sabato 2 ottobre 2021

LINO D'AMICO: "IL GABBIANO"

Lino D'amico,
collaboratore di Lèucade

 






Il gabbiano

 

Vorrei fermare l’attimo

che svapora, inerte,

 nel tempo incognito che fugge.

 

Chi sei gabbiano stanco,

che cerchi approdo amico

al di la d’esotici orizzonti?

 

Sei forse trasmigrato, ignaro,

da un’altrove essenza

d’altro tempo, d’altri luoghi, d’altro io,

senza memoria, senza conoscenza?

 

Chi, nei tuoi giorni di prima?

Eri lombrico, crisalide o ranocchio,

ape operosa o paziente ragno,

perlacea goccia di rugiada

che baciava petali di rose,

eri Inca, sacerdote a Cuzco,

Esseno a Qumran, Ilota a Sparta,

o, ultimo fra gli ultimi, 

paria reietto a Delhy?

 

Chi, nei tuoi giorni di prima?

Ora percorri rotte nuove

nel nulla di un vuoto sconosciuto,                                                                 

felice solo di volare nel vento,

intento a recitare un ruolo a braccio

nel canovaccio del tempo che verrà

 

 

2 commenti:

  1. Davvero straordinaria la lirica del mio amico Lino dedicata al Gabbiano. Allegoria del tempo andato, del presente, dei giorni a venire e della caducità dell'esistenza. Evoca magistralmente i noti versi di Vincenzo Cardarelli: "Non so dove i gabbiani abbiano il nido / dove trovino pace / io son come loro in perpetuo volo". La versatilità dell'Autore diviene la sua cifra e lo rende depositario dell'incantesimo della vera Poesia. Lo ringrazio per questa luna calda carezza e lo abbraccio forte!

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  2. Veramente bella e incisiva questa poesia dell'amico Lino, in cui traspare, oltre la nota nostalgica che caratterizza le liriche del Nostro, un soffio delicato, un vento che porta a nuovi orizzonti. Voli che accompagnano a sognare, nidi in cui è tesoro il tempo in ogni sua trasfigurazione. Complimenti, carissimo.
    Un caro saluto, Franca Donà

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