DA TE E DA ME
per A.
Da te e da me questo male
questo vuoto a cui non so parlare,
amore, eco di qualcosa
che ora ci nega.
Ritornare al ricordo,
reimparare, non temere la rena
nell'onda che ancora
brama il suo mare.
Come saperti tra la distanza
e la luce, la porta il guado,
il motivo conforme
al disegno del volto.
Ti accompagna
una disordinata e sparsa
violenza degli affetti.
La vita che non volevi
e che ti importuna
ora che la guardi,
ora che comprendi.
L'AMORE DA LONTANO
Per quel che resta, in questa stanza
nella separazione della parola
prima del sonno, a te la sterpaglia
nella forma decriptata del sogno,
a me l'ingiunzione della vita e delle cose.
Come essere ancora vivi, l'uomo
che in me sta morendo chiedendo pace.
Un trittico doloroso quello di Gian Piero. Il suo stile inconfondibile viaggia sul registro dell'amore e del disincanto. D'altronde non si è mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui si ama. "amore, eco di qualcosa / che ora ci nega", scrive l'Autore, e porta sul sentiero delle cose e dei sentimenti che, alla pari, si rompono in continuazione: i piatti, le unghie,.le promesse,.i cuori. I versi, come sempre, vanno per sottrazione, e in questo caso il metodo sembra allinearsi perfettamente con i concetti. Anche la vita sottrae e il Poeta lo mette in luce scarnificando il linguaggio, eppure mantenendolo di un lirismo che trafigge. "Ti accompagna / una disordinata e sparsa / violenza degli affetti"., ovvero uno stato della mente nel quale una persona è incapace di prendersi le proprie responsabilità... Credo che non esista tematica più difficile da trattare dell'amore perduto. Gian Piero è funambolo dei versi e ha coraggio da vendere. Mi complimento con lui e lo abbraccio forte nel segno del nostro Nume Tutelare.
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