli alberi.

Erano fogli di quaderno rigati, ricamati da una grafia minuscola e fitta.

La penna di Tosca non conosceva soste, si muoveva sul foglio, in movimento ritmico. La ragazza, aveva iniziato ad usarla da piccola.

Quando la maggior parte delle bambine, imparava l'arte del ricamo, lei, rimaneva per giorni, nella stanza della Torre ad imbastire storie. Con grande arrabbiatura della mamma.

Per fortuna il padre la capiva.

- Se Tosca, preferisce l'ago, alla penna e la carta alla stoffa. Vorrà dire che diventerà: ricamatrice di parole.- Così disse alla mamma.

I piccoli messaggi sospinti dal vento, volavano in cielo insieme agli uccelli. Per posarsi delicatamente a terra.

Alcune volte, come piccoli aerei, atterravano sulle mani delle persone.

Le favole si posavano tra le dita dei bambini, che le afferravano, per leggerle la sera, prima di dormire. Le poesie d'amore: sul palmo caldo degli innamorati, che le appoggiavano sul cuore.

Quelle di speranza, accarezzavano dolcemente, il dorso della mano, degli uomini disperati, che per un attimo si rincuoravano.

Quel giorno, inspiegabilmente, i piccioni, si zittirono. Il vento si calmò. Qualcuno bussò alla porta della Torre.

I colpi forti e continui, fecero rabbrividire Tosca.

La donna, raccolse dal tavolo., tutti i fogli: Poesie e molte, molte favole.

Salì le strette scale, fino a trovarsi sul terrazzino.

Il vento le carezzò i capelli. Le tolse i lavori di mano, che sospinse nell'azzurro.

Solo dopo, si accorse che il suo corpo, volava con loro.


Serenella Menichetti

 

1 commento:

  1. Serenella cara, posso definirti 'ricamatrice di parole'? La novella breve e d'intento favolistico, è la fabula nel senso profondo del termine, ovvero la storia allegorica che possiede una morale. E' dono di pochi saperla scrivere. Io ho la fortuna e l'onore di conoscere te ed Edda. La lirica, composta nel tuo stile inimitabile, avvolgente, caldo come coperta, è attacco alle insidie, strenua difesa della Natura incarnata dalla tua 'Antica Palma':
    "Mentre scuoti la tua immensa chioma
    odo alzarsi lamenti".
    Mi sembra che l'eco di quel dolore arrivi fino a qui, mi ferisca come coltello... Potere delle parole. Dei versi 'ricamati da Tosca - Serenella con arte figurativa e ispirazione ardente. Tu palpiti e vibri mentre scrivi, sei nata Poetessa e sfogli le pagine dell'Arte poliedricamente cimentandoti con gli stessi effetti in prosa. Posso solo esternarti la mia ammirazione, amica cara e tenerti stretta come vorrei... L'abbraccio, ovviamente, si estende al nostro Capitano!

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