Questi
5 racconti del “nonsenso” contengono spunti di riflessione molto singolari per
l'ironia del dubbio che si incardina nelle trame. Dal difficile e complicato
orientamento direzionale argutamente argomentato con richiami oggettivamente incontrovertibili
alla riscoperta delle preferenze personalizzate (v. Televisione);
dall'alimentazione le (aringhe) all'elogio della parsimonia per chiudere con la
saga dei “perché”...
E' un
ricamo narrativo serio e faceto che “dialoga” con sé stesso, svolgendo un complesso
di incerte consapevolezze, sempre fondate su basi culturali impreviste profonde
e motivate, con un linguaggio molto efficace e sintetizzato in periodi
auto-cognitivi e corrispondenti alle tematiche trattate. Questi “racconti
dialogati” meritano dunque attenzione e considerazione e possono configurarsi a
mio avviso come nuova partecipazione al blog.
Marco
dei Ferrari
Racconti brevi, incisivi, folti, zeppi di
quesiti che ci dobbiamo porre per capire o mettere in dubbio tutto quello che
giornalmente viviamo. La scrittrice con grande abilità analitica va a fondo del
discorso, toglie lo strato superiore, la velina che lo copre, per mostrarci
ogni input ed ogni motivo di riflessione e di approfondimento su quesiti che
tali racconti ci propongono, lasciando al lettore spazio per eventuali
soluzioni. Una maniera nuova di raccontare,
di scrivere: giovanile, spigliato, problematico, e apodittico. Leggere
attentamente questi racconti significa porci in maniera più responsabile e più
cosciente dinanzi ad una trasmissione televisiva -Non mi distrarre…ora uccide a colpi di remo il suo amico… -E’ una
minaccia?-Forse
Dinanzi
ad un piatto da consumare:
-Niente, da
oggi solo roba della terra…E dimmi, cos’hai contro le patate? - Non pensi alle
talpe che si nutrono di tuberi? Non meritano rispetto le talpe forse? -Ma vai a
spigare….
Dinanzi
ad un credo
-Fede?
Credere in Dio intendi?
-In Dio,
nella Natura, nel Grande Spirito, Manitù, Allah....chiamalo come vuoi, credere
che oltre quell'ultimo respiro ci sia qualcosa e non c'è bisogno di
spiegazione, perchè se c'è un Dio - o come lo vuoi chiamare - la spiegazione ce
l'ha lui e basta...ti puoi solo adattare...e avere pazienza, tanto prima o poi
muori anche tu e magari allora, solo allora, capirai qualcosa in più...allora,
vieni dentro?
-.....Che
dici, un bicchiere di Brandy?
Leggete
attentamente e dite la vostra...
Nazario
RACCONTI DEL NONSENSO
UNO
-
Quindi si va
- Ma dove?
- Che importa. Si va e basta…vedrai che la
strada la troviamo
- Ma se non sappiamo dove stiamo andando,
quale strada pensi troveremo?
- Una strada si trova sempre, si comincia a
camminare e poi…eccola, te la trovi davanti!
- Ma, una direzione la dobbiamo prendere…o no?
- Direzione, ma quale direzione…si muove il
primo passo nel verso in cui abbiamo la faccia….è così difficile?
- Io veramente stavo voltato a destra e tu a
sinistra…quindi ognuno per sé?
- Dipende da chi parte prima, viene spontaneo
seguire chi parte prima…poi va da sé, si comincia a chiacchierare di quello che
abbiamo dentro, poi di quello che si vede fuori e intanto i piedi vanno
- …ma se si parte insieme? Nello stesso
momento?
- Hai mai visto due cose, persone, animali,
che si muovono nello stesso istante? Giusto i ballerini, ma se c’è il coreografo…e
la vita il coreografo non ce l’ha…guarda, lancia due cose, che so, due sassi,
uno con la destra e uno con la sinistra…ti pare che partano veramente nello
stesso momento?
