Cesare Carrieri
legge: "Le briciole di Pollicino" di Carla Baroni
Carla Baroni, collaboratrice di Lèucade |
- È
uscito da pochissimi giorni il nuovo libro di poesie di Carla Baroni “Le briciole
di Pollicino” (The Writer Edizioni, Marano Principato 2021).
Questa
nuova fatica della poetessa ferrarese si discosta molto, per stile ed
argomenti, dalle precedenti. Anche il titolo può sembrare un tantino fuorviante
per chi ha in mente l'immensa produzione di questa autrice che - come afferma
lei stessa - ama scherzare spesso con le parole. Infatti qui ci troviamo di
fronte non ai soliti poemetti, quindi, né alle sillogi monotematiche che hanno
rappresentato il terreno fertile su cui si è mossa finora con passo sicuro la
Baroni, ma ad una raccolta di brevissimi componimenti - aforismi, non sense,
calembour - in cui il ruolo preponderante lo giocano l'ironia e la voglia di
divertire in un periodo come questo nel quale c'è tanta voglia di abbandonarsi
a un po' di leggerezza per dimenticare la realtà che ci circonda. Anche il
metro, perlopiù quinario o settenario, ne limita di molto la consistenza. A
volte quando il testo è talmente breve e accompagnato dalla rima ci si trova di
fronte a veri e propri motti. Questo lato scherzoso della nostra autrice era
già emerso nel predente libro SATURazione poetica dove il titolo
richiama inequivocabilmente alle Satire di Orazio.
Qui
invece le briciole non sono altro che momenti di vita fissati volta per volta
come istantanee, guizzi, bagliori che si susseguono senza soluzione di
continuità. Il dettato poetico talvolta si colora di grottesco quando vengono
umanizzati gli elementi naturali: “Un sole d'agosto/ con un pretesto/ dentro
una nuvola/ in négligé/ senza domande/ entrò con furore/ e di piacere/ quella
arrossì/ ma a quel calore/ poi presto svanì.” Però è sempre un
giocare con la metafora, alludere al nostro mondo in cui i sentimenti hanno
ceduto il posto ad un edonismo occasionale senza alcun coinvolgimento emotivo.
E non
si creda pertanto di trovarsi di fronte a un testo di puro divertimento ma -
come osserva Michele Govoni nella sua illuminata ed esaustiva prefazione - di
questa raccolta bisogna cogliere il “senso più profondo, accarezzandone
i tratti, legandoci ai silenzi della natura rappresentata e rappresentante e
assistendo, attivi, ai barbagli che fuoriescono dalla “meteora sfuggente”di un
rapporto finito o al “naso un po' alla Pinocchio”che, evidenziando le bugie,
riesce a dare sapore a un rapporto d'amore un tantino traballante.
C'è in
questo libro insito, se si vuole, l'antico “ridendo castigat mores” però
senza averne l'intenzione, lasciando quindi al lettore la facoltà di recepire
il messaggio nascosto tra le righe.
Un
libretto, quindi, leggero e accattivante per qualche momento di svago e
dedicato perlopiù a chi ha ancora tanta voglia di sorridere se non di ridere.
Per
finire vorrei fare un cenno all'originale immagine di copertina, opera di
Gabriele Turola, estroso pittore ferrarese venuto a mancare da poco.
Mi complimento con Cesare Carrieri per questo omaggio alla nuova Opera di Carla, che si è voluta spogliare della veste di 'signora degli endecasillabi' regalando a se stessa e ai suoi lettori un 'una raccolta di brevissimi componimenti - aforismi, non sense, calembour - in cui il ruolo preponderante lo giocano l'ironia e la voglia di divertire'. L'estratto dipinge in modo perfetto l'Opera di Carla, desiderosa di evasione, di tornare scanzonata all'avventura della vita, che non è mai facile e in questo periodo meno che mai. Forse un antidoto, il suo, uno strato di balsamo linguistico sul dolore così vivo e pulsante. Ringrazio il bravissimo critico e l'amica Poetessa e li saluto con affetto.
RispondiEliminaRingrazio insieme all'amico Cesare - che è maggiormente di me analfabeta tecnologico e quindi assolutamente incapace di fare quello che sto facendo io ora - sia il grande Nazario per averci accolto sull'isola, sia Maria per il suo sempre puntuale e indovinatissimo commento.
EliminaAncora Grazie
Carla
Avevo già inserito un ringraziamento personale e a nome di Cesare Carrieri, che è un analfabeta tecnologico ancora più della sottoscritta, per Nazario che ci aveva accolti nell'isola e per Maria per il suo sempre puntuale e indovinatissimo commento. Però, dato che non lo vedo pubblicato, vuol dire che ho fatto uno dei soliti pasticci per cui sono ampiamente nota. E allora rinnovo i nostri ringraziamenti agli amici a cui sono infinitamente grata.
RispondiEliminaCarla