Il cielo tra le vigne sa di terra
e ricordi rubati ai contadini,
di nebbie che non posso dissipare
nel fiato breve dei giorni a venire.
So bene la malinconia ai binari
i fischi di sirena per la schiena
già trafitta da brividi di addio.
E’ cupa la periferia che incontro,
scortese quel suo sguardo di cemento,
troppo duro per coccolare un fiore.
Mi sovrasta la paura del domani
nelle veglie ammutite di speranza
che la notte riveste di silenzio.
Ho conosciuto il tempo della fine
per tornare inizio, atomo di madre,
nella placenta antica della terra
ho ascoltato quel battito di cielo
per ritrovare il cuore e la sua pace.
Ho viaggiato fino in fondo la via
immusonita e triste del ritorno
e ci ho trovato un labbro spento
una parola astratta e scorticata
da un desiderio smorto di infinito.
Sa di pioggia il cielo tra le vigne
quando tra le mani resta nulla
e si danno per vinti pure i sogni.
Mi accuccio fra i filari a testa in su,
gli occhi fissi a solcare verità
e fingo il sole sorgere dal colle
quando cerco nel vuoto del silenzio
la parola che cuce ogni frammento.
E smuove un nuovo cielo all’orizzonte.
Sapessi io discendere i meriggi
allungati come ombre scure sulle case,
al riparo da spigoli di vento
e fermare l’incedere inesorabile del tempo,
ritrovare infine quegli angoli di pace
chiusi a chiave e abbandonati in un camino
colmo di cenere e ricordi
di fossette rosse e baci sulle guance.
Sapessi dar voce alla luce dei silenzi
che mi parlano e mi abitano e mi vegliano,
pioggia gentile sui fili d’erba dei cortili
intorpiditi nel mattino.
Sapessi disvelare il segreto del tuo sguardo
quel sorriso luminoso, di bambino,
che emana verità e non chiede nulla in cambio,
Sapessi liberare il cielo dalle nuvole
e volare alto come un falco
e poi lanciarmi nel muto vortice dei sogni
e fugare ogni paura.
Solo cosi riuscirei a abbracciare
lo splendore del tramonto che declina
e disegnare la mia notte.
C’è troppa vita, sai, per restare appena uomini
appesi come nubi a un brivido di cielo.
Sapessi arrestare lo sfilare dei miei giorni
e indovinare la parola in fondo al cuore
sceglierei di essere con te
sillaba di eterno.
Due belle poesie di un poeta bravo e a me sconosciuto. Credo che la giuria non abbia faticato molto nel discernere tale e tanta bellezza poetica. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaLa ringrazio di cuore per l'apprezzamento. Dario Marelli
EliminaDue gioielli poetici che emozionano, rallegrano i sensi e danno vita all’anima
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