GUIDO MIANO EDITORE
NOVITÀ EDITORIALE
È uscito il libro di poesie:
LIRICHE SCELTE di SILVIA MARZANO
con prefazione di Enzo
Concardi
Pubblicato il libro “Liriche scelte” di Silvia Marzano, con prefazione di Enzo
Concardi, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano
2021.
Troviamo in questa
pubblicazione antologica le liriche piú significative, emblematiche e
paradigmatiche della produzione letteraria di Silvia Marzano, un’autrice
laureata in Filosofia teoretica con tesi su “Verità e comunicazione
in Karl Jaspers”. È stata
docente di Ermeneutica filosofica all’Università di Torino. Ha al suo attivo una decina di pubblicazioni di
carattere filosofico. Nonostante tale solida e conclamata formazione nel campo
speculativo, la sua poetica risente in minima parte dell’influenza del pensiero
nella costruzione delle strutture e dei contenuti lirici, anche se - occorre
dire - riposte in diverse immagini si celano visioni precise del mondo e del
rapporto con la natura. La provenienza dell’ispirazione si affida dunque
maggiormente alle componenti intuitive, irrazionali, misteriche, emotive e
sentimentali, quasi come un recupero di certe modalità pascoliane del fare
poesia, depurate dal pianto interiore e con un linguaggio piú vicino all’ermetismo.
Questi
sono modelli di riferimento culturali che suggerisce il critico, tuttavia la
poetessa ha senz’altro raggiunto uno stile proprio, personale, molto levigato e
trasparente, che non utilizza la metamorfosi dei concetti filosofici sulla
pagina lirica, ma tende a creare immagini suggestive, accostamenti sinestetici,
oggettualità e fantasie, inserendo con molta levità bagliori di significati.
Per non restare nel vago e dare un nome alle cose, è utile entrare direttamente
nei testi per mostrare al lettore la sostanza poetica dei messaggi che
potrebbero apparire sfuggenti.
In ordine
cronologico ecco che incontriamo i versi di Anemoni bianchi (2001), già
di per sé un titolo-immagine di purezza e candore. In Quasi una conchiglia appaiono
metafore esistenziali. L’origine della vita dal mare e il suo arcano mi pare
siano qui echeggiati con tocchi di rara eleganza: «…La vita non ha lasciato che
un enigma, / in un guscio vuoto. / O forse riapparirà la via del mare / e sarà
tutto un sogno». Poi c’è la scoperta della luce con il paragone fra anemoni
bianchi e occhi d’un bimbo, altri
sinonimi di primordiale verginità, a cui segue la meraviglia (atteggiamento del
“fanciullino”) per la
cognizione del mondo, seguendo una traccia fino all’alba (Agili, sottili,
cammineremo). Avviene quindi un’immersione panica nella natura (sensitiva)
frutto di un forte desiderio di simbiosi tra l’umano e il naturale,
riscontrabile anche nella ricerca del particolare («i muschi / nei pendii lungo
le rotaie»; «foglie secche accese di
luce»; «alberi chini»), nella tensione del silenzio verso l’infinito: «…Anch’io
non piú parola / ma fusa in un concerto eterno / con le stagioni del tempo» (Forse
soltanto), ovvero in un tempo senza tempo.
E segnalo
ancora due liriche - Perle di vetro, Come rugiada all’alba - in cui il lavoro sulla
parola si traduce in sonorità cristalline o morbide come sussurri o ricche di
calore e colore; in cui l’anafora cavalca mazzi d’immagini provenienti da mondi
di fiaba e di sogno per augurare a te, a noi il sorriso dell’ineffabile: qui si
fondono i messaggi propri della contemplazione, della spiritualità, dell’anima
profonda.
Da Arcani
di-segni (2007) traggo alcune liriche rappresentative delle tematiche
trattate. In Elegia abbiamo la
prova che anche la realtà della morte viene tratteggiata con quella
insostenibile leggerezza dell’essere che è tipica della poetessa: «Viene la
morte / viene / a piccoli passi avanza. / La sento. A piccoli passi / cammino /
verso il Padre...». Eternità dell’anima, dunque, in una visione di fede. In Casa paterna bastano pochi versi
per ricostruire il mondo degli affetti familiari e della memoria d’infanzia,
dimensioni indispensabili per vivere oggi senza rimpianti: sulle orme tracciate
dal padre evoca i ricordi attraverso le
voci d’allora, i muri, i cortili, i ciliegi. L’eterogeneità della raccolta
viene confermata da Tremule stelle, in cui il motivo di fondo è la
meraviglia davanti al cosmo che la scienza, nelle sue indagini oggettive, non
può trasmettere come invece riesce al cuore. E Silenzi mi riporta ad
un’affermazione di Montale: «Io sono un amico dell’invisibile», dicendo che
tale è l’essenza della poesia. E l’invisibile qui è protagonista: «…Forse /
dietro il silenzio / delle cose / c’è un altro silenzio. /… /… imprevisto / inudibile,
/ indicibile. / … Un grido o una preghiera, / una voce, / il sospiro del
vento».
