SANGUE BLU
Pietro Rainero,
collaboratore di Lèucade
“Caro
signor Navarro, le sue analisi parlano chiaro: lei mangia troppi amidi umidi!”
sentenziò il dottor Alejandro Solerios.
“Amidi
umidi?” chiese Alonso Navarro, un commercialista che viveva dalle parti del Carrer
d'Aribau.
“Sì.
Consuma troppa pasta, patate, pane, riso... e li condisce in modo troppo umido.
Dovrebbe almeno usare condimenti più consistenti. Vede questi asterischi?
Significano che lei ha tutti questi valori sballati. Un mucchio di asterischi,
vede?”
Ed il
povero commercialista guardò tutte quelle stelle.
“Non
le posso nascondere che la situazione è molto grave. Anzi, c'è un altro dato
che riguarda il gruppo sanguigno che la rende quasi disperata” la voce del
medico era molto triste.
“Perché?”
domandò Alonso Navarro al colmo dell'agitazione.
“Perché
per salvarle la vita dobbiamo eseguire il più presto possibile, ed in ogni caso
entro le prossime 48 ore, una trasfusione di sangue. Gran parte del suo sangue,
almeno tre litri, andrà sostituita. Altrimenti lei è destinato a morte certa”
“Ah...
ho capito. Ma le trasfusioni, al giorno d'oggi, sono pratiche mediche
abbastanza comuni, giusto? Farò questa benedetta trasfusione”
“Purtroppo
c'è una complicazione, caro mio. Una problematica di non poco conto”
“Quale?”
Navarro era sempre più preoccupato dalle parole dell'ematologo.
“Beh..”
proseguì quest'ultimo “lei possiede un gruppo sanguigno molto strano, e raro.
Il gruppo N”
“Il
gruppo N? Non l'ho mai sentito nominare!” il signor Alonso era stupefatto.
“Già,
a scuola magari non lo insegnano. E' un gruppo rarissimo ormai, una volta non
era così”
“Una
volta non era così? Ma perché? Non capisco..”
“Vede,
oggi ormai i nobili sono molto pochi. Secoli fa, invece, c'erano un mucchio di
duchi, conti, marchesi, baroni.. e così di seguito. Pensi che al giorno d'oggi,
invece, si stima che in tutta Barcellona sia rimasta solo una famiglia nobile,
anche se una decina sostengano di esserlo. Pensi, solo una!”
“Ma
questo cosa c'entra con i miei amidi umidi?”
“E'
ovvio che c'entra! Il gruppo sanguigno N è presente solo nelle vene dei nobili.
Per cosa crede che stia quell'N? Per nobile. Lei è discendente da nobili. Non è
una fortuna, mi creda”
“Gruppo
sanguigno nobile?”
“Certo,
venga qui. Prelevo una goccia del suo sangue, mi dia la mano, non abbia paura,
solo una goccia. Ecco. Venga qui, al microscopio, guardi attentamente. Di che
colore è il suo sangue?”
“Ma...
a me, sinceramente, sembra... blu!”
“Sì.
Lei è di sangue blu: è nobile, cosa le dicevo? E ha, quindi, gruppo N, Rh ovviamente
positivo, e quindi può ricevere sangue solo da nobili. Sa come funzionano le
trasfusioni, vero?”
“Ho
studiato qualcosa a riguardo, al Liceo...”
“Dunque,
esistono 5 gruppi, zero, A, B, AB e appunto N. Poi c'è il fattore Rhesus, il
fattore Rh, che può essere positivo o negativo. Per esempio, un individuo di
gruppo AB+ può donare sangue solo ad
altre persone AB+, ma può riceverne da tutti. Le persone di gruppo zero possono
ricevere sangue solo da altre dello stesso gruppo, e possono dare il sangue ad individui
del tipo Rh positivo. E così via, ci sono regole ferree. Lei, di tipo N, può
ricevere sangue solo da altri N, solo dai nobili. Ed i nobili sono rari! Questo
è il suo problema! Qui, a Barcellona, non conosciamo neppure, ormai, il cognome
dell'unica famiglia nobile rimasta, peggio che peggio nelle località vicine, e
comunque lei non ha troppo tempo ”
“Accidenti!
Sono perduto!” esclamò al colmo della disperazione il buon Alonso Navarro.
“Ora
che ci penso, lei ha una unica, piccolissima chance”
“Quale,
quale? Mi dica, dottore!” implorò
Navarro.
