GUIDO MIANO EDITORE
NOVITÀ EDITORIALE
È uscito il libro di poesie:
ANIMA MEA di DON LUCA BUZZIOL
con prefazione di Enzo
Concardi
Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Anima
mea” di Don Luca Buzziol, con prefazione
di Enzo Concardi, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano
Editore, Milano 2021.
Alla base
dell’ispirazione poetica del nostro autore vi è certamente la sua visione
cristiana della vita, derivata dalla vocazione sacerdotale, quindi dalla
ricerca del rapporto con Dio nelle dimensioni della trascendenza e
dell’infinito, dell’amore e del mistero. In altre parole potremmo anche dire
che la sua fede e la sua spiritualità contemplano le tre prospettive del
credente indicate dal Reverendo Martin Luther King: quella verticale, rivolta
al Regno dei Cieli, nella preghiera e nel canto a lode del Creatore; quella
orizzontale, rivolta all’evangelica
carità per il prossimo e alla realizzazione della giustizia; quella in
profondità, rivolta alla propria vita interiore dove chiamata, dono, grazia,
anima, meditazione e libertà si fondono nell’unica risposta che conferisce
senso, significato all’esistenza.
Questa raccolta di poesie, tuttavia, non
racchiude solo la lirica religiosa, ma si espande anche in altri aspetti del
nostro vivere, soprattutto sul terreno della conoscenza e della cultura, poiché
il connubio tra fede e ragione - l’intelligenza che Dio ha assegnato ad ognuno
di noi - per il poeta sono il giusto equilibrio che dovrebbe accompagnare ogni
uomo del nostro tempo. E la sua passione per la letteratura e l’arte sono
testimonianza di ciò, che si riverbera ovviamente, anche nei testi poetici che
ora andiamo ad analizzare.
Essendo Anima mea frutto dell’estro
lirico, quindi che si avvale anche della sensibilità, dell’intuito, dell’emotività
personali, cercando di tradurre in versi non certo tutto l’immenso patrimonio
spirituale del Cristianesimo, ma la propria spiritualità, l’autore ha scelto la
strada della sintesi espressiva dell’esperienza religiosa, senza quindi
l’analiticità descrittiva dei nuclei dogmatici e teologici propri di un libro
in prosa. Cogliamo quindi i momenti più ricorrenti e poetici del suo canto che
procedono sulla pagina in modo assolutamente libero, senza vincoli di sorta.
E con
la stessa libertà partirei da tre liriche i cui titoli invitano ad entrare nel
suo mondo spirituale e nelle sue predisposizioni d’animo verso le realtà
divine: Dio, Infinito, Meraviglia. È il Dio trinitario che egli conosce, il Dio nascosto della
Bibbia, il Dio allo stesso tempo distante ma vicino nell’Incarnazione: «Sei
così distante, seppur vicino, / impenetrabile, anche se conosciuto / mi
allontano e Tu sei qui, / mi avvicino ed eccoti. / Tu, maestoso ed umile Dio /
Ti conosco in Cristo, / ti sperimento nello Spirito Santo / e ti amo come
Padre». Si eleva poi il canto per gli inspiegabili misteri delle categorie
filosofiche e religiose dell’eternità, dell’immensità, dell’infinitezza, nelle
quali l’uomo realizza l’unità della triade ‘anima-spirito-corpo’, possibile
solo nell’esperienza dell’amore che si fonda sul referente dell’Assoluto. Il
poeta confessa il suo stupore per la trascendenza, simile alla meraviglia del
fanciullino pascoliano nella scoperta del mondo, come prima la nostalgia
dell’infinito poteva echeggiare il dolce naufragare del pensiero leopardiano.
Trascendenza che è la chiave dell’essere, dell’esser-ci e di quel che saremo.
