Poesie passionali, ispirate da un sentire fortemente partecipativo, dove i
versi, con euritmica fluidità, accompagnano i movimenti emotivi della Greco.
Tutto è morbido, gentile, contagiante, e la
luminosità dei verbi trova
l’innesto giusto in iuncturae di iperboliche sinestesie. Senz’altro poesia
armonica, di tradizionale presa lirico-nostrana, che tradisce, volutamente, per
limpidezza formale e disciplinare, ogni tentativo di riforma prosastica che ha
tentato di contagiare, negativamente, il
corso della nostra tradizione:
Piove da abbattere difese, nei giorni
colorati
da un incipiente autunno, piove; poco
altro
da aggiungere a noi d’acqua e terre
emersi...
Piove e il cielo cupo irrora di lacrime le
strade, i campi, la selva. Tutto è in mano ad un cielo brontolone che invia i
suoi singhiozzi a una terra dimessa e
triste come le gramaglie di un autunno
che piange una fine. L’amore si fa vivo, sempre più presente, in un crescendo
da sinfonia wagneriana, rinvigorendo i
palpiti di un cuore sempre più caldo e in sintonia con i rubini di stagione.
C’è aria di fuga; il tentativo di sottrarsi ad una sorte che tutto dispone. La
voglia di abbracciare il sereno, di
aprire la finestra alla luce per ascoltare una voce che parli ancora di erotiche
avances. Non lasciamoci vincere dal tempo, ma lottiamo, anche col semplice
ricordo, lottiamo a ché torni la sagoma di un volto che è dentro noi, e che la
poetessa chiama con parenetico grido:
Ci
incontreremo appena più in là
di
queste ore, in un biglietto di sola andata, che
ritorna
inesorabile, per questa voglia di correre
nella
direzione esatta delle tue mani e della tua bocca.
Ci incontreremo appena più in là; nella
direzione dei nostri desideri; in un mondo di chiarori e di sogni, dove il
destino piangerà la sua sconfitta, e dove capirà che è possibile correre verso la
pulcritudine di eros. Basta amare e tutto sarà splendente come un giorno di
primavera. La natura si fa complice coi suoi innesti visivi, con l’incastro di
argomenti scomodi:
Gli scoiattoli
fanno incetta di provviste per l’inverno;
man mano
che hanno tempo, gli alberi ingialliscono
e
sperduti romantici raccolgono i colori in una tazza
di tè,
cardiotonico per il buio delle giornate a venire.
La
forma a cuore del tiglio richiama un argomento
scomodo,
mentre bevo il secondo caffè della giornata.
Finché si fa dominante
ricorrendo al mare, alla casetta di legno, alle lenzuola, al tutto: quello che
conta è ricominciare, e amare, verso un traguardo di erotismo catulliano:
Spogliami
davanti al mare, tra le tue onde, nella casetta
di
legno che odora di sale e ridi; tra le lenzuola sei un atto
di
ribellione a quest’ordine stabilito. Riconfiguriamo un
attimo
senza anestesia e lasciamo alle conchiglie il compito
di
narrarne le gesta a chi porgerà l’orecchio prima della marea.
Dopo,
dormiremo senza pensieri, se non quello di ricominciare
Nazario Pardini
Due inediti di Angela Greco
«La poesia deve avere in sé qualcosa
che è barbaro, immenso
e selvaggio.»
(Denis Diderot)
1.
Piove
da far crollare argini, nelle notti
scure
di lampi viola, piove; alle spalle
tuona
con straordinaria voce il cielo.
Si confondono
acque e pensieri, dita
intrecciate
alla coperta pregano il nome
tuo,
spiando stelle nascoste nella piega
dell’insonnia.
Ipotesi d’azzurro e del tuo volto
s’affacciano
alle prime luci; l’aurora diserta
la
chiamata e la Polinesia non è poi così
distante
da questo atollo di meraviglia.
Sconfiniamo
allora oltre chilometri di buio,
in un
rettilineo dalla prospettiva precisa;
il
salone delle feste con il pavimento a scacchi
e il
grande specchio a moltiplicarci. Piove,
non ha
voglia di smettere e nemmeno noi;
affaccendati
tra vie traverse accadiamo
per
caso, per erranza del fato, coincidenti
in un
punto preciso dove non si tocca il fondo.
La
finestra è uno scorcio della cappella Rothko,
mentre
Klein sorride dalle sue profondità blu,
così
simili alle tue parole da trovare il mare
anche
qui. Ci incontreremo appena più in là
di
queste ore, in un biglietto di sola andata, che
ritorna
inesorabile, per questa voglia di correre
nella
direzione esatta delle tue mani e della tua bocca.
Piove
da abbattere difese, nei giorni colorati
da un
incipiente autunno, piove; poco altro
da
aggiungere a noi d’acqua e terre emersi.
(7/10/18)
Angela Greco
2.
A
quale maltempo appartiene questo presente
di dimenticanze?
Dove stiamo andando? Lo domando
ancora,
anche in questa poesia senza esito.
L’autostoppista
fermo sul ciglio ha una speranza;
la
fretta della borsa narra di quel che si è perso.
Ci
prendiamo per istinto animale e ci auguriamo
ogni
benedizione; ma cosa sta accadendo? E, noi?
Il canadair
sorvola fuoristagione il bosco e la strada
taglia
il pericolo di propagazione incendi; si gioca
d’anticipo,
una strenua difesa senza oscillazioni,
orologi
che hanno perso il senso del tempo per colpa
della
batteria. Le mani, dopo le previste ore di lavoro,
non
avvitano più nulla; si perde così la relazione, il
contatto
con questo trascorrere ipnotico e silenzioso
d’uomo.
La domenica mattina è un salmo reiterato.
Gli
scoiattoli fanno incetta di provviste per l’inverno;
man
mano che hanno tempo, gli alberi ingialliscono
e
sperduti romantici raccolgono i colori in una tazza
di tè,
cardiotonico per il buio delle giornate a venire.
La
forma a cuore del tiglio richiama un argomento
scomodo,
mentre bevo il secondo caffè della giornata.
Spogliami
davanti al mare, tra le tue onde, nella casetta
di
legno che odora di sale e ridi; tra le lenzuola sei un atto
di
ribellione a quest’ordine stabilito. Riconfiguriamo un
attimo
senza anestesia e lasciamo alle conchiglie il compito
di
narrarne le gesta a chi porgerà l’orecchio prima della marea.
Dopo,
dormiremo senza pensieri, se non quello di ricominciare.
(7/10/18)
Angela Greco
Una sorpresa che illumina il giorno, grazie!!!
RispondiEliminaUna lettura che emoziona, chiara e precisa fin nelle profondità sfuggite persino da chi l'ha scritta, questa poesia "d'amore". Il virgolettato è giustissimo, perché è materia assai difficile l'Amore e ancor più in poesia. Rinnovo con vera gioia il mio ringraziamento al prof. Pardini per la stima assolutamente ricambiata e per la cortesia di questo spazio. Un carissimo saluto,
Angela Greco AnGre