Una cascata di endecasillabi, un effluvio di armonie, di bellezze diverse direbbe il mio amato Puccini. E la parola concretizza spinte emotive che escono con impeto da un animo franco e schietto. Ibi omnia sunt: amore, morte, memoria, dolcezze, azzardi, urgenze espressive, maree… Insomma tutto ciò che compone la vita nei suoi svolgimenti epigrammatici. E la poetessa si fa generosa nel dire e confessare ciò che dentro urge. I sentimenti premono per uscire allo scoperto, sgomitano con ardore per vedere la luce; e la luce c’è, lì vicino ad attendere verbi che reifichino un cuore abbandonato a palpiti diretti, immediati. Una poesia fresca, sentita, ardita, che dà contezza di un sentire ampio e generoso, che dà forza e potenza ad un verso che ci viene incontro, coi suoi guizzi ontologici, coi suoi meditati input riflessivi:
Sia che: “…Fu in quell'oblio pietoso
dell'attesa/che in un residuo spasmo di bellezza/ci trasformammo in fiori”.
Sia che: “Così che presa da fascinazione/perfetta
e irrimediata/
riscopro che l'essenza/sta ancora nella
caccia/e nella fuga/e il più mistero al mondo tra i misteri/è l'innocenza appassionata e pura/del
cucciolo che gioca con la preda…”, Sia che: “…Addosso per difesa neanche un
velo/solo una piuma a far da contrappeso”, sia che: “…Se resterà qualcosa sarà
quello/l'istante che previde/il credersi felici/prima dello sfinirsi entrambi a
morsi”.
Una poesia plurale, totale,
polivalente che abbraccia e chiama, che ricorre alla vita per dare segno della
sua visività.
CAPOVOLTO
Appena rivolgemmo gli sguardi verso l'alto
ci apparve il nostro mare capovolto
sospeso su di noi color di piombo.
Le stelle conficcate fra le onde
come carcasse bianche tra le dune.
Vedemmo le radici
protese a mani nude per un sole.
ed i licheni secchi
coprire il volto a tutti i vecchi tronchi
per quanto di ogni mondo era disperso.
Nessuno che azzardasse ormai di bere
quell'acqua color melma,
più densa di una colpa e dura a
deglutirsi.
La si sorbiva poca e lentamente dai pori
della pelle,
curando di evitare le ferite.
Si era sopravvissuti tutti o quasi
solo per il timore di contarci
e si restava eretti
grazie ai ginocchi immersi in fanghi
asciutti.
Fu in quell'oblio pietoso dell'attesa
che in un residuo spasmo di bellezza
ci trasformammo in fiori.
FASCINAZIONE
Così che presa da fascinazione
perfetta e irrimediata
riscopro che l'essenza
sta ancora nella caccia
e nella fuga
e il più mistero al mondo tra i misteri
è l'innocenza appassionata e pura
del cucciolo che gioca con la preda.
LA PESA
Nel giorno delle anime alla pesa
si dice
conteranno solo i sogni
Quelli arenati o spenti fra gli scogli
o trasformati in calli disillusi
Ogni battaglia dove la sconfitta
non ci portò alla resa
Ogni protesta o sfida
che ci fruttò una piaga una ferita
Ogni gratuita offesa
ogni mai spenta sete di giustizia
Addosso per difesa neanche un velo
solo una piuma a far da contrappeso
UNA FORMA DI MAREA
Sensuale anche se a volte trasandata
affetta da una forma di marea
da cui non c'è difesa che si sappia.
Ognuno si invaghisce come può
di questa cortigiana malandata
chi per viziarla chi per possederla
chi per vederla salva chi guarita,
se non proprio redenta.
Lei ne sorride lieve e disillusa
da consumata attrice di commedia
con quella strana foggia di incoscienza
di chi ha imparato a vivere per forza
i giorni come perle uno per volta.
Se torna a minacciarla l' aqua granda
chissà se più per vezzo o per prudenza
accorcia un dito ancora la sua gonna.
con quella frivolezza spudorata
di una regina dopo la condanna
che si fa bella per sedurre il boia.
PENNA
La penna che mi giace fra le dita
come se fosse vuota
mi guarda come chi non ha rimedio
demotivata immota
Vorrebbe dare un senso alla giornata
vergando se non altro qualche nota.
Si è arresa dignitosa
oggi che ogni parola è una scommessa
e suona solo come una parola
e quando suona tanto, suona fessa
Sarà per imperizia mista a rabbia
o chiara percezione della nebbia ?
Ammetto la mia parte della colpa
Ma come faccio a scrivere con lena
con penne che han paura della carta?
Non sono più le penne di una volta.
AMORE E PSICHE
A volte resta lì come sospeso
il bacio degli amanti
per giusto il tempo in mezzo
tra il vero e il non è vero.
Mangiarsi senza aversi
cadesse pure il cielo.
Se resterà qualcosa sarà quello
l'istante che previde
il credersi felici
prima dello sfinirsi entrambi a morsi.
Bella poesia questa di Anita Menegozzo, mai banale, anzi singolare nelle soluzioni stilistiche e attenta alla vita nelle sue varie manifestazioni allo scopo di coglierne qualche aspetto inedito, ma comunque rivelatore, e di emozionarsi di fronte alla scoperta.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Leggo e ricordo l'incontro con entrambi: Anita e Nazario, nella sala della Cerimonia di Abano Terme. La sublime Poetessa veneta era venuta solo per conoscere il Maestro ed ebbi l'onore di assistere all'incontro. Ritrovarla mi emoziona non poco, la sua Poesia, come hanno sottolineato il Condottiero e Pasquale, è classica, eppure moderna, ricca di originalità, densa di pathos e di armonia. La si potrebbe riassumere in tre suoi splendidi versi: "Nel giorno delle anime alla pesa/
RispondiEliminasi dice/conteranno solo i sogni", ma sarebbe riduttivo nei confronti di questa breve silloge che scuote le fronde dell'anima e le fa vibrare intensamente. Le sue metafore e le sue similitudini sono di una seduzione che lascia basiti e che rispecchiano in pieno la donna: affascinante, ironica, dolce e profonda.
"Appena rivolgemmo gli sguardi verso l'alto
ci apparve il nostro mare capovolto
sospeso su di noi color di piombo.
Le stelle conficcate fra le onde
come carcasse bianche tra le dune".
Anita indossa il lirismo non come seconda, ma come prima pelle, lo incarna, gli restituisce ciò che troppo sperimentalismo tende a sottrargli. Mi complimento con lei, le esprimo il sentimento di nostalgia che mi pervade rileggendola... ci rivedo a Trastevere in una lunga serata romana ... e la stringo al cuore insieme al nostro Mentore e al caro Pasquale.