L’umile vero, Luzi
La mia poesia parla per ferite e bagliori
intermittenti d’una Eternità che battezza
ogni dire, ma nessuno può coglierne l’enigma.
La parola non arriva al cuore del reale,
cede, inerme, a finzioni che spezzano
i profumi arancio nei campi di provincia
lì, intorno a Firenze dormiente fra colline.
Scrivo immerso nei grani di un deserto:
è il silenzio pieno di una voce
divina a parlarmi. Sospeso, non vedo
più l’acqua corrente dove poggiavo
il legno di prua, in mobile attesa
d’un minimo segnale, d’una vita,
di una innocente natura.
Dove si trova l’umile vero?
In un giglio dei campi toscani
o nella falce che sogna
a lato una primizia dei prati?
O forse è nel passo sapiente dei Magi
di creta in viaggio: dentro un presepe.
Tratta da "Riscriver bianconeve. La poesia degli scrittori", Leonida Edizioni, 2012
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