domenica 5 maggio 2013

LUCIO TREU: POESIE


La chiesa sul mare
(dopo il matrimonio)

 

Che colore intenso ha il riso lasciato a terra
alla fine di un matrimonio.


Non cambia, come il riflesso di luce
che ancora per pochi istanti
rimarrà fermo sulla panca dell’ultima fila.

 
Ora il silenzio è una sentinella
tra porta e porta,
tra finestra e finestra.
 

Non so chi lasciò aperta quella vicino ai girasoli.
Forse fu lo sposo, perché ogni cosa in quel giorno
sapesse di vento umido, di infinito, di mare e di sacro
da respirare,
da bagnare i capelli e gli occhi,
da lacrimare di gioia e dolore,
aspettando che il bacio finale
potesse asciugare quelle gocce.

 
In quell’attesa,
la sposa rimase seduta, con le mani sospese
tra il passato e il futuro,
tra le spighe di frumento e il pane spezzato.

 
Quando gli prese il viso con le dita chiuse,
tutto di lui le apparteneva
anche l’ultimo granello di sale asciugato.







La cima

 

Quando sei nel punto più lontano dal mare, lassù in alto, sulla cima,
è la parte superiore del tuo corpo che comanda,
cresce il desiderio incontrollabile di alzare le braccia
di stringere nelle mani quel silenzio.
 

Il silenzio della montagna è così diverso da quello del mare,
come il volo dell’aquila e quello del gabbiano.
Sulla vetta Il silenzio  non si nasconde nel buio di un abisso,
ma si mostra a te con la sua leggerezza e lealtà.
 

In fondo è facile toccare l’acqua del mare,
prima o poi qualcuno ti ci porta.
Sulla vetta, invece, per raggiungere la pace del tuo spirito sei tu a decidere.
 

Lo spirito sospeso, là tra le rocce e i ghiacciai  diafani,
vibra con una luce visibile solo da te.
 

E allora il pensiero non è più idea, né intenzione.
Solo contemplazione.
 
 
Lucio Treu
Via Bolivia 4 – 34170 Gorizia

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