Nota
al libro
Diplopie
di
Domenico Lombardi
Poesia nitida, chiara quella di Lombardi che sa avvincere il lettore con versi spontanei, ma nello stesso tempo alimentati da malizia tecnica, spessore verbale, e da costrutti orientati verso una marcata e puntuale interiorizzazione. Diplopie: il difetto visivo di vedere gli oggetti sdoppiati nel poeta si trasforma in invenzione allegorico creativa di prim’ordine: “Che meraviglia vedere due volte / nello stesso momento / Federica e Francesca, / il sole, i campi d’infanzia / occhi che inseguono / aquiloni bandiere di pace / nel vento.” La poesia è vita per Lombardi, vita che si aggrappa ora al memoriale, ora al reale e vi ritrova momenti di abbandono. Nostalgie che con forza evocativa tornano a vivere fisicamente nei luoghi e nei paesaggi, nelle piccole e grandi cose che tutte assieme danno corpo al nostro esistere. La silloge si divide in tre sottotitoli: per Nome, per Tempo, per Luogo. Ed ogni nome, ogni figura, ogni ambito di tempo (da Lorenza a Charlie Gaul, da Candela a Paesi di pane, da Capalbio a Pianosa) si fanno momenti di vita, corpi in cui si involucrano le tensioni esistenziali del poeta.
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