CAPRICCI DI MAGGIO PISANO
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Sole di rabbia insabbi
sibilo di luce sforacchi
tardi t'accorgi maggio sfilarsi
inquieto capriccio di giostre svettanti
nuvoli sereno sventoso annuvoli
anima d'Arno strascicchi
per mare dubbioso t'inceppi
bivacchi da bersi rannubi
chiose spilucchi d'antichi guerrieri
gnomiche storie che notti sparpaglie
assonnano ignote
involarsi folleggi di Ponte
silenzi visuali che spioggia sbugiarda
tramonti d'inganni serali
maggio bagnato... divelto... bruciato...
prescelto...
sfolgori lucciola vana
brunello di sorsi t'indori
rimbalzo d'aromi disgeli.
Marco
dei Ferrari
Marco caro, segue proprio l'onda avvolgente di un maggio capriccioso questa lirica, nella quale con il tuo stile inconfondibile, ti rivolgi al mese in questione in seconda persona, rendendolo umano e realizzando, quindi, un'operazione singolare e di grande forza espressiva a livello poetico. Il maggio, naturalmente, è 'pisano'... ci hai abituati a vedere la città in cui hai messo radici, tramite i tuoi versi e con costanza encomiabile, continui. Mi piace citare il verso: "maggio bagnato... divelto... bruciato... prescelto...", in quanto trovo sia magnifico e inquietante. Ci trascina in una vertigine sensoriale e rende vivibile il tempo che descrivi. Grazie Marco, mi scuso per i miei limiti nella capacità di lettura del tuo lirismo. Abbiamo amici capaci di calarsi in modo più corretto nella tua corrente di pensiero. Io vado a fior di cuore e credo tu lo sappia da sempre e riesca a capirmi e a volermi bene lo stesso, come te ne voglio io!
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