Quintessenza, poesie di Adriana Pedicini,
Il foglio ediz. 2024
Buongiorno, Adriana.
Ho letto le tue poesie tutte d'un fiato, ieri sera.
Molta nostalgia, senso della finitezza ("già mi vedo granello
invisibile"), della nostra impermanenza ("a voi nel nulla mi
ricongiungerà"). Un sentimento che mi risuona dentro, doloroso, in questi
mesi di lutto.
"Foliage" ("a noi non è concesso il ritorno"),
"Stella" (molto bella), "La sposa": sono versi che mi hanno
commossa, che trovo vivi e che splendono.
Eppure c'è vita e desiderio ancora, nell'urgenza delle tue domande, come di
qualcosa che è andato perduto ma che palpita ancora e chiede di esserci
("fuoco divino ardimi dentro"). Ogni attimo è un guadagno.
Lo stesso sentimento appare nella descrizione del mondo e degli altri, con cui
siamo interconnessi, nella speranza e nella finitezza.
Le poesie dedicate sono piuttosto doni, messaggi, tenerezza e ancora speranza.
Resteranno, credimi, a dispetto del Tempo.
Trovo bellissime le immagini e la grafica.
In sintesi: il tuo è un volumetto prezioso, un dono che fai innanzitutto a te
stessa.
Per chi si scrive, dopotutto, e perché? Per lasciare una traccia, un segno? Per
disperazione, per amore?
Non smettere.
Grazie.
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