- Questo non è un esempio valido…le braccia
sono due, ma attaccate allo stesso corpo, e non lanciano insieme, mai. E se
anche lanciano insieme, magari una è più forte e lancia più lontano, l’altra
pende da un lato e lancia in un’altra direzione, magari anche di poco…
- Appunto, visto? Lo dici tu stesso…persino le
braccia di uno stesso corpo non sono in sincrono…eppure il cervello è uno e
l’impulso lo invia nello stesso momento…
- Vedi, vedi? Qualcosa insieme parte, lo
stimolo alle due braccia…
- Ah , va beh….vuoi spezzare il capello in
quattro…e allora ti dico: il cervello è uno, l’impulso uno lo stesso, ma
ugualmente non riesce a fare lanciare il sasso nello stesso identico istante.
Perché anche il cervello non è mai in sincrono con se stesso, una cosa pensa,
un’altra cosa fa…mentre manda l’impulso a lanciare i sassi, magari è distratto
da un altro stimolo qualsiasi…che ne so, la fame
- E gli gnu?
- Gli gnu? Cosa, gli gnu?
- Partono tutti insieme gli gnu…
- Falso! Uno si muove per primo, rispondendo a
chissà quale istinto. E gli altri gli vanno dietro. E’ il principio del
gregge…vale anche per gli uomini...e comunque,
ti sei accorto che intanto che blateri di impulsi e di cervello e di
gnu, io mi sono mosso e tu mi sei venuto
dietro?
- Mhh…
- Oh, c’è poco da mugugnare, siamo partiti e
basta, il viaggio è iniziato…non sei contento? Guarda, come ti dicevo prima,
abbiamo iniziato guardandoci dentro – i tuoi bla bla su ciò che si muove
all’unisono – e ora, vedi? Alberi e prato e pietre sul selciato e cielo lassù…e
là una bicicletta e guarda un gatto, una vecchietta…c’è un mondo da guardare
mentre si cerca la strada…
- Già…vero….quindi, dove hai detto che si va?
- Ah, va beh, allora…..
E tacque.
DUE
Televisione
-Cosa
c’è in televisione?
-Non
so, sto girando…
-Sempre
le solite cose, la stessa fiera delle vanità di tutte le sere
-Aspetta
aspetta…un film qui, Il Talento di Mr Ripley….
-Ma lo
abbiamo già visto un mucchio di volte!
-Però
è bello, almeno…
-Ho
capito, ma lo abbiamo già visto, non c’è niente da scoprire, nessuna sorpresa…e
poi è crudele
-Sarà
anche crudele, ma è un gran bel film…
-Tu
guardi sempre i film che hai già visto…prendi Shining, me lo riproponi ogni
volta…e poi tutti film di tensione!
-Mi
scaricano i nervi, i thriller hanno su di me un effetto catartico…
-Ma se
sai già come finisce, mi spieghi dove è la tensione? E la catarsi? Conosci i
dialoghi a memoria, le sequenze, ogni dettaglio…
-Sapere
come finisce un thriller non mi impedisce di stare in tensione…e il fatto che
conosco già la storia, almeno mi toglie la sensazione di panico che mi creano
le sorprese
-Allora
potresti benissimo guardare filmetti più leggeri, che non hai mai visto, dove
non ci sono sorprese, fin dall’inizio si sa che finiscono bene, non ti pare?
-Mi
innervosiscono i film commedia, dove mi si propone un mondo patinato, dove per
ogni torto subìto riceverai alla fine un compenso doppio…la vita vera non è
così..
-Va
bene, ma la vita vera non è nemmeno Ripley…e neppure ti trovi alla porta uno
con l’accetta, normalmente…
-Sarà,
ma io preferisco il senso di paura, sapere che le cose andranno male, sapere
anche in che modo andranno male…tanto nella realtà le cose finiscono sempre
male…
-Siamo
sempre lì, vedi tutto a modo tuo, tutto nero, non riesci mai a cambiare
prospettiva…dovresti cambiare punto di vista, pensare che le cose vanno come
vanno, a volte bene, a volte male, ma comunque non dipende da te, non è che
l’universo ce l’ha con te
-Ah,
no? Invece mi pareva il contrario…e poi del cambiare punto di vista abbiamo già
parlato…sai come la penso
-Guarda
che sei tu che ti fai andare male le cose, secondo te ogni cosa che ti accade
intorno è funzionale a te, come se il resto del mondo non esistesse che per
farti torto…non va bene, ti rendi conto
-Non
mi distrarre…ora uccide a colpi di remo il suo amico…
-E’
una minaccia?
