venerdì 14 ottobre 2022

MARCO DEI FERRARI: " UNA LAPIDE PER MARIA"

 UNA LAPIDE PER MARIA

(A PISA - 1715)

S’impolverano parole

seducente erosione

ignota lapide in Santo Sepolcro

forse racchiude

Maria Mancini nobile cenere

di Francia Mazarina nipote

amante vergine di Re Luigi

Principessa sposata Colonna

s’infuga romantica illusione

errabondo destino d’indomabile sogno

temuta cacciata esiliata spaurita

nomade complice di sé arrogante

Barcellona…. Provenza… Liguria… Pisa…

tre secoli schiudono 

intimi di passioni impetuose

impulsi indulgenti nostalgiche trame

Oggi sguardi veloci sfuggono ogni giorno

sfilano il tempo pregando curiosi

immemori inconsci

che sbiadita smemoria di muto sepolcro

Santo smarrisce.


Marco dei Ferrari


1 commento:

  1. Maria Mancini, " bruna vivace e bella", - come fu definita alla corte del Re Sole - giace dimenticata, con la sola compagnia di un epitaffio a ricordarla, nome polvere e cenere. Di fronte alla sua memoria di pietra sfila umanità indifferente...torna l'umanità distratta che caratterizza sovente i versi di Marco De Ferrari, colpito anche questa volta da malinconica consapevolezza di quanto poco resti della parabola terrena, anche di personaggi che abbiano ricamato la storia. Una riflessione sul destino dei mortali, condannati all'oblio, tra le mura di una chiesa dove anche la preghiera viene pronunciata frettolosa a fior di labbra. E poi via di nuovo, immersi nella caotica pochezza del nostro presente.
    Versi che vibrano di nostalgia e risuonano in un eco distante.
    Isabella Conte

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