Nonno di nonno
trisavolo Pietro
austero guardiano
di orti boscagli vigneti
di raccolti campestri
carri di fieni e sterrati di buoi
fatiche di polvere e sudori
albe di semine e tramonti di veglie
pane latte e polenta
eri
parlavamo… parlavamo a Torino
perché percome perquando
non sapevi
di Cavour Garibaldi Mazzini
monarchia repubblica… libertà…
severo custode del tuo giorno
tumulo ignoto disperso e dissolto
oblio dei vivi
nonno senza traccia
che postero pensiero
rivela e ravviva
Marco dei Ferrari
Torna il poeta Marco De Ferrari, dopo lunga assenza, con versi che risuonano con l’inizio dell’autunno. Scomparse le parole taglienti, il ritmo a singhiozzo di molte sue poesie, qui la memoria affettuosa prevale su ogni altra riflessione. L’uomo “senza traccia” nella Storia, il trisnonno che non sa, non si domanda il perché dei grandi eventi che attraversano i suoi anni, e non importa nello svolgersi quotidiano della sua vita. La nostalgia dell’avo sembra cogliere di sorpresa, inaspettato, l’involontario ricordo, nato da chissà quale suggestione, nella mente del poeta; e con questi versi tenui “rivela e ravviva” l’austero guardiano di una vita che fu semplice di pascoli, olivi e vigneti
RispondiEliminaRingrazio il Prof Pardini per aver pubblicato questi bellissimi versi che Marco ha condiviso sulla mia casella di posta
Isabella Conte