-Forse…
Che si
mangia oggi?
-Che
si mangia oggi?
-Pasta
con l’aringa…
-Ancora?!
-Ieri
erano fagioli con l’aringa…non è la stessa cosa
-Certo,
e ieri l’altro aringa e patate…e prima ancora aringa con le verdure
selvatiche…insomma, sempre aringa!
-Che
problema hai? Proteine, omega 3, tutto sano…
-Ho
capito, ma mi pare di vivere in Scandinavia e tu cosa ti senti, un pescatore
del mar Baltico?
-Cosa
vorresti?
-Non
saprei, una carbonara, pollo arrosto, carne…una bella fiorentina, ecco
-Te lo
puoi scordare, pancetta, carne rossa…io non ne mangio di carne, carne rossa
meno che mai…quelle povere bestie, ammassate in allevamenti intensivi…no, non
posso
-Perché,
le vacche hanno un’anima?
-Che
ne so, anche
-E le
aringhe invece l’anima non ce l’hanno? Cosa hai contro le aringhe, povere
bestie?
-Non
ci sono gli allevamenti di aringhe, le aringhe le peschi, se hai culo, hanno
una possibilità
-Già,
una vera lotta alla pari! Ma che dici?
-Insomma,
potrebbero sempre scansarla la rete…
Si,
certo, come no, si scrivono libri sull’astuzia delle aringhe “L’aringa o
dell’arte di evitare le reti”, altro che Lorenz, un nuovo trattato di etologia!
-Idiota…
--Eh,
già, io idiota…
-Preparo
le patate bollite…
-Ah,
bene, torniamo alla terra…
-Si,
il tuo discorso in difesa delle aringhe mi ha fatto pensare
-Niente
di meglio? Non si può fare un’altra cosa un po’ più corposa?
-Niente,
da oggi solo roba della terra…E dimmi, cos’hai contro le patate?
- Non
pensi alle talpe che si nutrono di tuberi? Non meritano rispetto le talpe
forse?
-Ma
vai a spigare….
QUATTRO
Parsimonia
-Cosa
stai facendo coi fondi del caffè? Leggi il futuro?
-Li
sto mettendo ad asciugare vicino al fuoco…
-Per
fare?
-Per
usarli, ovvio
-Ma
come concime per le piante andavano bene com’erano..
-Non
mi servono per le piante…
-E per
cosa?
-Li
riuso…per il caffè di domattina
-Scherzi....!
-No,
non sto scherzando, si chiama riciclo
-A
casa mia si chiama miseria
-E’
parsimonia…
-Oppure
taccagneria…sai come si dice “non mangia per non cagare”
-Pessima osservazione...li asciugo, vicino al fuoco,
così perdono l'umido,
tornano
ad essere polvere fine e domani ci faccio il caffè…
-Ah,
certo, sarà buonissimo! Memento quia pulvis es et in pulvere reverteris…
-Stupido!
E di cattivo gusto pure, ricorda, Dio ti ascolta…
-Sì,
come no, e a te ti vede, e gli verrà una gran tristezza…
-Invece
penserà che faccio bene, sarei da imitare, contro il consumismo sfrenato che
avvelena questo povero mondo
-Dio
non avrà di meglio da fare che stare a guardare te che ricicli il caffè….e
prenderti a esempio…certo, la famosa parabola del risparmiatore di caffè…come
no, domenica vedrai che dopo l’omelia il prete ci illuminerà tutti,
dall’altare, con questo insegnamento!
-Con
cosa credi che abbia fatto il caffè stamani? E non l’hai bevuto lo stesso?
-Già,
m’era sembrato un po’ sciacquato…
-Però
ti sei guardato bene dal dirmelo…te lo inventi adesso
-Hai
un umore pessimo in questi giorni, figurati se potevo farti un’osservazione del
genere, m’avresti mangiato!
