Maria Grazia Ferraris, collaboratrice di Lèucade |
“La provincia non è poi così provincia”… Varese
Omaggio a tre
grandi pittori che hanno operato in territorio varesino e che tali si ritenevano
ed ancora si ritengono negli affetti e nella rappresentazione pittorica: R.
Guttuso, E. Baj. A. Pedretti.
Velate e Guttuso, un binomio inscindibile, ormai storico:
Velate e la sua
torre di vedetta,
la valle nera,
incisa ferita,
lo studio, la gran
vetrata, remota,
là sotto ardenti e
colorati tetti,
gomitoli di viuzze
solitarie;
il Rosa lontano limpido
nel tramonto
il lago bianco, un
fiume ineguale,
sinfonie di
colori, irte armonie,
i limoni di
Sicilia lontani,
il mare turchino
perso nel sogno.
Ricrei il
Mediterraneo in terra
lombarda, ch’ami
con toni accesi:
rossi tramonti,
gialle atmosfere,
neri pini e
cipressi, viola il cielo…
Silenzio e lavoro,
amicizie certe
letture,
conversari e dispute
dai tempi politici
segnati…
ma pure di Dante,
Manzoni e Verga
tu illustravi gli
immortali testi :
emozioni condivise
da amici
poeti e letterati
d’eccezione.
Drammatici, vitali
racconti d’amore
di sangue, di
sesso, ragioni della vita,
erotismo elegante
e stupito,
innocente voce
della tua vita
metafisica arte
oltre la figura.
Velate, tranquilla
e malinconica
serena, calma, pur
t’ incoraggiava
nei tramonti
silenziosi ed eccitati
di luci forti,
guizzanti e sensuali:
umanità accettata
e dolorosa,
rivelata e capita nei boschi d’amore.
Maria Grazia Ferraris
Enrico Baj-
Marionette, che passione!
Che tregenda quei
tuoi generali
bitorzoluti,
forzuti, sghignazzanti,
la maschera
oscena, del potere!
Leggiadre le
donnine dai capelli
di stoppa, con
vestiti di damasco
da tappezzeria e
passamanerie
fuori moda che
ornano gli scolli,
e orli
sarcasticamente vezzosi!
Ironico l’umorismo
della tua
Patafisica
libertaria parigina.
Artisti estrosi,
pittori, scrittori
bizzarri :
Sanguineti, il mimo Fo,
Buzzati. A Milano,
perfino l’Alda
dagli umori
variabili si inchina
ai tuoi
carnevaleschi manichini,
riconoscendo le
tue caricature.
Dadà e futurismo
freddo, surreale
si davano la mano
nel cielo blu
di cartapesta
delle marionette
tue, umanissime e
ghignanti.
Così vorrei
ricordarti unico Baj!
Felice, inflessibile e giocoso.
Maria Grazia Ferraris
Antonio Pedretti, il
pittore.
Non vorrei dipingere- un quadro-
piuttosto essere quello…
che si chiede cosa provano le dita
il cui raro- celestiale- movimento…
evoca…
una così sontuosa- disperazione.
Non vorrei dipingere- un quadro-
piuttosto essere quello…
che si chiede cosa provano le dita
il cui raro- celestiale- movimento…
evoca…
una così sontuosa- disperazione.
Così cantava l’immortale Emily
penetrando
la misteriosa anima
di
chi sa dar forma a passioni e drammi
con
steli, canne palustri, linee,
vite
orgogliose, dure come spade
in
un intrico di frasche di palude:
una
ninfea, una timida rosa
canina
evocano soffocati drammi,
passioni
annegate in eleganti forme,
nostalgie
di perdute immagini
che
si confondono nel paesaggio
buio:
nei bagliori incerti di luce
pullulano
i paesaggi mentali.
Gialli
e verdi che sbavano i contorni,
azzurri
che nulla san di celeste,
neri
e grigi che evocano la notte,
caleidoscopio
di luci, forme, vita,
nere macchie, morte tendente all’assoluto,
nere macchie, morte tendente all’assoluto,
colori
lombardi, ferite, macchie,
palude
di lago, memorie vaghe,
rarefatti
sentimenti, confini
che
esplodono gocciolanti, vegetali
immersioni,
inquieti sogni di luce
lenta
metamorfosi di sentimenti:
questo
e altro…. la tua pittura.
Maria Grazia
Ferraris
Interessante binomio tra pittura e poesia. Questi versi di Maria Grazia Ferraris si ispirano a tre maestri dell'arte contemporanea, due realisti (Guttuso, Pedretti) ed un dadaista (Baj), presenti sulla scena lombarda con stimoli squisitamente attuali, calati nella dialettica fra tradizione e progresso, fra aderenza al reale e critica della civiltà. Nelle tre poesie presentate si accendono di nuova luce i colori sanguigni guttusiani (capaci di ricreare "il Mediterraneo in terra / lombarda... con toni accesi) e si ridipingono le silenziose, intense emozioni pedrettiane ("colori lombardi, ferite, macchie, / palude di lago"), unitamente ai percorsi mentali di Enrico Baj, tesi a rivelare impietosamente "la maschera oscena del potere". Vitalità di una provincia non solo non retrograda, ma capace di condurre la danza della modernità...
RispondiEliminaFranco Campegiani