“Si
dice che nel tempio della Sagrada familia, entrando sulla destra, ci sia un
disegno che permetta di stabilire quale sia, tra le dieci famiglie che vantano
ascendenze nobiliari, l'unica che davvero è nobile. Le devo anche dire, però,
che nessuno è stato mai in grado di capire il messaggio, piuttosto oscuro, anzi
decisamente complesso”
“Però
devo tentare...”
“Certo,
vada subito alla basilica, e cerchi di risolvere, se può, il mistero, è la sua
unica possibilità. Se trova il nome della famiglia nobile, poi potrà chiedere
ad ognuna delle persone di questa famiglia di donarle un poco del loro prezioso
sangue. Vada, vada. Ah.. per la visita
mi deve 10 pesetas. Signor Navarro!!”
Ma
Alonso Navarro, dimenticandosi anche di pagare, si era già precipitato in
strada. Aveva immediatamente fermato un taxi per guadagnar tempo, in quanto la
distanza tra la Clinica Nostra Senyora del Remei, dove si trovava, e la
basilica cattolica era di circa un chilometro e mezzo.
Pochi
minuti dopo si ritrovò all'ingresso della Sagrada familia, sorprendendosi a
pensare che la famiglia nobile da lui ricercata, se trovata, si sarebbe
rivelata veramente una famiglia sacra, almeno per lui: gli avrebbe evitato la
morte!
Conoscete
tutti naturalmente la basilica cattolica progettata dall'architetto Antoni
Gaudì, massimo esponente del modernismo catalano. La vastità della scala del
progetto e il suo stile caratteristico ne hanno fatto il monumento più visitato
della Spagna.
I
lavori iniziarono nel 1882 e l'edificio venne iniziato in stile neogotico, ma
quando Gaudì subentrò come progettista dell'opera, nel 1883, fu ridisegnato
completamente. Il progetto di Gaudì passò da uno stile neogotico a uno
naturalista, organico, adattato alla natura. L'architetto di Reus infatti era
del parere che l'architettura gotica fosse imperfetta, perché le sue forme
rettilinee e i suoi sistemi di pilastri e contrafforti non riflettevano le
leggi della natura, cosa che invece fanno le forme geometriche rigate, quali il
paraboloide iperbolico, l'iperboloide, l'elicoide e il conoide. Per il resto della propria vita Gaudì lavorò
alla chiesa, dedicandovi interamente gli ultimi 15 anni. La costruzione della
magnifica chiesa non è ancora terminata e secondo gli auspici del comitato
promotore l'opera potrebbe essere completata per il 2026, a 144 anni dalla posa
della prima pietra e a 100 anni dalla morte di Gaudì, ma molto dipende anche
dalle donazioni dei fedeli.
Comunque, non appena sceso dal taxi, questa volta pagandolo, ed entrato nel grande tempio, scorse vicino all'ingresso alcune scritte del tipo di quella sotto riportata.
Da buon commercialista, e quindi essendo capace di contare fino a 33, si accorse subito che si trattava di un quadrato magico, cioè un quadrato nel quale la somma dei numeri di tutte le righe, le colonne e le diagonali era uguale. Non riuscendo invece ad individuare quale fosse il testo che gli avrebbe, sperava, salvato la pelle, chiese lumi al primo prete che vide, cioè Don Carlos Martinez, nome e cognome certamente comuni in Spagna, ma persona dalle conoscenze invece non comuni, nonché uno dei responsabili della chiesa. Infatti questi gli indicò subito, sulla loro destra ad altezza d'uomo, una strana scritta che qui riproduco e che, a detta del sacerdote, costituiva la chiave per determinare quale fosse, fra la decina di famiglie che, a detta loro, avevano ascendenti nobiliari, l'unica che potesse fregiarsi davvero di un tale onore
“Ma
cosa può significare?” chiese, disperato, il nostro commercialista.
“Beh...
sappiamo che le 10 lettere corrispondono alle iniziali delle 10 famiglie che si
ritengono nobili. Il testo però non ha molto senso; in latino vuol dire “Muto
ha dato il nome ai cocci”. E non sappiamo neppure cosa significa quel numero,
23, scritto in basso. Non ha senso, non può essere la ventitreesima lettera, ce
ne sono solo 20! Nessuno ha ancora risolto l'arcano”
“Povero
me, povero me, come farò?” il signor Navarro quasi piangeva, conscio di non
essere in grado di capire la scritta sul muro.
“Coraggio,
perché piangi, figliolo?”
E il
nostro amico Alonso spiegò al prete, a Don Martinez , il motivo della sua
depressione.
Don
Carlos, impietosito, cercò di incoraggiarlo.
“Forza!
