ULISSE IL VIAGGIO
Su una zattera a fendere l’onde
così alte nel mare dell’esistere
e dove remoto è vivere da mòzzo.
Esanime e stanco resto sulla
prua
per non distogliere l’ansia dalla
rotta.
E sirene poi sono a chiamarmi,
quale nuovo Ulisse, alla deriva.
Alla battigia ritento l’approdo
ma urto ancora sullo scoglio e
nuova una falla s’apre a
tracimare
quel catorcio di scafo privo d’àncora
né timone per manovre all’aggancio.
M’accingo al salto per sentirne
ai piedi
solida la terra che già m’accoglie
quale ignoto girovago alla cerca
di un’isola di sogni: la mia Itaca.
Farò tardi al cuore di Penelope
certo che di attendermi ormai
più non ha voglia.
Feb/2018 Apr-2021-19
Pasqualino mio, la tua lirica sembra parafrasi di leggenda a noi nota, ma credo nasconda una profonda allegoria con il tuo, il nostro vivere un lungo periodo di ulissismo, ovvero di inquieta ricerca della verità, che non confida più nelle antiche, consolidate certezze, e nelle relazioni interpersonali e teme per la salvaguardia della dignità. Siamo tutti, senza ombra di dubbio 'su una zattera a fendere l’onde' e la riva si scorge in lontananza. La serenità del perduto è dura da ritrovare. La chiusa, densa di pathos, non è in levare, ma intrisa di tristi presagi:
RispondiElimina"Farò tardi al cuore di Penelope
certo che di attendermi ormai
più non ha voglia".
La storia di sempre, la Penelope dell'attesa, è stanca, amico caro, ma non abbastanza... Vedrai che tenendoci uniti salperemo con Odissseo e sapremo ridare alla nostra Itaca un volto degno dell'uomo. Ci riscatteremo dagli errori commessi, per noi stessi e soprattutto per i nostri figli e i nipoti. Grazie di questo eccellente tributo, che conferma l'attualità del mito e la tua versatilità di Poeta. Ti stringo forte insieme al nostro Maestro, saldo al timone del vascello dell'attesa.
Un bel canto malinconico e proprio per questo bellissimo. L'Odissea personalizzata del poeta Cinnirella imvita a riflettere e a pensare al viaggio che ogni uomo, fin dalla nascita, deve fare. Non tutto andrà come deve o come dovrebbe, pur tuttavia l'Ulisse che è in ogni essere vivente, seppure sappia di dovere lottare con i capricci del mare e dei venti, intraprende rischiando tutto ciò che ha di prezioso. Ovvero, la propria vita legata e collegata anche a coloro che, inevitabilmente, amiamo e ci amano.
RispondiEliminaCon questa lirica trascinante il poeta induce chi legge, ad immedesimarsi e a percorrere la stessa meta.
Come compagni di viaggio edotti e consapevoli di dover affrontare gli stessi pericoli e le stesse traversie.
Ciò nonostante, gli ostacoli e le peripezie del novello Odisseo, così come furono fatali ai compagni di Ulisse, lo saranno anche per coloro i quali, distratti e attratti da mere illusioni, periranno durante e ancor prima di ogni approdo.
Avendo perduto tutto e rimasto da solo, il mózzo, perde l'unica certezza che ha: l'amore della Sua Penelope.
Josye Traulcer
Complimenti Pasqualino per come hai espresso allegoricamente il tuo sentire emotivo relativamente alle condizioni di difficoltà del presente nel percorrere il sentiero della vita, parafrasando, nel mito del peregrinare di Odisseo, i tuoi timori sul ritorno alle verità del passato e, come afferma l’amica Maria, l’incertezza di un futuro non privo di preoccupanti incognite. Ciò nonostante, l’augurio è che si possa rivedere un bagliore di luce in fondo al tunnel dell’umano itinerare, come si evince dai versi della poesia “Itaca” dei poeta greco Costantino Kavafis che afferma come il cammino sia metafora di approdo da raggiungere pur tra difficoltà, avventure, ma anche
RispondiEliminaconoscenza e ricchezza di esperienze.
“Ad maiora et meliora semper”
Lino D’Amico
Grazie cara Maria per la tua attenzione, per il messaggio che hai interpretato nei miei versi ribaltandolo in positività e speranza e nel sociale contemporaneo. Mi fai positivamente invidia ed è molto bello da parte tua, nel cogliere sempre "fiducia nel domani". Grazie sempre mia cara amica perchè mi educhi a sperare sempre e comunque. Un caro saluto da amico e un copioso complimento per tutto. Un copioso saluto al carissimo Prof. Pardini per la sua accoglienza incondizionata (che non nega a nessuno) e per l'attenzione particolare nei miei confronti. Pasqualino Cinnirella.
RispondiEliminaAmmiro questa nuova composizione poetica dell'amico Cinnirella , per la precisione armoniosa del verso e per la serietà sincera del dittato.
RispondiElimina"Su una zattera a fendere l'onde/..... nuovo Ulisse alla deriva/...
sono versi di pregnante significato che toccano oggi ciascuno di noi , per l'attualità della situazione.
E' la storia dell'uomo , di cui Ulisse è il prototipo in ogni tempo, qui tristemente dal Poeta rivissuta con versi di ottima caratura.
Mi complimento con lui e con sincera simpatia lo saluto caramente.
Edda Conte
Un saluto affettuoso, caro Pasqualino. Complimenti per questa bella lirica che ripropone il tema dell'infinito bisogno dell'uomo di conoscere e correre verso l'infinito. Ulisse è il mitico personaggio che in umanissima chiave, ci offre spunti per una riflessione sul fascino del viaggio. Ma si nota anche il desiderio di quiete, di approdo. Sono questi gli eterni temi che agitano l'animo umano. Grazie per averli riproposti.
RispondiEliminaMarisa Cossu
Grazie Edda, sono molto lusingato del Tuo pensiero sulla mia della quale ero insicuro per il personaggio chiave in quanto inflazionato per i tanti poeti che ne hanno parlato in poesie a partire da U. Saba. Dire che ammiri questa mia composizione per la sua "precisione armoniosa" del verso e per la "serietà sincera del dettato" per me è motivo di orgoglio umano pur rimanendo nella mia ormai congenita umiltà. Ho ammirato sempre in te la obbiettivita nei miei confronti che anche in questa non viene meno. Un grazie di cuore. Pasqualino
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