Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade |
IN RIFERIMENTO
A
UMBERTO CERIO TRADUCE MALLARME'
AGOSTO
Stephane Mallarmé |
Anch'io voglio complimentarmi con Umberto. Tradurre i poeti
francesi decadenti e simbolisti non è arte di tutti. Va detto che, in
particolare i Simbolisti cercano di rendere la poesia simile alla musica e alla
nascente pittura astratta, i cui dipinti sono basati principalmente
sull’effetto suscitato dall’accostamento dei colori. In altre parole, la poesia
simbolista - che, attraverso lo sperimentalismo tecnico, si evolve nella
direzione del verso libero - non si propone di rappresentare o cantare aspetti della
realtà, sia pure misteriosi per la ragione e i sensi, ma di creare una nuova
realtà, evocandola attraverso “pitture” e “musiche” costituite da parole che
rappresentano simboli dell’ignoto e dell’Assoluto. Il principio de l’art pour
l’art (scopo dell’arte è l’arte stessa), comune a Decadenti e Simbolisti, non
spinge i Simbolisti nella direzione di un’esistenza “maledetta”. Stéphane
Mallarmé, a differenza di scrittori dall’esistenza trasgressiva come Verlaine e
Rimbaud, è sposato, inserito nel ceto medio e, nel contempo, caposcuola di una
poesia che rivoluziona la letteratura. Lo scrittore intende affermare che la
poesia è Assoluto e, contemporaneamente, annullamento della cosa concreta
percepita dai sensi: scrivendo «fiore» il poeta evoca la realtà della parola,
unica vera esistenza in un mondo ritenuto assenza e vuoto.
All’arte viene affidato il compito di salvare e riscattare l’uomo
da quella che è ritenuta una grigia e squallida realtà. Poiché l’intreccio fra
le parole e le immagini, in tale creazione di magia o sogno, è una sorta di
arabesco aperto ad infinite interpretazioni, il simbolismo di Mallarmé diviene
negazione dell’oggettività, cui viene sostituita, come nelle veglie notturne
dello scrittore, la pura creazione linguistica, in cui sarebbe vano ritrovare
un senso univoco se non, come nella musica, di ordine complessivo (non sono,
infatti, le singole note che suscitano emozioni, ma la composizione
nell’insieme).
Giovano a chiarire la poetica e le caratteristiche del Simbolismo
le esemplari quartine di un sonetto proposte dal nostro Cerio.
Anche se la lirica verte sull’evocazione di un’angoscia e di
un’assenza metaforicamente personificate in simboli fino a costituire
figurazioni allegoriche, vano sarebbe cercare di dare un senso logico a tutti
gli elementi che compongono le quartine, accomunate innanzitutto dall’eleganza
e dalla bellezza delle immagini e dei suoni. Ciò che indubbiamente si
percepisce, è il senso di frantumazione e di sconfitta che predomina al di là
delle splendide forme verbali, metaforiche e sonore che costituiscono il testo.
Un ringraziamento e un abbraccio.
Maria Rizzi
Se la lettura di un paio di poesie -sia pure tradotte- oltre che dare il gusto di una lettura importante e piacevole riesce a determinare riflessioni ampie e culturalmente valide e profonde come le tue, non ci si può che compiacere. Grazie Maria
RispondiEliminaUmberto