Domenica 29 ottobre, nel corso delle ultime presentazioni di
questa fiera del libro, gli organizzatori Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone, con Officine[ac1] Culturali Romane, hanno organizzato
un incontro tra l’imam Salameh Ashour, docente di cultura araba, portavoce
della comunità palestinese in Italia, e Giuseppe Levi Pelloni, giornalista,
storico dell’ebraismo, presidente della Fondazione Levi Pelloni.
Un incontro suggestivo, emozionante, tra due persone che
hanno spiegato come negli anni, nei secoli, e anche oggi - in molti paesi e in
tutti i continenti – sia stata realizzata una convivenza pacifica, rispettosa,
collaborativa tra le comunità musulmane e quelle ebraiche, nonché con i
cristiani.
Non è stato soltanto un abbraccio e una stretta di mano, ma
un raggio di luce in un momento in cui l’attualità storica getta di nuovo una
parte di mondo nell’oscurità. Rischiarare queste tenebre è compito degli uomini
di pace e di tutti noi. E la letteratura, per i suoi sostenitori, è giusto sia
sempre, secondo le possibilità e le informazioni più adeguate, al passo con i
tempi.
Qui di seguito il video dell’evento:
https://www.facebook.com/cinzia.baldazzi.5/videos/580988684129844
[ac1]E,
Un incontro quello di domenica 9-10-2023 a conclusione della 2a edizione del Festival della Fiera del Libro, ospitata al Dima Book a Roma, che oserei definire storico. Un incontro di pace, un incontro in cui la pace e l'amore tra gli uomini, è stato la fonte, l'oggetto, il fulcro del vivere fraternamente. Storia, usi, credi diversi che possono e devono vivere armoniosamente nelle molteplici loro varietà pur con le tante spigolosità. I fatti cruenti degli ultimi giorni, invitano tutti a battersi il petto, a riflettere e a ripensare comportamenti errati che deviano dall'essere uomini di buona e saggia volontà. La stretta di mano tra l'Imam Salameh, portavoce della comunità palestinese e del giornalista Giuseppe Levi Pelloni, storico dell'ebraismo, è stato un abbattere i muri, muri dell'odio, dell'indifferenza, quei muri che con la loro divisione mortificano e annientano quell'Arca dell'Alleanza dei nostri padri. Nel loro abbraccio, l'abbraccio di popoli che anelano vivere pacificamente nel rispetto della propria storia. La sala dell'esposizione dei libri in questo caldo fine ottobre, si è trasformata per incanto in una piccola agorà, una piazza (e qui la genialità dell'idea della dr.ssa Baldazzi) dove l'andirivieni frettoloso ha fermato il passo per ascoltare la voce non di due nazioni, ma, di due popoli, due culture che in comune hanno il grande Pare Abramo, di uomini e donne vogliosi di dialogare, confrontarsi, di persone assetate di amore e tranquillità. È d'obbligo, ormai, parlare di popoli e non di Stati, di esseri umani che vivono nel terrore di bombe e morte, di bambini senza casa e senza futuro, è tempo di piantare tende di pace tra verde pacifica edera. Questo incontro aperto a tutti in un Centro Commerciale, ha valore di memoria; se Saffo nell'antichità condannava guerre e soprusi, non dimentichiamo il nostro Primo Levi che nella sua “Se questo è un uomo”, ci invita a non dimenticare, a lottare per una sana e armoniosa convivenza, a battersi sempre per una giustizia equa che non conosce razza, colore, lingua e costumi. E “E se questo è un uomo”, lo hanno ben capito e dimostrato e insieme agli ospiti analizzato e interiorizzato Cinzia e Andrea. A voi due il grande merito di aver dato voce alle due parti in causa, a voi due il merito di aver portato in una insolita piazza la dolcezza della parola PACE. Carissima Cinzia, grazie, caro Andrea, grazie, e che la pace sia sempre l'unico canto dei popoli tutti.
RispondiEliminaAntonietta Siviero
Una conclusione veramente notevole per una manifestazione come il Dima Book Festival, molto importante per impegno, qualità e importanza. La letteratura com'è giusto che sia scende in campo per dare il suo contributo ad un problema molto grave che affligge il mondo intero e naturalmente mi riferisco alla guerra tra Israele e Palestrina. Complimenti quindi agli organizzatori del festival Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone per questa ulteriore iniziativa e a Salameh Ashour e Pino Levi Pelloni e che questo sia il preludio di una pace alla quale tutti auspichiamo.
