L'anima
Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
Immaginate un fuoco d’artificio, ma
non di quelli che puzzano e fanno rumore, semmai di quelli luminosi che
scoppiando irradiano migliaia di scintille tutt’intorno. Ora immaginate che
l’esplosione si ripeta e si ripeta senza mai smettere di irradiare luce che si
sparge. E immaginate che le scintille non siano migliaia, ma milioni,
miliardi... e più si va avanti, più si moltiplicano. E immaginate anche che
vanno sempre più lontano. Ciascuna di queste scintille è un’innesco e può dar
luogo a nuove esplosioni. Così è l’anima. Solo il punto centrale, il fuoco
iniziale dell’esplosione è l’identità: l’io che si è formato da esplosioni
precedenti e che scompare con la morte, lasciando che le scintille si
propaghino sempre più lontane, sempre più disperse e dissolte.
Ora pensate alla scintilla come a
un innesco. È così, si condivide sempre qualcosa che genera in altri
qualcos’altro. Esplosione che genera scintille che generano esplosioni che
generano scintille. L’anima si propaga ben aldilà dell’identità, e vive grazie
al distacco con l’io. Quando l’io non esiste più, ogni scintilla, ogni
frammento è libero di andare a disperdersi nell’eternità. Eppure, ogni
frammento incontra altri frammenti e, potenzialmente, potrebbe formare, insieme
ad altri, un nuovo nucleo di fuoco per una nuova vita... ma è chiaro, l’anima
non è un replicante e l’identità, dopo la morte dell’io, non esiste più.
Ora, ogni scintilla può generare
nuovi fuochi, a prescindere dalla vita o dalla morte. Difficile avvedersene, ma
necessario comprendere che la nostra responsabilità è grande e ogni atto di
comunicazione (cum-unum) ha in sé il seme della vitalità, e genera altri atti
di comunicazione. Così l’anima si espande in vita partendo dall’io, e ancor di
più dopo la vita, senza più “io” a focalizzarne il centro.
Se tu pensi a uno zio, un amico, un
amore che se n’è andato, e se ti si stringe il cuore e senti che qualcosa
dell’altro è dentro di te, quello è una scintilla della sua anima che si è
frammentata e dispersa, ma che ha lasciato qualcosa dentro di te, qualcosa che
si traduce in valore, in brividi e sorrisi, che ti porta ad andare avanti per
la tua strada tenendo presenti in te parole e momenti di chi non c’è più. E
quella, per noi, è la missione dell’anima.
Ora, renditi conto che anche tu fai
la stessa cosa, e ancor di più, la farai morendo... un frammento di te vive e
vivrà in altri, si svilupperà a modo suo, non sarà più tuo, non sarai più tu,
sarà emozione, brivido, traccia di percorso.
Seminare scintille: a questo serve
l’anima, a questo e null’altro. Esserne consapevoli è il primo passo verso la
serenità.
Claudio Fiorentini
Considerazioni molto significative, proprie di un poeta che elabora seguendo una dinamica ascensionale. Poiché "se l'anima è nata alata", angelo o uccello, respiro, non è di questa terra, non dei suoi confini, delle sue chiusure, pareti, ma aspira a tornare nei domini dell'aria. La poesia-Psiche è abitante delle sommità. L’anima è infatti parola, è Psiche, “semina scintille” .
RispondiElimina" Psiche è l’anima del poeta il cui compito è di "elaborare il visibile per servire l'invisibile ..: conoscendo ciò che non si vede, non conosce ciò che si vede, ma ciò che si vede gli serve continuamente per i simboli":il momento di conoscenza del mondo