venerdì 22 settembre 2023

Luciano Nanni su : " Diario pandemico al vento dei fiori"

Diario in poesia e in prosa. Il periodo della pandemia con le inevitabili restrizioni ha creato una letteratura specifica nelle varie tipologie di diario, prosa, poesia, e, in ambito scientifico, saggi e articoli per comprendere il fenomeno. L’evento ha colpito ovunque: da tempo eravamo abituati a considerare le epidemie e le più estese pandemie come avvenimenti del passato.

Di fronte a un fatto nuovo com’è stato il covid 19 è naturale la paura per l’incolumità personale, considerando i tragici giorni in cui unica difesa era l’isolamento. Dei tanti libri pervenuti sul tema, questo dell’autrice padovana si distingue anche sotto il profilo formale. La scelta è caduta su una interazione tra prosa e poesia, ma stando al principio da molti sostenuto che poesia non vuol dire solo applicazione di certe norme metriche, ma la sostanza espressiva di un testo. Certo è che, davanti a tanta ricchezza in senso letterario, diventa arduo fare preferenze, che dipendono in gran parte dai gusti del critico: è tuttavia è indispensabile mantenere quella oggettività che è possibile attraverso un esercizio costante; tanto più che la prefazione ha già indicato alcune linee importanti su cui operare la disamina del libro.

Ci atterremo quindi a una regola generale, rilevando taluni tratti particolari. Chi conosce la produzione dell’autrice troverà dei cambiamenti, non di stile, che è individuale e riconoscibile, ma nelle strutture di un linguaggio il cui fine è descrivere e nel contempo far emergere valori di carattere universale. Anzitutto vediamo questo libro come una testimonianza. Il tempo della pandemia è inteso nelle sue varie sfaccettature, compreso l’aspetto psicologico che, come si è visto, ha inciso profondamente nel tessuto sociale e umano. Sulla novità della scrittura ci illumina un testo: poesia o prosa non conta; il che vuol dire che sono superate le barriere tra le due forme letterarie, lasciando quindi il pensiero libero di presentarsi con lo scopo di tradurre poeticamente gli accadimenti quotidiani e in primo luogo la calamità che ci ha colpiti.

Dobbiamo allora vedere le parti in prosa quale continuità e alternativa con quelle in poesia. Il poeta cerca parole vere, in un tempo virale che ha sconvolto le nostre certezze. Vi sono alcuni momenti del libro che si distinguono per la loro originalità, ad esempio gli haiku, sintetica forma giapponese che da noi ha preso piede, a dimostrazione di come con diciassette sillabe, di solito considerate secondo la metrica italiana, sia possibile creare piccoli gioielli utilizzando gli espedienti che la metrica ci mette a disposizione: rubando al coronato (sinalefe); i myosotis (dieresi: ÿ); profumo di zagara (ipometro o diastole).

Al di là di queste singolarità, è la sostanza poetica che emerge, aver compreso il poeta-respiro segreto dell’universo, una chiave per superare la realtà contingente e proiettarsi oltre, affinché la parola si trasformi in una realtà separata, ancorché si possa ritenere indecifrabile, probabilmente in virtù della sua natura. Numerosi peraltro sono i passi che andrebbero citati, ma lo sgomento del terribile virus si riflette nell’innocenza: “Lo stupore dell’azzurro spento nel tuo sguardo” — è uno specchio, immagine dell’io, in cui ognuno può mostrare la propria identità. Ma ciò che più colpisce è la luce dell’etica stella: ciò presuppone un ordine, anzi, un ordine superiore che sfugge alla nostra percezione; in tal caso la poesia riesce a intuirlo, ma in quanto a raggiungerlo per poi realizzarlo il cammino è ancora lungo.

Non si ha la pretesa di decodificare sempre un testo poetico, specialmente per la nostra autrice che oltrepassa la normalità della scrittura e ci conduce in una diversa dimensione, senza però dimenticare “il vuoto dell’anima civile”: una poetica che mantiene la funzione che diremmo educativa, traendone quei principi inderogabili sotto ogni latitudine. Da un lato l’attualità, qual è la guerra ormai alle porte, dall’altro la tensione verso la trascendenza, forse l’unica via per sfuggire al male che ci sovrasta: mai come ora è necessario accendere la parola, fiaccola e luce contro le tenebre.

 

Luciano Nanni

 

 

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