Più volte sciolto,
Antonio Spagnuolo
Antonio Spagnuolo, come tutti i poeti consapevoli, riflette e dialoga con il tempo, con l’identità e l’esperienza umana. Fin dalle prime pagine di Più volte sciolto, affronta la percezione del tempo come entità fluida e implacabile, espressa in versi che sembrano sospendere l’attimo, ma ne testimoniano l’inesorabile progredire. Uno dei molti possibili esempi al riguardo si trova nella lirica “Il tempo non si allenta per l’essenza” di pagina 7 in cui la dimensione temporale è affidata a immagini suggestive ma allo stesso tempo adeguatamente aspre, ineludibili:
Il tempo non si allenta
per l’essenza
che ha un suono suo nel buio,
come punto distorto dal respiro,
o quando gli occhi vorrebbero rincorrere
accenti ed aliti di antiche presenze.
Batte la bianca meridiana al galoppo
per una stagione che grugnisce,
oltre spensieratezze giovanili,
oltre i monotoni affanni
rivolti a rimembrare le scosse
di ogni ora che passa.
Inutile conchiglia la sfida delle attese
nel passo felpato della nostalgia,
nella provvisoria prudenza
delle ceneri, quando il fuoco
di una lunga agonia ha sfigurato
l’incerto sembiante.
Questi versi, assieme a molti altri, evidenziano il tema centrale dell’opera: il contrasto tra l’effimero e l’eterno. Il poeta non si limita a percepire e descrivere il tempo come un semplice fluire cronologico, ma lo interpreta come una dimensione in grado di mutare ogni esperienza in memoria, rendendo ciascun istante un patrimonio irripetibile.
Il passato è inteso come componente inevitabile dell’identità. Nella lirica “Ogni giorno noi siamo il passato” emerge una riflessione sulla condizione umana inestricabilmente legata alle esperienze individuali, spesso incomprensibili per gli altri:
Come un mantra, la percezione del presente diviene continua ripetizione e rielaborazione dei ricordi. Spagnuolo invita il lettore a interrogarsi sul senso della memoria e sulla costruzione dell’identità personale.
Il linguaggio di questo libro è denso, simbolico e fortemente evocativo. Il poeta utilizza una serie di immagini visive e uditive che creano un’atmosfera quasi ipnotica. In quest’ottica, la lirica “Leggiadra o singolare o repentina” è uno dei componimenti in cui si distingue la capacità di Spagnuolo di fondere l’istante emotivo con la memoria visiva, di modo che la forma diventi riflesso dell’interiorità:
per qualche orma, nel rapido mutare
del sospiro, che torna a promesse
ormai illeggibili e sfalda le intenzioni.
Ecco le crepe da sanare riaffiorare
in vertigini malvage fra i gradini
che un tempo furono abbaglio.
Ad uno ad uno rinnovano ora calmi
i cento passi che trovammo insieme
nella mappa illusoria dell’abbraccio,
ad aspettare il cancello che preciso
apre al delirio.
Attraverso la scelta di termini come “leggiadra” e “singolare”, il poeta manifesta un’eleganza formale che tuttavia non può essere fine a sé stessa. Il motivo dominante del libro è una profonda espressione emotiva che Spagnuolo esprime appieno, senza edulcorazioni.
Nella lirica “Così era l’abbraccio delicato”, e in altre, simili e affini, si assiste ad una sorta di conciliazione tra le due istanze: l’intimità dell’esperienza viene celebrata con immagini che richiamano la delicatezza e la transitorietà dei sentimenti:
in una nenia, un canto, una melodia,
e a mulinello cedeva in un cratere.
Fiore di loto la tua letizia
esplodeva al mattino come albore,
l’abbaglio dei colori in dubbiosa caduta
replicava quel gioco di mola mancina,
che nei vapori filtrava ancora amore.
Ora taglio nel bronzo qualunque intesa,
per falene nel vento e tumulti
deviati dalla fiaba fra rottami e crepacci.