Tra la sostanza dell’anima e le dinamiche della
preghiera si sviluppano altre poesie dell’interiorità e della
contemplazione. Sé è un invito a scrutare dentro sé stessi per scoprire
le bellezze del proprio essere: nel silenzio emergono profondità impensabili. Mistica
anima richiama alla fecondità della preghiera e pone in comunicazione il
trascendente con l’immanente per entrare nel cuore dell’uomo e farsi «fautrice
di divinità». Anima mea, con l’anafora «Alza lo sguardo, / anima mia!»,
è un’esortazione ad entrare in contatto con Dio creatore che ascolta il nostro
dolore e le nostre preghiere, per cui nella fiducia in Lui l’uomo può trovare
le risposte ai suoi perché. In Preghiera si realizza il totale abbandono
in Dio da parte del suo sacerdote: «… Oh preghiera! / Oh soavità del cuore! /
Oh desiderio d’infinito! / Oh segno d’amore! / Oh nostalgia divina...». E le
esclamazioni rafforzano il pathos verso l’ascesa.
La contemplazione di Dio continua facendo
memoria della vocazione personale, quella chiamata che ha intrecciata la sua
vita con quella divina: «m’innamorai del Tuo progetto, della Tua voce» (Sacerdote).
In tale dimensione di vita il poeta è attratto da chi ha attuato una scelta
monastica, in particolare dalla regola benedettina: «…Silenti ed anonimi al
mondo / sono, invece, portatori d’una immensa / tradizione di guida e cultura,
oltre che / preghiera...» (Ora et labora). Ma apprezza, allo stesso
tempo, la condizione religiosa dei monaci che dimorano in un Eremo, luogo
di vita solitaria e mistica, dove l’anima sta in compagnia del suo Signore.
Come
s’era inizialmente accennato, l’autore non appartiene alla schiera di quei
credenti che contrappongono la fede alla ragione, ma è tra coloro che cercano
un incontro, un’alleanza, una condivisone tra l’una e l’altra, poiché entrambe
dono di Dio. In altri termini cultura umanistica e sapere razionale,
scientifico non costituiscono un dualismo, ma si completano a vicenda. Si legga
la lirica Vivere, in cui ciò è manifesto, in quanto «il lume della fede»
si affianca «alla luce della ragione» e «diventano due fari che mi conducono /
a vivere totalmente...». E quindi nascono composizioni come Libro, Leggere,
Estetica, A te… grazie, paradigmatiche dell’impostazione religiosa e
culturale dell’autore: esalta le doti divulgative del libro, di cui apprezza la
presenza amica, discreta, pacifica, che ama e consiglia ai suoi simili; difende
la funzione positiva della lettura «tempo acquisito, mai perso», che
arricchisce per i suoi contenuti; dichiara la sua preferenza per l’estetica
nell’arte, quella veste formale che, avvalendosi di soggettività ed
oggettività, dona bellezza alle creazioni dello spirito umano; ringrazia il
lettore per aver condiviso con lui «l’eterna arte / del senso e del perché»,
definizione della poesia quanto mai accattivante, come ricerca ed
auto-interrogarsi sui quesiti esistenziali.
Infine, si riscontrano ancora nei testi di Anima mea, spunti
di vario genere, a partire dalle pennellate naturalistiche sull’autunno, fino
alle riflessioni sui limiti della libertà individuale, all’affermazione
dell’essenza ontologica dell’uomo, alla forza rigenerante dell’amore. La letteratura religiosa ha molto da dire
all’uomo contemporaneo: far scoprire quella grande poesia che è il Vangelo,
proprio nel 700° anniversario del Sommo Poeta cristiano.
Enzo Concardi
Don
Luca Buzziol (Portogruaro, VE, 1985) vive a Chions (PN); è
stato ordinato sacerdote nella diocesi di Concordia-Pordenone il 19 maggio
2012. Attualmente è parroco di Chions, Villotta e Taiedo, studente di Diritto
Canonico presso la facoltà San Pio X di Venezia e notaio in tribunale
ecclesiastico. Ha come passioni la letteratura e l’arte; sue poesie sono
pubblicate in varie antologie.
Don Luca Buzziol, Anima mea, pref. Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2021,
pp. 70, isbn 978-88-31497-55-8, mianoposta@gmail.com.
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