giovedì 13 maggio 2021

ANITA MENEGOZZO: "INEDITI"

 Una cascata di endecasillabi, un effluvio di armonie, di bellezze diverse direbbe il mio amato Puccini. E la parola concretizza spinte emotive che escono con impeto da un animo franco e schietto.  Ibi omnia sunt: amore, morte, memoria, dolcezze, azzardi, urgenze espressive, maree… Insomma tutto ciò che compone la vita nei suoi svolgimenti epigrammatici. E la poetessa si fa generosa nel dire e confessare ciò  che dentro urge. I sentimenti premono per uscire allo scoperto, sgomitano con ardore per vedere la luce; e la luce c’è, lì vicino ad attendere verbi che reifichino un cuore abbandonato a palpiti diretti, immediati. Una poesia fresca, sentita, ardita, che dà contezza di un sentire ampio e generoso, che dà forza e potenza ad un verso che ci viene incontro,  coi suoi guizzi ontologici, coi suoi meditati input riflessivi:

Sia che: “…Fu in quell'oblio pietoso dell'attesa/che in un residuo spasmo di bellezza/ci trasformammo in fiori”.

Sia che: “Così che presa da fascinazione/perfetta e irrimediata/

riscopro che l'essenza/sta ancora nella caccia/e nella fuga/e il più mistero al mondo tra i misteri/è l'innocenza appassionata e pura/del cucciolo che gioca con la preda…”, Sia che: “…Addosso per difesa neanche un velo/solo una piuma a far da contrappeso”, sia che: “…Se resterà qualcosa sarà quello/l'istante che previde/il credersi felici/prima dello sfinirsi entrambi a morsi”.

Una poesia plurale, totale, polivalente che abbraccia e chiama, che ricorre alla vita per dare segno della sua visività.

 

CAPOVOLTO

Appena rivolgemmo gli sguardi verso l'alto

ci apparve il nostro mare capovolto

sospeso su di noi color di piombo.

Le stelle conficcate fra le onde

come carcasse bianche tra le dune.

Vedemmo le radici

protese a mani nude per un sole.

ed i licheni secchi

coprire il volto a tutti i vecchi tronchi

per quanto di ogni mondo era disperso.

Nessuno che azzardasse ormai di bere

quell'acqua color melma,

più densa di una colpa e dura a deglutirsi.

La si sorbiva poca e lentamente dai pori della pelle,

curando di evitare le ferite.

Si era sopravvissuti tutti o quasi

solo per il timore di contarci

e si restava eretti

grazie ai ginocchi immersi in fanghi asciutti.

Fu in quell'oblio pietoso dell'attesa

che in un residuo spasmo di bellezza

ci trasformammo in fiori.


FASCINAZIONE

Così che presa da fascinazione

perfetta e irrimediata

riscopro che l'essenza

sta ancora nella caccia

e nella fuga

e il più mistero al mondo tra i misteri

è l'innocenza appassionata e pura

del cucciolo che gioca con la preda.


LA PESA

Nel giorno delle anime alla pesa

si dice

conteranno solo i sogni

 

Quelli arenati o spenti fra gli scogli

o trasformati in calli disillusi

Ogni battaglia dove la sconfitta

non ci portò alla resa

Ogni protesta o sfida

che ci fruttò una piaga una ferita

Ogni gratuita offesa

ogni mai spenta sete di giustizia

 

Addosso per difesa neanche un velo

solo una piuma a far da contrappeso

 

 

UNA FORMA DI MAREA

Sensuale anche se a volte trasandata

affetta da una forma di marea

da cui non c'è difesa che si sappia.

Ognuno si invaghisce come può

di questa cortigiana malandata

chi per viziarla chi per possederla

chi per vederla salva chi guarita,

se non proprio redenta.

Lei ne sorride lieve e disillusa

da consumata attrice di commedia

con quella strana foggia di incoscienza

di chi ha imparato a vivere per forza

i giorni come perle uno per volta.

Se torna a minacciarla l' aqua granda

chissà se più per vezzo o per prudenza

accorcia un dito ancora la sua gonna.

con quella frivolezza spudorata

di una regina dopo la condanna

che si fa bella per sedurre il boia.


PENNA

La penna che mi giace fra le dita

come se fosse vuota

mi guarda come chi non ha rimedio

demotivata immota

Vorrebbe dare un senso alla giornata

vergando se non altro qualche nota.

Si è arresa dignitosa

oggi che ogni parola è una scommessa

e suona solo come una parola

e quando suona tanto, suona fessa

 

Sarà per imperizia mista a rabbia

o chiara percezione della nebbia ?

Ammetto la mia parte della colpa

 

Ma come faccio a scrivere con lena

con penne che han paura della carta?

Non sono più le penne di una volta.

 

AMORE E PSICHE

A volte resta lì come sospeso

il bacio degli amanti

per giusto il tempo in mezzo

tra il vero e il non è vero.

 

Mangiarsi senza aversi

cadesse pure il cielo.

 

Se resterà qualcosa sarà quello

l'istante che previde

il credersi felici

prima dello sfinirsi entrambi a morsi.

 

   

2 commenti:

  1. Pasquale Balestriere13 maggio 2021 alle ore 09:22

    Bella poesia questa di Anita Menegozzo, mai banale, anzi singolare nelle soluzioni stilistiche e attenta alla vita nelle sue varie manifestazioni allo scopo di coglierne qualche aspetto inedito, ma comunque rivelatore, e di emozionarsi di fronte alla scoperta.
    Pasquale Balestriere

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  2. Leggo e ricordo l'incontro con entrambi: Anita e Nazario, nella sala della Cerimonia di Abano Terme. La sublime Poetessa veneta era venuta solo per conoscere il Maestro ed ebbi l'onore di assistere all'incontro. Ritrovarla mi emoziona non poco, la sua Poesia, come hanno sottolineato il Condottiero e Pasquale, è classica, eppure moderna, ricca di originalità, densa di pathos e di armonia. La si potrebbe riassumere in tre suoi splendidi versi: "Nel giorno delle anime alla pesa/
    si dice/conteranno solo i sogni", ma sarebbe riduttivo nei confronti di questa breve silloge che scuote le fronde dell'anima e le fa vibrare intensamente. Le sue metafore e le sue similitudini sono di una seduzione che lascia basiti e che rispecchiano in pieno la donna: affascinante, ironica, dolce e profonda.
    "Appena rivolgemmo gli sguardi verso l'alto
    ci apparve il nostro mare capovolto
    sospeso su di noi color di piombo.
    Le stelle conficcate fra le onde
    come carcasse bianche tra le dune".
    Anita indossa il lirismo non come seconda, ma come prima pelle, lo incarna, gli restituisce ciò che troppo sperimentalismo tende a sottrargli. Mi complimento con lei, le esprimo il sentimento di nostalgia che mi pervade rileggendola... ci rivedo a Trastevere in una lunga serata romana ... e la stringo al cuore insieme al nostro Mentore e al caro Pasquale.

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