... se la fine fosse l'inizio?
Edda Pellegrini Conte, collaboratrice di Lèucade |
Il silenzio è interrotto
a brevi intervalli regolari da un piccolo rumore fatto di niente.
E' come lo stormire
delle foglie dei pioppi nelle sere d'estate. Lo senti a distanza senza vederlo,
quasi fosse il rumore morbido della
pioggerellina che accarezza la terra.
L'uomo ha una sensazione di pace nell'immagine confusa di qualcosa che lo
porta lontano, ad un tempo che non sa come definire. Forse semplicemente
sognato.
Ma forse è l'inizio di quel mistero di cui ora percepisce l'avvicinarsi , ora, in questo momento senza tempo di cui
ignora il dove e il quando.
Ha gli occhi chiusi ... i sensi tesi verso una ricerca
nuova..
Acqua. Tutto intorno c'è un mare senza confini. Onde lunghe
che sfiorano appena i fianchi della barca
con impercettibile sussurro.
L'uomo cede al piacevole dondolio e finalmente apre gli
occhi. Torna la realtà.
L'uomo è solo. Solo
sul mare scintillante, soleggiato e amico.. Ha ancora quel senso di pace che gli accompagna il
respiro. Il corpo non ha richieste, la
mente riposa nel silenzio. Non ha domande.
Come cosa di nessun
significato nota la mancanza dei remi. Non c'è sorpresa in lui. Come se solo
ora nascesse alla vita.
Se provasse almeno il desiderio di ricordare , non si
stupirebbe di questa atemporalità che si trova a vivere senza un motivo.
Quante volte con gli amici, nelle pseudo filosofiche discussioni, più
per stupire che per una vera e propria consapevolezza, si è trovato a dire col
sorriso di chi vuole giocare con gli argomenti seri: -e se la fine fosse
l'inizio?-
La discussione si rinfocolava...chi si appoggiava alla
fede, chi alla fantascienza, chi si abbandonava alle più estrose fantasie...ma
la conclusione era sempre una, per tutti.
La fine è la fine.
Il principio è solo l'inizio della fine, non il contrario.
Ora l'uomo non ha desiderio di ricordare e qualsiasi idea
non lascia traccia nella mente vuota.
Si abbandona all'attimo come fosse eterno.
....E sul mare viene il nuovo giorno, sorge il sole, caldo
e luminoso. Il cielo lontano, infinito,
senza colore. La luce invece è piena di colori... sempre nuova, ma mai
sconosciuta. L'uomo è sereno.
La barca senza remi va, va.. è come un ritorno a
casa...all' Isolachenonc'è....
.Ma l'isola che non c'è,
c'è?
Sì, l'isola c'è!.
Ecco le dorate
spiagge, il fremito delle armonie che si indovina tra le fronde...nei voli
degli uccelli....
L'isola...un richiamo forte e struggente.
Ecco un suono lontano , lontano e indistinto. L'uomo lo
percepisce appena. Tende l'orecchio.
-Oh, il mio udito è ancora pronto- pensa con improvvisa
lucidità.
Ma sì, è un suono di campane.!
La campana ha voce inconfondibile, parla di lontananze, di
tempo e di luogo. E' voce che chiama al raduno, alla preghiera. E' voce di infanzia, di giochi , di gioie semplici
e indimenticabili.
E' la campana del mezzogiorno, al Paese, allegra,....... invita chi lavora all'intervallo intorno alla tavola
apparecchiata. La voce della campana
racconta il calore degli affetti, la gioia del vivere insieme. Racconta e scandisce le avventure della vita.
La VITA!
L'uomo si guarda intorno e tutto intorno c'è vita.
Ecco un delfino che si affaccia col muso curioso intelligente...quasi
gli sorride prima di rituffarsi...le meduse sembrano fiori ...gli ombrelli
madreperlacei aperti e distesi come petali a fior d'acqua....ecco un banco di
pesci azzurri argentati, compatti come una schiera, velocissimi....dove
andranno così uniti e tanto di fretta..
