Un gioco linguistico che Mariani ci propone utilizzando
tutti i marchingegni della tecnica versificatoria. Un abile cesellatore,
Tullio, di parole, di incastri, di suoni e di arguzie mordaci che, con tutta la
sua sagacia ironica, fa di una questione, ultimamente dibattuta non solo a
livello linguistico, una ballata che ci rianima spirito e mente suscitando in
noi uno stato di divertente armonia che di questi tempi non fa male. Qui è
inutile dire da quale parte si sta, dacché l’autore ha voluto solo tradurre un
pensiero in una divertente parodia.
Sorridete con noi, senza però non apprezzare la
maestria di Mariani......
LA NEOLINGUA
ballata politicamente corretta
Sarà conta colei che fu contessa;
diverrà professora o professrice
quella che si chiamò professoressa?
Uguale dubbio: scrittora o scrittrice?
Chiamerò lavatora o lavatrice
quell’elettrodomestico di casa?
Ringrazia la ministra innovatrice:
maschilinguismo? Sia tabula rasa!
Lei opera con senno e con vigore,
ma io rimango duro come un mulo:
la neolingua mettetevela in cuore!
Se lo fossi, mi chiamerei psichiatro
mia moglie è nelle regole: è psichiatra!
Fossi pagano assurgerei a idolatro
e non potrei mai essere idolatra.
Analogo sarà per la pediatra
ma, se è maschio, pediatro è più corretto.
Se dipingo una donna è quadro o quadra?
Avrà qualche diritto anche il soggetto!
Tali questioni han certo un gran valore,
ma io rimango duro come un mulo:
la neolingua mettetevela in cuore!
Io non potrò mai essere un’atleta,
arriverò ad atleto, se va bene.
La Terra sarà certo una pianeta
e Nettuno un pianeto. Ne conviene
la poeta o il poeto; senza pene
celebreranno in tersi versi a incastro
sullo sfondo di pastorali scene
che Luna è un’astra e Sole invece un astro
donando alla neolingua gran fulgore.
Ma io rimango duro come un mulo:
la neolingua mettetevela in… cuore!
Caro Mariani, a parte questa tua fotografia che ti fa apparire come il brigante
RispondiEliminaMusolino ma forse è estremamente adatta per un censore dei costumi, mi piace
questo tuo divertente calembour che farà felice anche Pasquale Balestriere che è uno
strenuo difensore della lingua. Tuttavia in questo clima di ignoranza generale perché
l'italiano nelle scuole è diventato un optional – nella trasmissione “Reazione a
catena” alcuni giorni fa sei studenti universitari non conoscevano la parola
“melomane”- non c'è più da stupirsi di nulla. Del resto nella traduzione dal latino del
“Salve Regina” non si dice di Maria “Avvocata nostra”? E non credo che nessuno
abbia mai storto il naso. Con questo non è che non voglia darti ragione ma ritengo
che la tua sia una battaglia persa come la mia in difesa della metrica. Però bisogna
provarci: qualche Don Chisciotte sopravvive ancora.
Carla Baroni
Grazie, Carla per esserti verbalmente dichiarata d'accordo con me, anche se guardando le righe controluce traspare anche qualcosa di diverso, ma ben conosco la tua cortesia e ad essa attribuisco tale scelta.
Eliminad'altre parte una tua affermazione mi trova ben concorde: solo le cause perse sono degne di un vero gentiluomo, ché vincere è volgare. Buona notte!
aro Tullio, (scusami per quel Mariani che era stato corretto ma non salvato, per cui è
RispondiEliminarimasto nel testo inviato a Nazario) ho riletto il mio commento e non vi vedo alcun
intendimento recondito. Tuttavia, dato che sono una incorreggibile gaffista che scrive
molto e in fretta senza pesare troppo le parole, perdonami se ti ho offeso in qualche
modo: non era certo mia intenzione. In una cosa non sono d'accordo con te: a me
piace immensamente vincere! Ciao, alla prossima.
Carla
Carla cara, non mi devi alcuna scusa né mi hai offeso in alcun modo, i miei riferimenti erano a quel pizzico di veterofemminismo che traspariva da alcune citazioni litaurgiche e dal minimizzare la stupidità di chi 'rettifica' la lingua per decreto legge, mi fa pensare all'istituto per l'abolizione del 'Lei', memoria al contempo drammatica e ridicola. D'altra parte sai benissimo di essere una persona che apprezzo e stimo. Ultima questione: a tutti piace vincere, però tra perderre stando dalla parte di Gozzano e vincere in compagnia di Dolcilia vadaccapi Neolinguaioli, scelgo la prima. Ciao, speriamo di incontrarci ancora, ché a voce è più divertente sia dialogare che sfruculiarsi! :-)
RispondiEliminaIo invece voglio dire a Tullio Mariani che la sua fine arguzia poetica (oltre che la sua bravura) mi ha concesso qualche minuto di buonumore. Oro colato, di questi tempi ...
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Non conosco, ahimé, Pasquale Balestriere, spero di avere prima o poi occasione di incontrarlo, Perché persone che stimo e apprezzo e che non ho visto mai sbagliare un giudizio, mi hanno parlato del suovalore. Qui voglio solo precisare che mi conforta il suo giudizio, e che gliene sono grato.
RispondiEliminaTullio Mariani
Conosco Tullio Mariani, anche se Lui, probabilmente, non ha memoria del nostro incontro ad Abano, in occasione del Premio "Voci". Una poesia di denuncia ricca di arguzia e di intelligenza, la Sua, che mi ha conquistata e divertita. Sono figlia di un'altra generazione e di un padre e una madre che ci correggevano a non finire. Come posso non essere d'accordo con i Suoi versi? In televisione non sono solo i giovani a non conoscere il significato dei termini, cara Carla, ma anche i nostri coetanei... E i neologismi di cui parla il Dottor Mariani, li rilevai anni orsono leggendo il 'Premio Strega' "La solitudine dei numeri primi". Si trattava di un romanzo scritto con gergo quotidiano e con i termini che i ragazzini adottano nei messaggi sui cellulari. Mi innervosii al punto che inviai una mail di dodici pagine alla Mondadori, che ovviamente, rimase inevasa.
RispondiEliminaPurtroppo la modernità implica un modo di scrivere e di esprimersi che fa rabbrividire. Quanto inciderà il mondo virtuale? Ringrazio Tullio Mariani per la sua capacità di mettere in rilievo gli orrori adottando l'umorismo e la capacità di esprimersi in metrica. Quanto può essere attuale il metro classico!
Maria Rizzi
Maria, come potrei non ricordarmi di te? Ricordo una bella persona, una bella sensibilità e una bella presenza, che avevo già conosciuto precedentemente, non ricordo se al Thesaurus, a 'Energia per la vita' o ad Acqui Terme. Ricordo anche una breve ma utile ed efficace conversazione sulle caratteristiche espressive del settenario, su quel briciolo d'inquietudine che lo caratterizza rispetto alla composta comletezza dell'endecasillabo, almeno in alcune delle sue forme ritmiche. A presto, Maria!
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