CONTEMPORANEITA’
I tempi da
tempo sono già maturi
per cogliere a
iosa, come dovuto,
da ogni albero il
mio frutto.
Ma da sempre -altri-
hanno scritto per me
dove e quando
il punto d’inizio,
come e perché
l’ora del compimento.
Così, reggo
appena ogni giorno
-il mio giorno-
fino a data certa
quando ogni
cosa sarà alienata
al mio volere
di uomo che stanco d’attese
nutre silenzi oramai
nel chiuso
d’anima sola.
Nell’era di
continue metamorfosi,
repentini scambiamenti,
reiterati sofismi,
dove la precarietà
e l’inganno,
l’essere
mendace e la violenza
sono nuovi
connotati di sopravvivenza
e fuggire virtù,
non c’è spazio per chi,
carico d’anni, siede
ancora
sul davanzale
della vita a chiedersi:
(se ora così è il
vivere dell’uomo)
se -il
non voler più esserci tra i simili
è o no
un gesto eroico da scrivere
su una lapide …a futura memoria-.
Nov. 2010-Set. 2017/24
Il cambiamento di un’epoca, ha impresso lineamenti duri sulla faccia di questo nostro vivere
RispondiEliminaI buoni semi non hanno dato i frutti che ci aspettavamo. I semi della violenza e della corruzione, come erba infestante stanno soffocando quelli dell’onestà e dell’amore. Sembra non esserci più spazio per chi porta avanti questi valori, tanto da pensare di gettare la spugna. Un’amara analisi del reale questa di Pasqualino Cinnirella, delusione, malinconia, dolore sono palpabili in questo testo. Purtroppo stiamo vivendo un’epoca difficile e amara. Tutti gli accadimenti sembrano portarci verso il dirupo. Certo è che anche se stanchi ed anziani, non dobbiamo arrenderci, né fissare lo sguardo nella direzione più cupa.
Serenella Menichetti.
Seriosa e inopinabile l'analisi sociale del vivere contemporaneo, fatta da Serenella, alla quale esprimo il mio ringraziamento copioso per questo suo pensiero profondo a eco della mia Contemporaneità che altro non è la costatazione, la consapevolezza amara del nostro vivere di oggi. Mi auguro che il dettato poetico sia chiaro e verbalmente armonico. Grazie Serenella, Te ne sono grato sempre per l'intervento e per quanto in esso esprimi. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaUna poesia di ampio respiro, ricca di immagini e di musicalità, che ne rende una lettura godibile e significante. Lo spartito poetico del caro Pasquale Cinnirella in questa lirica, ci offre l'occasione di guardare alla vita e ai suoi cambiamenti cercando di essere protagonisti delle nostre scelte e non lasciarci sedurre dalle sirene dei facili cambiamenti. Il nostro ci dice nell'incipit,
RispondiElimina"I tempi da tempo sono già maturi
per cogliere a iosa, come dovuto,
da ogni albero il mio frutto."
se come voglio sperare i frutti del suo albero sono anche le poesie, allora è un bene che questa maturità dia frutto, per riempire il vuoto che i cambiamenti citati successivamente nella poesia, non possano mettere radici. Allora scrivere poesie puo' essere un atto eroico, e l'occasione per lasciare un segno tangibile della nostra umanità.
Francesco
E' vero Francesco, tra quegli alberi c'è quello della poesia curato da 5 decenni e più con sobrietà, umiltà, costanza in una ricerca continua di nuovi elementi o alimenti culturali sfocianti in una continua lettura di più possibili e svariati autori italiani e non perchè quell'albero sia sempre rigoglioso.Complimenti Francesco perchè hai colto nella mia Contemporaneità un'altro aspetto che non è marginale anche se in -essa- è, giuoco-forza, celato ma che nel calderone esistenziale descritto vi entra a pieno titolo. Grazie infinite per questo Tuo pensiero sulla mia così pertinente, obbiettivo e soprattutto spontaneo. Un ulteriore grazie perchè la trovi verbalmente musicale essendo l'elemento cardine di una poesia (almeno per me) Pasqualino Cinnirella.