Il gesto dell’abbraccio si fa simbolo di un attimo di intimità che, pur nella sua fugacità, racchiude un universo di emozioni. La metafora della nenia e del canto suggerisce un’armonia che trascende il tempo e lo spazio, rendendo l’esperienza personale universale.
La lirica “Il risveglio dell’infinito è un percorso” rappresenta invece un punto di svolta nella riflessione poetica: qui il poeta si confronta con il senso della creazione e della ricerca interiore, un cammino fatto di tensioni, desideri e speranze.
e corrompe le dimensioni oniriche
liberando tensioni.
Prigioniero dell’orizzonte tento di acchiappare
un nuovo giorno trattenendo negli occhi
e ridestando il tuo grido di gioia,
rubando tenerezze alla tua immagine
proiettata nel futuro inutilmente.
Nella nuda corteccia tutto riappare
all’intreccio degli angeli sorpresi
per quel mutevole spazio che appartiene
ad illusioni pericolose o affascinanti.
Questa sezione del libro suggerisce una visione dinamica e in continua evoluzione, in cui l’esperienza giovanile si intreccia con la consapevolezza della finitezza. Spagnuolo indaga le profondità dell’animo umano, senza nascondersi dietro formule consolatorie.
Più volte sciolto spazia dalla meditazione sul tempo alla celebrazione della fragilità umana, senza mai accantonare una costante ricerca di bellezza e verità interiore. Il linguaggio poetico di Spagnuolo, denso e a tratti criptico, invita il lettore alla partecipazione interpretativa: ogni verso si carica di molteplici significati, a volte in apparente contrasto, a testimonianza della complessità della condizione umana.
Nella lirica “Avvento” il poeta si confronta con immagini cariche di simbolismo religioso e mitologico: Ne riporto qualche verso, invitando tutti ad una lettura integrale del libro:
“Egli è l’inafferrabile! / Un Cristo che dalla croce lignea / cerca, duemila anni, / di lacerare le tenebre…”
Non si tratta soltanto di una rievocazione cristiana: è, piuttosto, un’allegoria della lotta contro l’oscurità interiore, una metafora della condizione esistenziale in cui il desiderio di luce si scontra con la realtà del dolore e della perdita. La forza evocativa di tali immagini permette al lettore di immergersi in un universo poetico in cui il sacro e il profano si intrecciano in maniera indissolubile.
La varietà tematica e la ricchezza stilistica di Più volte sciolto rappresentano una sfida sia per il poeta che per il lettore. Da una parte, Spagnuolo impiega un registro linguistico elevato e una tecnica metrica raffinata, capace di creare sinfonie di suoni e di significati. Dall’altra, il contenuto rimane profondamente radicato nella realtà dell’esperienza umana, tra memoria, desiderio e rivelazione. Questa doppia dimensione, sia estetica che esistenziale, conferisce al volume una forza che lo rende coinvolgente e capace di suscitare riflessioni profonde.
ROSARIA MARIAGRAZIA FIORENTINO

Chiaro e di lapalissiana evidenza. Davvero significato il commento e la recensione della dottoressa Fiorentino. Rende maggiormente visibile e tocca i temi profondi del contenuto dell'opera
RispondiElimina"Ogni giorno noi siamo il passato
RispondiEliminaperché ognuno di noi è il passato!"
Una verità. Noi sia così per le nostre esperienze passate, che influenzano il nostro oggi .
Infondo ognuno di noi vive i suoi anni di gioventù creando un infinito chi se ne rende conto diventa infinito e gode la vita e le sue emozioni.
"Il risveglio dell’infinito è un percorso
emozionale che gioca con i miei vent’anni";
"quando il fuoco
RispondiEliminadi una lunga agonia ha sfigurato
l’incerto sembiante."
Toccante
Sempre di livello altissimo i versi di Spagnuolo, emozioni che ti entrano in circolo e rinsaldano il pensiero, alternanze, l'aprirsi e il calare del sipario, luci di tenerezza, e buio , dove però non ti perdi.
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