Segue la
silloge Poesie per la mamma (2013). Il tenero sentimento materno si è
trasformato nel dolce affetto filiale, che in queste liriche traspare da ogni
verso, nel ricordo di chi ha originato la vita terrena della poetessa, che cosí
mantiene viva la memoria della madre, anzi talvolta ella sembra ancora in vita
nel dialogo con la figlia. L’immagine-simbolo della leggerezza è qui
rappresentata dalla “nuvola” che
ricorre piú volte, testimonianza del suo modo di interpretare e vivere anche
gli eventi piú forti dell’esistenza: «La mia mamma vedrà ancora / queste nuvole
/…/ e mi chiamerà / per nome…» (La mia
mamma vedrà ancora); «Non dirò piú di fiori, di nuvole / e di silenziose
lune. /…/ e un sorriso di madre / sarà tutto» (Non dirò piú di fiori, di nuvole); «Mi sento leggera come una
nuvola, / una piccola bianca nuvola /…/ perché ho sognato la mamma / semplice e
dolce ...» (Come una nuvola); «Nubi
leggere / come angeli in volo...» (Memoria). Dopo il distacco e la sofferenza, torna il
sereno e la poetessa eleva un canto-preghiera all’Altissimo, ovvero Benedici il Signore, anima mia.
Da Anemoni
bianchi e altro (2015) sono pubblicati in quest’opera soltanto due componimenti
che si distaccano dallo stile e dai motivi lirici precedenti: Concerto per
la caduta del muro di Berlino, E fu sera e fu mattina. Nella prima poesia
s’immagina l’esecuzione di un concerto per celebrare l’evento storico che
avrebbe dovuto portare ad un mondo piú unito; nella seconda si riporta la
dialettica sull’esistenza di Dio fra Ivan ed Alioscia Karamazov: tuttavia il
peso degli argomenti porta ad esiti lirici che non sono della Marzano,
lasciando per strada quella leggerezza, freschezza, vocazione cristallina fin
qui visitata, ma che, per sua e nostra fortuna, ritornano nell’ultima silloge
dell’antologia: Ad ogni ora del 2019. Momenti che sono perle liriche: un
ciottolo sulla spiaggia del mare, la montagna appena imbiancata verso
l’alpeggio di Monfol sulle Alpi piemontesi, la ritornante bellezza
dell’Universo, il gesto di bontà verso un
mendicante, il ricordo di illusioni e disillusioni amorose, la vita e la
poesia come sogno; attimi, epifanie, risvegli, anemos, trasalimenti,
esodi e passaggi.
Enzo Concardi
Silvia Marzano si è laureata in filosofia
teoretica nel 1968 con una tesi su Verità
e comunicazione in Karl Jaspers. È stata per molti anni docente di
Ermeneutica filosofica presso l’Università di Torino. I suoi interessi
riguardano l’esistenza, la cifra, la metafora (Jaspers, Ricoeur, corso su La metafora viva), il limite, l’alterità
(corsi su Derrida, La scrittura e la
differenza, e su Lévinas) e in genere la discussione filosofica sul sublime
di Kant e sul rapporto fra la mistica, intesa criticamente, e la parola, anche
come parola poetica. Ha pubblicato i libri di saggistica filosofica: Aspetti kantiani del pensiero di Jaspers,
Mursia Editore, 1974; Jaspers, Lévinas e il pensiero della
differenza. Confronti con Derrida,
Vattimo, Lyotard, Zamorani Editore,
1999; L’eredita di Kant e la linea
ebraica, raccolta di saggi (1979-2010), Mimesis Edizioni, 2014. Altri saggi
sono pubblicati in vari volumi della collana Annuario filosofico di Mursia Editore; tra i piú recenti: Lévinas in dialogo con Jaspers, Kant e Nietzsche (2015); Verità e molteplicità in Luigi Pareyson e in
Karl Jaspers (2018); Esperienza
religiosa e filosofia in Luigi Pareyson. Confronti jaspersiani (2019); Jaspers e Novalis (2020). Silvia Marzano
ha pubblicato le raccolte di poesie: Anemoni
bianchi, Genesi Editrice, 2001;
Arcani di-segni, ivi, 2007; Poesie
per la mamma, ivi, 2013; Anemoni
bianchi e altro (antologia di poesie), ivi, 2015; Ad ogni ora, ivi, 2019. La sua produzione poetica è recensita in
varie riviste di cultura tra cui “Vernice” e “Le Muse” e in numerose antologie
letterarie. Frequenta da alcuni anni il
gruppo di poesia “Tempo di parole” presso il Circolo dei lettori di Torino.
Silvia Marzano, Liriche scelte, pref. Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano
2021, pp. 80, isbn 978-88-31497-50-3, mianoposta@gmail.com.
Scrittura d'anima in cui le cose reali, ad esempio le "verdi praterie", con un realismo antropizzato come dice Nazario Pardini, si trasfigurano analogicamente in un "futuro, sognato a colori, /immenso e luminoso". Oppure, sempre metaforicamente, lo "sciame" di riposti pensieri segue il poeta nel suo andare errando in un "vagabondaggio mentale", in una visione insieme semplice, toccante e profonda. Silvia Marzano
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