Elimina"E' un ritratto fedele dell'uomo d'oggi, disperatamente succube delle convenzioni sociali e non più padrone di se stesso. Viviamo il tempo in cui non si vive, ma ci si lascia vivere". Questo avevo scritto in privato a Pasqualino che già da qualche giorno mi aveva fatto dono della sua "Contemporaneità". La sua è una rappresentazione dell'odierno smarrimento esistenziale nel cui mare tutti nuotiamo, naufraghi in cerca di uno scoglio cui poterci ancorare. Per quanto concerne la sua (a mio parere) eccessiva apprensione per il rispetto della musicalità, vorrei tranquillizzarlo. La poesia, a mio parere, non deve cercare ad ogni costo la musica, per il semplice motivo che porta o dovrebbe portare con sé la sua musica, qualunque essa sia. E in questi versi io direi che la musica c'è.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Franco? Grazieeeeee!!!!!!!!
RispondiEliminaPasqualino
Tanto realismo, amare constatazioni e riflessioni in una singola poesia, esprimono più di quanto si possa riuscire ad immaginare, una reale "Contemporaneità".
RispondiEliminaUna poesia molto lirica e piena di profonde riflessioni sulla quotidianità del mondo odierno dove, ciascun essere umano non lo è più a causa di una robotizzazione sempre più incalzante.
Il vuoto ed il nulla incombono su una società nella quale, più niente è certo, nemmeno la vita in tutta la sua straripante energia.
Eppure... qualcosa rimane e resterà, fosse anche solo l'ombra di quello che sarebbe dovuto essere un nuovo umanesimo privo di virtualità.
Un plauso al poeta ed un esortazione a perseverare nel suo cammino da cantore moderno e contemporaneo, nuovo Oméro per future generazioni.
Josye Traulcer
Questa lirica di Pasqualino Cinnirella è una sterzata -direi decisiva- del suo poetare, che immette su di una strada maestra , che non tiene conto della misura del verso, ma della certezza dei contenuti e delle sensazioni che induce nel lettore. Qui Cinnirella non tiene neppure conto della intimità che la vita ci riserva e "nutre silenzi oramai / nel chiuso d'anima sola", e non soltanto "per chi / carico d'anni, siede ancora / sul davanzale delle vita", ma CONTEMPORANEITA' contiene anche -ed esprime con forza- per tutti gli uomini "il rumore delle metropoli" (sottolineatura mia) che invade l'anima e la fa prigioniera delle sue solitudini.
RispondiEliminaComplimenti, Pasqualino
Umberto Cerio
Umberto! sei grandeeeeee!!!!! Vivamente grazie Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaUna poesia che rende appieno l'autore e il suo frutto. Già, rende il tutto la poesia, anche Lei scrive per Pasqualino il dove e il quando, il come e il perché. Si evince la sua ironia, la chiara educazione che porge versi come una cascata d'acqua limpida. Sì, il mondo sembra precipitare negli inganni, ma... ma, mentre lo afferma il Nostro se lo chiede, ce lo chiede da quel davanzale dove tutto passa e si sta tra il dentro e il fuori, nell'attesa di un giorno migliore. Bellissima poesia.
RispondiEliminaChe sorpresa Patrizia!!! LeggerTi in coda alla mia Contemporaneità è il regalo più bello che mi potevi fare. Non me l'aspettavo sia come tempo che come contenuto formulato in modo così estroso che rispecchia la tua enorme fantasia, ma a pari tempo acuto e incisivo. Quando mi scrivi "Una poesia che rende appieno l'autore e il suo frutto" e "Già rende il tutto la poesia" (stessa), mi hai lusingato eccome e pertanto mi sono commosso anche al pensiero che per Te (come per tutti coloro che mi hanno onorato del loro intervento) la ritieni Bellissima. Detto da Te (come da altri) assurge ad un valore inestimabile in quanto il tuo stile è assai diverso dal mio. Grazie Patrizia Te ne sarò sempre grato. Pasqualino Cinnirella
EliminaCarissimo, eccomi. Tanti gli accadimenti della vita e tanti gli alberi e i frutti di poesia, i frutti che ogni stagione porta con sé, inequivocabilmente. Altri hanno scritto per te, quasi come se il destino di ognuno si piegasse a un disegno al quale non si può fuggire: per dovere, per nascita, per indole. Tra quegli "altri" c'è la tua Musa. Anche lei scrive per te. Amara ironia e consapevolezza di vita e morte, mi mi recano gli ultimi versi. Grazie per la tua stima che ricambio. Felice che tu riesca a percepire nelle mie parole la stessa persona con cui a volte scherzi e sorridi.
