Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
Un inno alla
vita, al suo misterioso e magico cammino; al suo gioco di andate e ritorni; di
fughe e di abbracci; un amore pulito, dialettico, sacro, infinito, terreno, dicotomico
per questa sofferta e amabile dualità che si prolunga a suo piacimento: “So che finirà/ - un giorno, una notte, che
importa -/ il nostro gioco/ allora smetterò di desiderarti, vita/ e tu ti
girerai dall’altra parte in cerca di nuovi avversari...”. Momenti di cielo
a volte azzurri e altri di foschia,
d’altronde fra innamorati non sempre le cose corrono lisce: si alternano ad attimi
di sperdimento emotivo rapporti di incomprensioni vicissitudinali. Il
poeta è cosciente della fugacità del tempo e della precarietà di una occasione
fatalmente toccatagli; si tratta della sua storia, di questa meravigliosa
avventura, di questa compagna a volte appiccicosa, a volte distante, ma sempre
burlona, schiva, birichina; la prende così come è con tutta l’umoralità che la
distingue, con tutto il bagaglio di atteggiamenti ora piacevoli ora meno,
perché non è possibile starne senza, è vita, ed è fondamentale riflettere sul
fatto che esistiamo. Ma sa, anche, il poeta, che un bel giorno, non importa
quale, essa lo lascerà in cerca di nuovi avversari: morire è come porre fine a
questo rapporto con una donna fatta a modo suo: “perché io so che sei, vita/ unica,
così.” Ma ciò non toglie che la si possa amare con la più intensa felicità: “Sarà
così, per me, per sempre:/ vivere cercandoti, vita, e mai trovarti/ ma sempre
felice, spudoratamente felice…”. L’autore, da buon mortale, fa del suo
esistere una conflittuale passione di odio-amore; e lo strappo non è
poi una tragedia greca: fa parte del
gioco; ne è un componente imprescindibile. I versi, con un movimento ritmico
di varia estensione, visualizzano il succedersi articolato del tessuto emotivo.
Nazario Pardini
VITA
Così come sei
burlona, schiva, birichina
o vita
ti terrò con me, fino alla fine.
Sei bugiarda, tentatrice
e vinci sempre al gioco...
Ti piace, in particolar modo, giocare ad
acchiapparella
io ti cerco e ti seguo
senza mai afferrarti.
Ma no, mento, ti ho presa, sì, ricordo
era una notte di luglio
e da allora abbiamo sempre giocato insieme
io qui e tu la mia avversaria.
È una sciocchezza, sai? In realtà è bello
così: io e te
siamo fatti per spiarci, per desiderarci
per avere notti piene di sogni
e sogni pieni di nuove possibilità
ma mai per toccarci.
Noi due, vita, siamo quelli del nascondino
tu da una parte e io dall’altra,
siam fatti per eluderci e null’altro.
So che finirà
- un giorno, una notte, che importa -
il nostro gioco
allora smetterò di desiderarti, vita
e tu ti girerai dall’altra parte in cerca
di nuovi avversari...
Io, stanco delle tue beffe, capirò
perché, vedi, gli occhi che ti bramano
sanno che averti
tutta, completa, fino in fondo
ucciderebbe il desiderio
lo stesso che oggi
mi fa credere alla felicità
e mi porta a cercarla.
Sarà così, per me, per sempre:
vivere cercandoti, vita, e mai trovarti
ma sempre felice, spudoratamente felice
perché io so che sei, vita
unica, così.
Claudio Fiorentini
7 maggio 2017
Il poeta è di fronte alla vita e le parla con toni confidenziali, di auto-ironica rassegnazione. Sa bene, il poeta, che è lei a dirigere la danza, in quel rapporto di "odio-amore" - così lo definisce Pardini - che è tipico degli amanti, da considerare anche avversari. E quando finirà finirà. La vita a quel punto andrà altrove, a cercare nuovi avversari da amare. Pazienza, il poeta è pago lo stesso, è grato alla vita così. Grande saggezza.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Un testo questo di Claudio Fiorentini in cui si sente l’impronta ironica del poeta, che gioca con le parole e con la verità. Dice bene Nazario nel suo commento, questa poesia è un inno alla vita, al suo misterioso e magico cammino.
RispondiEliminaUna poesia coinvolgente che ci porta a riflettere sul tentativo di vivere giocando e con leggerezza. Imparando a riconoscere quei momenti in cui abbiamo acchiappato la nostra avversaria, (la vita) e abbiamo sentito la felicità invadere il nostro corpo. La vita spesso si nasconde e sta a noi cercarla e sfidarla per ottenere quello che desideriamo, forse non riusciremo ad ottenerlo, ma è sufficiente averci provato per farci stare meglio.
Il tema centrale della poesia è la voglia di vivere, sapendo che non si puo’ avere tutto perchè avere tutto
“ucciderebbe il desiderio
lo stesso che oggi
mi fa credere alla felicità
e mi porta a cercarla.”
Sono grato a Claudio che ci ha offerto questa poesia, pregnante di significati e molto piacevole da leggere.
Una poesia che gioca col senso della vita sul filo di versi apparentemente leggeri e semplici, in realtà ben protesi verso un messaggio preciso. Nazario Pardini ne sottolinea magistralmente tutto lo spessore emozionale, evidenziando contrasti e paradossi che spiegano la natura del legame con cui la vita stessa tiene il poeta, l’Uomo, legato a sé.
RispondiEliminaSì, la vita ci sfida ogni giorno a coglierne il senso più profondo, eppure sfugge, un giorno dopo l’altro, perché ogni giorno si ripropone diversa dal precedente. E’ questa continua ricerca del suo inafferrabile significato che ci lega e ci condanna ad esserne schiavi, infatuati come davanti al primo amore, talvolta compiaciuti, talvolta disperati.
In questo moto perpetuo, di cui il poeta è testimone consapevole, seppur proiettato verso l’idea dell’ineluttabile fine, è racchiusa la bellezza della vita , il senso e il segreto della vera felicità.
Ringrazio il Prof. Nazario Pardini e léucade per questo bellissmo approdo, e ringrazio Franco, Francesco e Lea per i preziosi e incoraggianti commenti. La vita è, spesso, sottovalutata... e la sua meraviglia è irripetibile.
RispondiEliminaClaudio