RispondiEliminaRita D'Andrea, scrittrice e sceneggiatrice
Dobbiamo davvero pregare tutti per la pace e noi poeti abbiamo anche il compito di celebrare la Pace nelle nostre poesie come valore universale.
RispondiEliminaM.Rosaria Franco
Sarebbe bello vivere in un mondo di pace, per essere un mondo di pace ci deve essere armonia nelle diversità.
RispondiEliminaSiamo umani e purtroppo la nostra terra non è Universo, ma una parte di esso, non tanto vasta, e differenze d'intenti e di ideologie cozzano a volte con i valori umani più alti sconfinando nella bassezza delle crudeltà.
Meritevole un gesto, un gesto come una stretta di mano per dare un segnale, piccolo, ma così grande da lanciare un messaggio all'Universo affinchè si inverta il mondo delle cose che in questo momento sta vivendo una pagina brutta della nostra storia.
Perché la guerra non guarda in faccia a nessuno e priva i bambini del futuro, e i sogni si trasformano in incubi.
Un plauso a Pino Levi Melloni e all’Imam Salameh Ashour, un grande gesto e belle parole spese affinché la pace dei popoli sia la priorità .
Quella del Dima Book Festival è stata un’ottima iniziativa e un’occasione per confermare lo spirito di pace e di universalità dell’arte.
Grazie al prof. Nazario Pardini che ha ospitato l'evento.
Ermanno Spera
Un incontro veramente edificante, riflessioni che condivido....grazie Cinzia per questo inserto nella tua manifestazione culturale, la PACE è anche cultura, informazione e ricerca della strada per essere strumenti di vera pace nel mondo 🙏♥️
RispondiEliminaGiuseppina Crispi
In un mondo pieno di odio e di estremismo è necessario riflettere e trovare ragioni per superare le incomprensioni e sentirci fratelli nonostante ciò che inevitabilmente divide. È stata quindi una bellissima iniziativa di pace il colloquio fra l'imam Salameh Ashour, che ho avuto l'onore di conoscere domenica 22 ottobre al DIMA Book Festival e lo storico Levi Pelloni, due persone di grande moderazione e dal dolente senso di fratellanza tradita, comune a tante minoranze scomode, in vario modo perseguitata. Se siamo monoteiste credenti dobbiamo pensare di essere tutti fratelli indipendentemente dal nome che diamo al Creatore. Resta solo l'umano desiderio, che può diventare violento, di mantenere se non incrementare, la propria terra; non proseguo chè l'argomento è complesso.
RispondiEliminaQuello che veramente serve per la pace era in essenza nel colloquio, un momento di riflessione moderata, fatta con attenzione se non affetto per l'altro, quello che per gli 'integralisti' è considerato un nemico.
Concludo citando una lettura che fu per me rivelatrice: 'Shalom fratello arabo' di David Grossmann
Valeria Maria Beatrice Motolese
Quelle mani che si toccano, foriere di un incontro fraterno atteso da sempre, rappresentano qualcosa di illuminante! Non posso nascondere che mi hanno strappato una lacrima...questo è il mondo che sogniamo e vederlo rappresentato in quella immagine apre il cuore ad un futuro di pace e di speranza. Gli accadimenti attuali vanno purtroppo in senso opposto ma in quella stretta di mano c’è tutto il materiale da elaborare e da mettere in opera affinché i bambini dei due popoli possano crescere e formarsi nella convivenza e rispetto reciproco e non nell’uso delle armi. Chissà che un granello di senape, pur se così piccolo, non possa far nascere un mondo nuovo. Grazie Cinzia per questo emozionante incontro che sei riuscita a realizzare.
RispondiEliminaMarcello Soro
Un mondo di pace è ciò che urgentemente auspichiamo, soprattutto di fronte ai terribili momenti della Storia, quelli che vedono sofferenza e annientamento di popoli, esseri umani, bambini. Un mondo di valori di inclusione, una pace che appare tanto difficile da raggiungere, un faticoso percorso che frana inesorabilmente a ogni nuovo attacco distruttivo. Ma ogni azione o parola volta a comunicare e condividere Pace è un tassello prezioso nella costruzione di un mondo diverso da quello brutale e terribile dei conflitti a cui assistiamo. Tutte le arti sono sensibilmente coinvolte in questa ricerca di pace, scavando tra le polveri per dissotterrare una scintilla di luce, così come i loro eventi che parlano al mondo. Complimenti a Cinzia Baldazzi e Andrea Lepone per l'organizzazione del Dima Book Festival, spazio di cultura e libertà che ha dato voce, infine, a un messaggio di speranza.