Elimina"Essere o non essere" questo è il dilemma evocato ed insito nel finale della poesia di Pasqualino Cinnirella, addirittuta anche dopo la morte... "su una lapide... a futura memoria".
RispondiEliminaFino all'ultimo egli si domanda e chiede se vale la pena l'essere esistito in un mondo ormai così povero e privo di quei valori che hanno reso immortale l'essere umano. La confusione e la fuga dalla realtà e dalle responsabilità sembra abbiano cancellato millenni di civiltà e miliardi di vite dedite a quello che di più bello c'è nell'essere umano: l'arte e la sua bellezza.
Occorrerebbero cento libri e mille articoli di giornale per descrivere tutto quello che il poeta in una bellissima poesia è riuscito a dire in maniera sintetica, lirica ed elegante.
Finalmente fuori dai suoi schemi tradizionali, Cinnirella in questa poesia, esprime in maniera attualissima la "Contemporaneità" nella quale, forse da sempre, l'umanità si è nascosta e continua a nascondersi per giustificarsi.
"stanco d'attese nutre silenzi oramai nel chiuso d'anima sola".
Illusioni e delusioni di Shakespeariana memoria, inutili e febbricitanti, forse... "gesti eroici" di un possibile cambiamento di rotta.
Ottima poesia da uno tra i poeti contemporanei più tormentati ed allo stesso tempo, per questo, amati.
Giuseppe Cultrera
Mio caro Giuseppe, hai voluto farmi ancora una volta una piacevolissima sorpresa nel ribadire, anche su questo meraviglioso blog, quello che di presenza mi esterni quando Ti sottopongo le mie poesie. Come sempre mi lusinghi specie quando mi paragoni ai grandi poeti. Questa volta sei andato oltre, hai scomodato W.Shakespeare e Ti confesso che mi fa paura anche perchè, come Tu sai (perchè mi conosci bene) che non mi sento minimamente a tale elevatura poetica-artistica e sai anche che non è -falsa modestia-. E' la prima volta che ti sento dire che i miei versi sono eleganti e questo mi fa veramente piacere. Grazie Pippo e a presto. Pasqualino C.
EliminaGiuseppe Cultrera, mio concittadino di Caltagirone CT è l'autore del romanzo "MONNA LISA 3000 al quale in nostro amatissimo Prof. N. Pardini ha ritenuto formulare una critica da par Suo qui postata ai primi del c.m.
Grazie
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RispondiEliminaal blog ed ai bloggers, Grazie di esistere
RispondiEliminaCaro Pasqualino, hai una vena poetica calda, autentica, ricca di sfumature stilistiche e contenutisticamente superba. Tendi alla malinconia, ma i segreti delle vite restano necessariamente sigillati nel cuore delle liriche. Tu non puoi essere definito un poeta moderno nel senso avveniristico del termine, doni lirismo ispirato, puro senza pecche e sei di raso e oro... Io trovo che possiedi il Dono. Sei fantastico, anche se teso al pessimismo, al timore per itempi nuovi: dove la precarietà e l'inganno,/l'essere mendace e la violenza/ sono nuovi connotati di sopravvivenza/. Ti ho ammirato infinitivamente e...GUAI A CHI TI TOCCA! Un bacio immenso. Maria Rizzi
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