Sappiamo che le 10 lettere sono legate alle iniziali delle 10 famiglie,
rispettivamente Mendoza, Urrìa, Téllez, Sanz, Delgado, Estevarrìa, Iglesias,
Narvàez, Ortega, Calderon”
“Già,
ma quale sarà quella i cui componenti sono conti, o marchesi?”
“Uhm...
io non sono versato negli indovinelli logici, non posso esserti di grande
aiuto” scrollò il capo sconsolato il sacerdote, che però, nel muovere
leggermente la testa, intravvide poco lontano un frate di sua conoscenza.
“Oh,
caspita: fratello Guglielmo!! Sei fortunato, figliolo. Se c'è in tutta la
Spagna uno in grado di darti una mano... beh, lo hai trovato. Frà Guglielmo,
tempo fa, ha risolto un complicato caso legato a strane morti avvenute in un
monastero benedettino” e Don Martinez chiamò a gran voce il suo amico frate.
Dopo i
saluti di rito (erano anni che non si incontravano) gli spiegò il problema del
signor Navarro, fedele cattolico praticante, e gli diede anche le necessarie
delucidazioni sulla misteriosa scritta.
E
frate Guglielmo si prese subito a cuore le disgrazie del malcapitato
commercialista, sia perché possedeva un'indole cristiana e generosa, sia perché
amava risolvere i rompicapi. Questo era veramente bello!
Il
frate consigliò al signor Alonso di calmarsi e di sedersi al centro della
enorme costruzione, a pregare per la propria vita pazientando il necessario.
Lui, dal canto suo, si sarebbe recato subito in Sacrestia a riflettere
intensamente. Sperava proprio di riuscire a svelare l'indovinello.
E,
devo ammettere, la fiducia dimostrata dal frate nelle proprie capacità si
dimostrò, per fortuna del signor Navarro, ben riposta, poiché dopo solo una
mezz'oretta Guglielmo raggiunse il nostro caro devoto Alonso e lo informò
subito sui progressi fatti.
“Credo
che ci siamo, caro Alonso. Penso di conoscere il cognome nobiliare!”
“Davvero??”
Alonso Navarro non credeva alle proprie orecchie, e pendeva dalle labbra del
frate.
“Sì.
Ecco perché: guarda bene la disposizione delle 20 lettere, non noti proprio
niente di particolare?”
“Uhm...
davvero nulla, sembrano tutte quante buttate lì a caso, e poi il significato
della scritta è oscuro … Muto ha dato il nome ai cocci... ventitré”
“Guarda
bene, c'è soltanto una lettera che compare due volte nella prima riga, la U, e
solo una è contemporaneamente nella prima e nella seconda, la T. La S è
presente nella prima e nella quarta.. e così via.. hai capito?”
“No”
“Ogni
lettera compare solo in una coppia particolare di righe o in una riga soltanto.
La D nella seconda, la O nella terza e quarta”
“Ah...
ora capisco.... ma la famiglia nobile?”
“Il
numero riportato in fondo non significa ventitré, si deve leggere due tre. La
vera scritta è: Muto ha dato il nome ai cocci … due tre, capisci?”
“Ah...
Ma certo! Ora ho capito!! L'unica lettera presente nella seconda e terza riga è
la E, quindi la famiglia in questione è quella degli Estevarrìa!” Alonso
Navarro era felice: forse, nonostante gli amidi umidi, l'avrebbe scampata.
“Bravo,
visto che non era impossibile? Mai scoraggiarsi, bisogna aver fede nelle
proprie capacità, oltre che in Nostro Signore. Dio ti benedica”
“Oh...
Dio benedica lei, e grazie mille, non saprò mai come sdebitarmi”
E,
velocissimo, il signor Navarro si recò in Sacrestia. Là incontrò nuovamente Don
Martinez che, informato dell'accaduto, aprì l'elenco telefonico di Barcellona e
scoprì che, fortunatamente, nella capitale catalana c'erano solo sette
Estevarrìa che si rivelarono, contattati telefonicamente, tutti timorati di Dio
e bendisposti ad aiutare un fratello cristiano nonché un collega nobile. Il
giorno seguente, presso la Clinica Nostra Senyora del Remei, il dottor Solerios
fu felice di testare il sangue a quei sette signori, scoprendo che tutti, ma
proprio tutti, avevano il gruppo N! Procedette quindi alla trasfusione,
togliendo ad ognuno di loro una quantità di sangue blu pari a trecento diviso
sette, e quindi circa 43, centilitri e ad intascare le 10 pesetas dell'altra
prestazione, aumentate delle 45 di questa.
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