Ninnj Di Stefano Busa' collaboratrice di Lèucade |
da: IL NUDO DELLA FORMA
Una
crosta irraggia, la vita,
respira luce e alba,
vento dopo il vento
col demone della facile gioia.
Un episodio augurale, il suo esserci,
nel respiro di luce, come vita di uccelli.
Accadde anche a noi?
o fu quasi visione, sospesi
alleventualità del tonfo,
alla tragicità del non ritorno.
Nessuno visita due volte il confine,
nascere colma il vuoto intrigante,
di un vento altro, forse di follia:
linsidia è nellironia,
nella voce derba che riaffiora.
****
Perciò le cose hanno lugola
di un tordo migratore,
una sventagliata di colori,
stagionale, transitoria,
quasi intrusione
dell'estate col suo mantello
antracite:
l'inesplicabile forma dei silenzi,
riconoscibili a pelle, quasi ai margini
dei corpi,
un po' sfocati e ambigui anchessi,
diafani.
Ora più cauto è il sole,
qualche sguardo è vòlto allalbero,
che appare esile e indifeso
al deserto eccedente dei dintorni.
Abbiamo un passato disteso nel sangue,
la stagione invalicabile nelle crepe della
luna.
Divarichiamo le ombre
tra i riflessi di una stanza.
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