RispondiEliminaHo trovato molto schietto, diretto e verace, oltre che particolarmente coinvolgente, il video proposto sul dialogo e confronto avvenuto tra questi due esponenti del mondo arabo ed ebraico, che hanno efficacemente incrociato e condiviso le loro acute riflessioni e testimonianze, in un'ottica storica di pace e distensione. Sono convinto, proprio in nome di Abramo, padre e progenitore comune di “due popoli e nazioni”, che per scardinare definitivamente la spirale di violenza, dolore e pianto oggi tragicamente crescente in Medio Oriente ci sia bisogno di nuovi e visionari costruttori di pace, che sappiano gettare dei ponti anziché dei muri, capaci di intessere lucidi cammini e realizzare canali chiari di comprensione, tolleranza e libera convivenza tra le comunità in conflitto, inseguendo quel sogno, attualmente purtroppo ancora utopico, di “due Popoli e due Stati” conviventi, che dovrebbe in realtà tramutarsi in obiettivo concreto per l’immediato futuro. Ed è bello e significativo che in questa edizione del DIMA Book Festival si sia voluto promuovere e proporre questo incontro, che aggiunge un importante livello di riflessione sociale e politico a una manifestazione che già gode di un proprio originale pregio e spessore sul piano artistico, culturale e letterario. Complimenti quindi per la condivisione a tutti gli organizzatori, in particolare ad Andrea Lepone e a Cinzia Baldazzi. Ricordo che per me l'esperienza dell'anno scorso al DIMA Book Festival è stata davvero interessante e arricchente, per merito soprattutto del sostegno, della competenza e premura di Cinzia, che mi ha costantemente accompagnato nel percorso svolto. Grazie ancora di tutto a Cinzia e un plauso a tutti coloro che partecipano a questo prezioso evento letterario.
RispondiEliminaGiuseppe Guidolin, poeta
Al termine del DIMA Book Festival di Roma,, non si poteva pensare ad una conclusione più degna e necessaria di questa: un incontro di Pace tra il giornalista e storico dell'Ebraismo Levi Pelloni e l'imam Ashour, studioso della cultura araba e portavoce della comunità palestinese in Italia.
RispondiEliminaPiù che mai necessaria in questo momento destabilizzante per il mondo intero, davanti ad una Umanità sconvolta dalle atrocità e dalle violenze; più che mai degna, a fronte delle tifoserie da stadio sui social, che parteggiano per gli uni o per gli altri, in una sorta do macabra e stupida competizione, che è la guerra di chi ha perso ogni valore etico e spirituale.
Scegliere di essere Uomini di Pace è un tema che ci riguarda tutti, essenziale per la sopravvivenza della nostra umanità.
In "Guerra e Pace" di Lev Tolstoj, la Guerra, come fattore ineluttabile della Storia, è ben rappresentata alla fine del romanzo dal mappamondo visto in sogno da uno dei protagonisti, Pierre: un globo ricoperto da bollicine d'acqua che si respingono e si attraggono, conglobando altre bollicine, per poi nuovamente dividersi. La Pace è invece fattore umano, perfino nello sguardo di un vacillante Napoleone davanti all'insostenibile orrore del campo di battaglia di Borodino.
Quale Pace desideriamo?
Una Pace sostenuta dall'Amore e dal Perdono, senza i quali rimane parola vuota; come dice l'imam Ashour, Amore per i fratelli nel bisogno e Perdono per i nemici.
Le stesse cose dette nel Vangelo.
Non perdiamo mai la Speranza.
Isabella Sordi
Con mio grande rammarico non ho potuto presenziare a questo importante incontro, dunque mi limiterò a elogiare lo spirito e il senso di questa iniziativa.
RispondiEliminaLa scelta di dare alla manifestazione una chiusura significativa e alta.
La volontà di stabilire un nesso fra letteraturà e realtà, perché la realtà è ciò che ci ispira e ci circonda e chi scrive ben sa che essa supera di gran lunga la fantasia.
Il desiderio di approfittare della passione che ci unisce tutti per aprire un dialogo e un confronto sereno, per creare un ponte fra due culture ora più che mai contrapposte, per aiutare, nel nostro piccolo, a dissipare le nubi che avvolgono l'intero mondo.
Un plauso agli organizzatori.
Stefano Soli