-E i
biscotti? Con cosa credi che abbia fatto i biscotti? Con l’avanzo del
panettone, mischiato col pane secco, un uovo, e via…buonissimi o no?
-Io
domani vado a fare colazione al bar…
CINQUE
Perché
-Ti ho
cercato dappertutto, cosa fai di nuovo sul terrazzo...è freddo!
-Sto qui..
-Vieni
dentro, è quasi buio
-No
sto qui
-Perché?
-Voglio
capire
-Cosa
vuoi capire? Ma in fretta, sto gelando
-Non
importa, vai dentro
-No,
dimmelo forza
-Voglio
capire il perché delle cose
-Di
quali cose, in particolare? Gli eventi atmosferici?
-Voglio
capire perché si muore, questo diventare freddi, questo non essere più, così,
da un momento all'altro, senza avviso
-Perché
si diventa freddi te lo spiego io, fa freddo, io sto diventando freddo, e se
continui a star qui diventi freddo anche tu e muori...ti è chiaro? Sufficiente?
-Non
capisci...io intendo quando si muore, senza bisogno di morire assiderati.
Quando si muore, che si smette di respirare, che il cuore non batte più, che
gli occhi si chiudono, non vedono più niente, che la bocca non parla, che il
cervello si è spento
-...Come
pensi di capirlo stando sul terrazzo? I tuoi neuroni si stanno già rallentando,
te ne accorgi? Vieni dentro, ne parliamo davanti a qualcosa di caldo, magari
anche davanti a un bicchierino...che ti fa bene
-Stando
sul terrazzo, così, mentre diventa buio, la mia testa ha modo di viaggiare in
solitudine, senza luce, senza rumore...
-Ma se
passa lo stradone a pochi metri...quale silenzio? C'è un via vai di
macchine...e siamo sulla, anzi sotto la rotta di decollo degli aerei...dai
vieni dentro
-...io
non so da dove ricominciare, mi sono arenato su questo pensiero
-Reagisci...la
morte è un fatto naturale, sai com'è...si nasce, si cresce, qualche volta si
diventa adulti davvero e si fanno cose buone, altre volte si rimane bambini e
si fanno cose grandi...qualche volta si cresce e basta, e si fanno cose di poco
conto, o cose cattive...ma alla fine tutti si muore...è ineluttabile, inutile
starsi a scervellare, questo è un mistero, oppure un fatto naturale...se hai
fede, questo aiuta.
-Fede?
Credere in Dio intendi?
-In
Dio, nella Natura, nel Grande Spirito, Manitù, Allah....chiamalo come vuoi,
credere che oltre quell'ultimo respiro ci sia qualcosa e non c'è bisogno di
spiegazione, perchè se c'è un Dio - o come lo vuoi chiamare - la spiegazione ce
l'ha lui e basta...ti puoi solo adattare...e avere pazienza, tanto prima o poi
muori anche tu e magari allora, solo allora, capirai qualcosa in più...allora,
vieni dentro?
-.....Che
dici, un bicchiere di Brandy?
Ringrazio il prof Pardini di avermi dato spazio all'interno del Suo blog e il critico Marco dei Ferrari per avermi così generosamente presentato
RispondiEliminaBesilla
Besilla ci propone 5 racconti sotto forma di dialogo: cavalca il paradosso come nel primo caso, il non sense dubitoso come nel caso di Televisione, l’ironia irridente come nel dialogo sulla dieta con l’aringa…., ma arriva, quasi senza che ce ne rendiamo conto, presi dalla velocità del dialogo, ai problemi morali-sociali che sfidano il nominalismo dietro il quale la società ciecamente si nasconde o tenta di darsi spiegazioni: riciclo, parsimonia, miseria… e al problema di fondo, il problema di tutti i problemi: il freddo, la morte, lo svanire.., la fede. Il filo conduttore è il dubbio che si innesta nelle nostre modeste pseudocertezze, apparentemente fiduciose, in realtà serie, come le nostre inevitabili benché provvisorie scelte esistenziali. Un genere interessante, certo da coltivare.
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