mercoledì 1 novembre 2023

Perché, la poesia va confessata? Come si fa coi peccati?...



   “Questionario poetico” è già una locuzione intrigante, cui rispondere, in qualche modo da incarnare, risolvere, mettere in pratica. Di tutto ha certo bisogno la poesia, fuorché delle discettazioni sulla poesia: ma questa volta i gentili funzionari del Drugstore Museum di via Portuense 317, a Roma, chiamandomi a tenere in cotale, magnanima sede un mio recital poetico (addì 2 novembre 2023), hanno già prefigurato, ipotizzato la risposta ad ogni possibile domanda.

   Cosa chiedere infatti a un poeta? Come è arrivato alla Poesia, se lui la ama, se essa lo aiuta a vivere? Quando è nato poeta, perché e percome?

   Ogni risposta è necessaria e pleonastica, è assoluta e improbabile…

   Probabilmente è infatti la poesia che giunge a noi – e non viceversa! Come, quando? Quando le parole ci chiamano a intessere armonie, o comunque a confessare, periziare disarmonie, dissensi…

   Assonanze e dissonanze – sembra il riassunto d’una lezione di musica: e invece è magari il riassunto schietto dell’incipit d’una confessione di poetica…

   Perché, la poesia va confessata? Come si fa coi peccati?…

   E ne saremo assolti o giammai ne attutiremo l’onta sensibile…

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   “Indagine a tutto tondo sul poeta” aggiunge la locandina, il gustoso manifesto intellettuale. Anch’esso mi piace, perché credo che la poesia che coviamo, che nutriamo, possa resistere ad ogni pur arcigna indagine – o peggio alle dolci interrogazioni di chi in fondo l’ammmira ma forse la reputa il puro regno dell’Utopia, la Wonderland come di una inestinguibile favola per adulti. L’Amore visto dall’alto, questo il mio primo titolo. A.D. 1989.

   Volevo dire che l’Amore, placatosi oltre ogni gioia o tormento, può finalmente contemplare, ripensare Se Stesso… In tutte le sue accensioni manifeste o i suoi segreti di cristallo, fragili e spendenti.

   Quando sollevare già il corpo, il sorriso della giovane amata, era saper portare, capire e alleviare “Il peso del Mondo”…

   Se ti sollevo per tenero scherzo virile –

   pesi tanto quanto il mondo al mitico Atlante,

   o a tratti niente: come aria pulita,

   come un sentimento che è giusto che esista.

 

   E poi avanti così, ogni titolo una fase, forse addirittura una lunazione epocale, un cadenzato punto d’arrivo. I racconti in versi di Ragazze italiane, le laudi scanzonate e desideranti delle Preghiere d’un laico

Poi la voglia di sintesi, di prosciugamento sapienziale: le terzine lampeggianti e melodiose dei Petali in luce

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   Con il quinto libro mi cambiò il secolo. Cominciava nel ’900 e finiva nel 2000, aveva gli occhi fioriti di Chagall, ma prendeva dal nuovo millennio luce e ingranaggi, il destino affrancatosi dalle ideologie, anzi da tutta la Storia… Gli amanti in volo non hanno mai paura né del Sole, né delle nuvole…

   Non si guardano perché il loro insieme

   già forma, uno sguardo. E si stringono

   appena, leggermente: perché già sono,

   carezza… E non si parlano, perché

   la loro carne è parola, respira versi.   

 

   Per finire, registravo forte il bisogno che il Tempo senza Tempo della Giovinezza chiedesse al Se Stesso più esperto, adulto (e forse perfino disilluso), il bilancio d’un Tempo Perduto ma Ritrovato… Miglia, decenni dopo (dixit Montale: Volarono anni corti come giorni), eccoci pronti per la Museificazione di Noi stessi, cioè come per una nuova, allestita e brillante sala, cronica, summa del Museo dell’Uomo… Prima, per anni, avevo sentito, giurato che ogni poesia emotiva, ispirata, fosse comunque una poesia d’amore… Ma ora soprattutto sentivo, invece, che ogni poesia idealmente d’amore, è anche – nello stesso identico modo, cioè per la stessa (buona) ragione – una Poesia Civile…

   Quanta luce, quante ombre, quanti destini s’intrecciano e ci confortano (o si sfogano, si rasserenano) in queste pagine che dagli anni ’80 del ’900 arrivano ad oltre il primo ventennio del nuovo secolo. Mezzo secolo di sogni in più, oltre l’afflato agile e magro della prima giovinezza. “Il peso del Mondo” è diventato “L’infinito a pezzi”… Sì, sopravvive l’idea e la fedeltà al “Dono” della Vita, ad ogni rispecchiamento d’amore… Ma l’infinito lancinante e leopardiano ora appare buffo, reboante reperto da fisica quantistica: “a frammenti, mere ipotesi, / scorie dell’Altissimo sdoganate, cattivate / in poesia”…

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   Ho risposto, risponderò al Vostro “Questionario poetico”? Forse che sì, forse che no. E allora mai ci riuscirò, o forse mi basterà appena una fiorita terzina dei “Petali in luce”:

 

   “Amarsi. Dunque non più correre, né solo camminare...

     Volare un peso. Fluttuare, librarsi! Se Amore è aria,

     o mare aperto che fra le braccia chiudiamo, alati.”

 

 

                                                                             Plinio Perilli

 

 

 

GRAZIE a Daniela Porro, Sovrintendente Speciale,

e alle sue collaboratrici Paola Caramadre e Giulia Conti.

Ma certo anche GRAZIE a molti altri: tutti forse nobili,

illustri personaggi in cerca d’autore, e registi calibrati,

allenati alle care scene e alle infinite trame della Vita.

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