.Vita, vita nel mare, vita su tutta la terra.
Torna alla mente dell'uomo la memoria dei giorni, torna il pensiero,
si affaccia il Miracolo della creazione. Torna
il ricordo struggente dell'Amore, della Bellezza del Tutto
nel mondo: i fiori, i frutti, i boschi, gli animali...e la Donna! la regina del
creato. Tutto sulla Terra nasce, cresce
e arriva a fine. Anche l'uomo. Anche la donna....
Ma dove finisce l'uomo? dove finisce la donna?. I corpi
tornano alla terra, o nell'urna, o nell'onda del mare, si sa. Ma c'è qualcosa che non finisce con la carne
e le ossa umane.
E dunque?
Se la fine fosse
solo l'inizio?
L'assillo della mente umana tenta di riportarlo indietro,
ricacciarlo laddove il pensiero della morte crea dubbi e tormenti ai giorni della vita..
Intanto la voce della campana si fa più insistente, sempre
più vicina. ..gli mette dentro una sensazione strana, la presenza di una realtà
insolita ma non del tutto sconosciuta. E'
memoria innocente di un tempo in cui la mente non conosceva le
tentazioni del dubbio...
Immagini di un tempo lontano...di una
notte speciale , quando tanti volti si avvicinano nello scambio di un bacio rituale...
Ha netta
l'impressione di udire un festoso scampanio.
E' la Natività!!
Un inizio che da
sempre si rinnova.
Un inizio senza fine!
Edda Conte- Novembre 2018
Ringrazio con i consueti sensi di stima di amicizia e di affetto l'amico sempre pronto ad accogliere i miei scritti . Nel contempo ringrazio e saluto gli amici che leggeranno questa mia novella con cui ho inteso ricordare il tempo di riflessione e di mistero che chiamiamo Avvento, appena iniziato.
RispondiEliminaCon un affettuoso pensiero, Edda Conte.
Domanda inquietante, quella che si pone E. Conte, che si innerva in un paesaggio altrettanto inquietante: silenzio, rumori leggeri, sospesi, acqua, mare, onde lunghe e placide, una barca senza remi, solitudine: la fine?
RispondiEliminaMa torna la luce sul mare e i colori, la barca procede, senza guida, verso l’isola… che non c’è.
Poi una voce di campana … “Racconta il calore degli affetti, la gioia del vivere insieme. Racconta e scandisce le avventure della vita. La VITA!”
Tutto assume nuovo significato ai sensi intorpiditi che si risvegliano: il delfino, le meduse, i pesci argentati.. e “Torna il ricordo struggente dell'Amore, della Bellezza del Tutto nel mondo”
La campana riporta a immagini di un tempo lontano, alla magia del Natale che fuga i dubbi.
Lievità e malinconia come di consueto in questo racconto aggraziato. Grazie di questo regalo di speranza.
Come sempre leggi tra le righe, amica mia, eccellente critica! e con la tua grande sensibilità mi porti quella consolazione che mitiga la mia malinconia. Grazie!
RispondiEliminaEdda Conte
In questo suggestivo racconto, Edda Conte "ricostruisce" il significato filosofico di una domanda senza risposta. L'itinerario spirituale nel tentativo, attinge al mistero della natura e dell'essere umano con i suoi richiami più intrinsechi di dettagli e di presenze a interprete sostegno e contorno. Il dramma della fine si stempera per altro nell'immaginario "ritorno" meta temporale, immagine tutt'altro che fantasiosa, ma anzi degna di meditazione ipotetica approfondita oltre ogni percettibilità soggettiva. La "solita Edda", acuta fabulatrice d'arte che mai si smentisce.
RispondiEliminaMio caro amico , il piacere di leggere il commento supera il piacere del mio "fabulare" . Grazie!
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